Una delle metodiche, recentemente sviluppate, che si è dimostrata più efficace in tempi brevi per elaborare il trauma psicologico e impedire che questo determini conseguenze psicologiche pesanti è il cosiddetto EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing).
E’ una metodologia terapeutica che si basa sul sistema innato di elaborazione delle informazioni. Questo sistema, di cui il nostro cervello è dotato, porta gli individui spontaneamente verso la risoluzione del disagio associato ai traumi e verso l’elaborazione del trauma stesso. In condizioni normali, le informazioni legate alle diverse situazioni che affrontiamo quotidianamente vengono elaborate fino a raggiungere uno stato adattivo.
Esso consiste nella creazione di collegamenti adeguati con le esperienze passate, nell’attivazione di un processo di risoluzione dei problemi e nella riduzione dello stress emotivo, utilizzando costruttivamente l’esperienza e contribuendo a generare nuovi apprendimenti.
In condizioni di stress traumatico, può accadere che questo meccanismo naturale di auto-guarigione si blocchi, impedendo la naturale elaborazione del trauma. In questo caso, le informazioni relative all’evento stressante non si integrano con il resto delle esperienze, ma rimangono “intrappolate” nel cervello con le immagini, i suoni, gli odori, i pensieri, le emozioni e le sensazioni corporee che sono state vissute al momento dell’evento e, quindi, l’elaborazione si blocca. E’ come se l’esperienza stressante non potesse essere “digerita”, non potesse essere trasformata in un normale ricordo e, quindi, provoca sofferenza psicologica.
E’ in casi come questi che diciamo che la persona non ha elaborato quello che le è successo. L’EMDR agisce proprio sugli eventi “bloccati”, riattivandone l’elaborazione.
L’EMDR viene usato da psicoterapeuti opportunamente formati per far elaborare il trauma psicologico e ridurre la sofferenza legata alle esperienze non elaborate che stanno alla base dei disturbi psicologici attuali del paziente.
E’ utile, quindi, per l’elaborazione di:
- piccoli/grandi traumi vissuti nell’età dello sviluppo, i cui effetti sono ancora presenti;
- esperienze comuni stressanti (lutto, malattia cronica, perdite finanziarie, conflitti coniugali, cambiamenti destabilizzanti, etc.);
- eventi traumatici al di fuori dell’esperienza umana consueta, quali disastri naturali (terremoti, inondazioni, ecc.) o eventi traumatici provocati dall’uomo (incidenti gravi, torture, violenza, ecc.). Questi ultimi, in particolare, sono difficili da elaborare, perché è difficile dare loro un senso.
Dal 1987, anno della sua scoperta, ad oggi, sono stati effettuati numerosi studi controllati sull’efficacia dell’EMDR su diverse popolazioni cliniche, sufficienti a raccomandarne la sua applicazione in ambito clinico, in particolare su soggetti con Disturbo da Stress Post-Traumatico. La ricerca scientifica che si è attivata sull’EMDR è stata così imponente che, nel 2000, la Society for Traumatic Stress Studies lo ha inserito nelle sue linee guida come la terapia più supportata dalla ricerca per far elaborare il trauma psicologico.
Nel 1995 è stato inserito fra i trattamenti di efficacia dimostrata (evidence based) e con evidenze empiriche solide stilato dal Dipartimento di Psicologia Clinica dell’American Psychological Association. Esso è riconosciuto come strumento di terapia elettivo per il trauma nelle linee guida di molti paesi.