I disturbi di personalità non sono caratterizzati da specifici sintomi o sindromi, come ad esempio il disturbo ossessivo-compulsivo, la depressione o gli attacchi di panico, ma dalla presenza esasperata e rigida di alcune caratteristiche di personalità. Queste caratteristiche sono problematiche in quanto comportano difficoltà croniche nelle relazioni interpersonali.
La struttura di personalità
La personalità (o carattere) è stata definita in molti modi. Si può comunque dire che sia l’insieme delle caratteristiche, o tratti stabili, che rappresentano il modo con il quale ciascuno di noi risponde, interagisce, percepisce e pensa a ciò che gli accade.
Si può anche dire che la personalità, per chiunque e non solo per chi soffre di disturbi di personalità, sia il modo stabile che ciascuno di noi si è costruito, con le proprie esperienze ed a partire dal proprio temperamento innato, di rapportarsi con gli altri e con il mondo.
I tratti che la compongono rappresentano le caratteristiche del proprio stile di rapporto con gli altri. Così esiste per esempio il tratto della dipendenza dagli altri, o della sospettosità, o della seduzione, oppure quello dell’amor proprio.
Normalmente questi tratti devono essere abbastanza flessibili a seconda delle circostanze. Così in alcuni momenti sarà utile essere più dipendenti o passivi del solito, mentre in altri sarà più funzionale essere seducenti.
Quando si parla di disturbo di personalità
I disturbi di personalità sono caratterizzati dalla rigidità e dalla presentazione inflessibile di tali tratti, anche nelle situazioni meno opportune.
Ad esempio, alcune persone tendono sempre a presentarsi in modo seducente indipendentemente dalla situazione nella quale si trovano, rendendo così difficile gestire la situazione. Altre persone, invece, tendono ad essere sempre talmente dipendenti dagli altri che non riescono a prendere autonomamente proprie decisioni.
Solitamente tali tratti diventano molto consueti e stabili. Le persone stesse non si rendono conto di mettere in atto comportamenti rigidi e inadeguati, da cui derivano le reazioni negative degli altri nei loro confronti. Si sentono invece vittime della situazione e alimentano il proprio disturbo di personalità.
Così, ad esempio, una persona che presenta un disturbo paranoide di personalità, non capisce che, con il suo comportamento sospettoso, non dà fiducia agli altri. In questo modo si “tira addosso” fregature e reazioni aggressive, confermandosi l’idea che non ci si può fidare di nessuno.
La classificazione dei disturbi di personalità
I disturbi di personalità sono stati classificati, secondo la più diffusa classificazione psicopatologica, in tre categorie:
Caratterizzati dal comportamento bizzarro:
- Disturbo paranoide di personalità. Chi ne soffre tende ad interpretare il comportamento degli altri come malevolo, comportandosi così sempre in modo sospettoso.
- Disturbo schizoide di personalità. Chi ne soffre non è interessato al contatto con gli altri, preferendo uno stile di vita riservato e distaccato dagli altri.
- Disturbo schizotipico di personalità. Solitamente è presentato da persone eccentriche nel comportamento, che hanno scarso contatto con la realtà e tendono a dare un’assoluta rilevanza e certezza ad alcune intuizioni magiche.
Caratterizzati da un’alta emotività:
- Disturbo borderline di personalità. Solitamente chi ne soffre presenta una marcata impulsività ed una forte instabilità sia nelle relazioni interpersonali sia nell’idea che ha di sé stesso, oscillando tra posizioni estreme in molti campi della propria vita.
- Disturbo istrionico di personalità. Chi ne soffre tende a ricercare l’attenzione degli altri, ad essere sempre seduttivo e a manifestare in modo marcato e teatrale le proprie emozioni.
- Disturbo narcisistico di personalità. Chi ne soffre tende a sentirsi il migliore di tutti, a ricercare l’ammirazione degli altri e a pensare che tutto gli sia dovuto, data l’importanza che si attribuisce.
- Disturbo antisociale di personalità. Chi ne soffre è una persona che non rispetta in alcun modo le leggi, tende a violare i diritti degli altri, non prova senso di colpa per i crimini commessi.
Caratterizzati da una forte ansietà:
- Disturbo evitante di personalità. Chi ne soffre tende a evitare in modo assoluto le situazioni sociali per la paura dei giudizi negativi degli altri, presentando quindi una marcata timidezza.
- Disturbo dipendente di personalità. Chi ne soffre presenta un marcato bisogno di essere accudito e seguito da parte degli altri, delegando quindi tutte le proprie decisioni.
- Disturbo ossessivo compulsivo di personalità. Chi ne soffre presenta una marcata tendenza al perfezionismo ed alla precisione, una forte preoccupazione per l’ordine e per il controllo di ciò che accade.
Cura dei disturbi di personalità
Tutti i disturbi di personalità devono essere trattati con psicoterapia, meglio se di tipo cognitivo comportamentale, a medio-lungo termine. In particolare vi sono evidenze di efficacia della terapia dialettico comportamentale, per il disturbo borderline, e della Schema Therapy per quasi tutti i disturbi. Un approccio al quale un buon numero di terapeuti cognitivo comporamentali sono ormai formati.
Solitamente i farmaci non modificano in alcun modo la struttura di personalità, anche si in alcuni casi possono essere utile per gestire i sintomi ansiosi, depressivi e di discontrollo degli impulsi, che tipicamente si riscontrano in tali disturbi. In particolare vi è qualche tipo di evidenza dell’utilità degli stabilizzanti del tono dell’umore nel trattamento del disturbo borderline di personalità.