Il tema della violenza all’interno delle coppie è, purtroppo, un evergreen. Da sempre ci interroghiamo e cerchiamo modelli più accurati di analisi di come mai due persone che si vogliono bene, si amano e condividono la vita, talvolta cadono in terribili cicli di violenza.
Ciò che invece è recentemente cambiato è il modo in cui guardare al problema: storicamente la ricerca si è interessata di comprendere quello che spinge “l’uomo” ad aggredire la donna e quello che spinge la “donna” a rimanere vittima di una relazione violenta (es. i fenomeni di dipendenza affettiva, ancora tanto studiati e discussi). Negli ultimi 20 anni la ricerca ha cambiato prospettiva ed ha iniziato a guardare alla violenza nelle coppie in modo più ampio.
Recentemente nello stato della California in USA un centinaio di ricercatori in 20 università diverse hanno collaborato per 2 anni per elaborare la review di ricerca più estesa di letteratura empirica sulla violenza intima tra partner. La ricerca, metodologicamente forte ed evidence-based, ha analizzato circa 1200 studi e ha prodotto risultati molto interessanti che rinforzano le basi per direzionare la ricerca attuale verso nuove prospettive.
Facciamo un passo indietro e capiamo bene di cosa stiamo parlando.
Violenza intima tra partner (IPV)
La “violenza intima tra partner (IPV)” comprende danni, minacce di danni fisici sessuali psicologici emotivi o finanziari ad opera dell’attuale o precedente partner o coniuge.
Uno dei punti di svolta principali nella comprensione dell’IPV è stata la scoperta che non tutti i tipi di violenza sono uguali.
Attualmente la IPV è stata suddivisa in categorie, diverse principalmente in merito all’intenzione che muove il comportamento violento. Possiamo distinguere principalmente due tipi di violenza tra partner: il Terrorismo intimo (IT) e la Violenza di Coppia Situazionale (SCV).
La differenza principale tra queste due forme non è l’intensità dei comportamenti aggressivi o la loro pericolosità e nemmeno l’essere “uni” o “bi” direzionale ma, appunto, la dinamica sottostante.
- Ma come faccio a riconoscere di che tipo di violenza soffre la mia coppia?
- Se ci facciamo del male fisco quando litighiamo…è normale o è troppo?
- Perché arriviamo a tanto se ci amiamo?
- Che devo fare? Devo rivolgermi ad un centro anti-violenza o ad un terapeuta di coppia?
Chi vive in contesti violenti si fa domande come queste anche ogni giorno. È davvero importante inquadrare sotto una luce chiara cosa capita ad ognuno di noi all’interno delle nostre relazioni. Proviamo a fare chiarezza.
Terrorismo intimo
Nel Terrorismo Intimo (chiamato poi Violenza Coercitiva Controllante) uno dei due partner esercita potere e controllo sull’altro. Sono stati individuati alcuni elementi che fanno parte di questo tipo di violenza intima (Pence & Paymar, 1993, Kelly & Jhonson, 2008) ovvero :
- Coercizione e minacce
- Intimidazione
- Abuso emotivo
- Isolamento
- Minimizzazione e Colpevolizzazione
- Affermazione dei privilegi di genere
Questa categoria comprende la forma di violenza tra partner più comunemente immaginata e gli studi confermano che nelle relazioni eterosessuali è agita prevalentemente dagli uomini (Jhonson 2006, Graham-Kevan 2003). Le conseguenze per la vittima sono spesso gravi e non sono rari gli accessi al pronto soccorso, ai centri di aiuto o agli studi legali.
Molti autori (es. Stark 2007) riferiscono inoltre che esiste un tipo di terrorismo intimo più subdolo in cui sono presenti dinamiche di potere e controllo ma ancora non c’è violenza fisica: questi casi sono da intendersi ugualmente come casi di IPV e le conseguenze per le vittime sono comunque devastanti.
L’intervento
Questo fenomeno, purtroppo molto diffuso ancora oggi in tutto il mondo è molto pericoloso. Come si interviene?
Oltre alla parte di presa in carico giuridica e legale, quasi sempre indispensabile, si interviene separatamente su ciascun partner: esistono centri di aiuto per le donne vittime di violenza e centri specifici per uomini maltrattanti dove si lavora sulle caratteristiche di personalità.
Tenendo conto dell’incalcolabile impatto personale e sociale di questa forma di IPV è un dovere però ricordarci che la strategia più efficace deve essere la prevenzione.
Violenza di coppia situazionale
La violenza di coppia situazionale (SCV) è al forma più comune di IPV (Slootmaeckers & Migerode, 2019) e si riferisce alla violenza espressa all’interno di cicli di interazione negativi nelle coppie.
Il ciclo interpersonale della coppia spinge entrambi i partner ad avere paura di perdere l’attaccamento: quando un essere umano ha paura di perdere la persona amata reagisce automaticamente cercando di non perderlo ed è qui che entrano talvolta in gioco i comportamenti violenti.
Seguendo il modello clinico di coppia della Terapia Focalizzata sull’emozione (EFT) immaginiamo che esista più di una situazione che porta alla messa in atto della violenza che dipende da come funziona ciascun partner.
Gli atti di violenza all’interno dei cicli di coppia possono avere lo scopo di “inseguire” il partner o di “distanziarsi” dal partner. Comprendere questo tipo di dinamiche apre la strada per poter trattare le coppie violente senza che questo significhi interrompere la relazione.
“Non posso farti scappare”: violenza per inseguire il partner
Esiste una forma di “violenza” finalizzata ad aumentare la vicinanza: ci riferiamo a quei comportamenti che mettiamo in atto quando, disperati, cerchiamo di fare di tutto affinché il nostro partner non se ne vada e a volte l’ultima arma è quella di “afferrarlo con gli artigli per evitare che se ne vada”.
In questi casi nella nostra mente arrivano pensieri come “Farei di tutto per farmi ascoltare”, “Se adesso se ne va, lo/la perderò per sempre”. Oppure, in caso di violenza bidirezionale, di solito i partner riportano che “non sanno nemmeno cosa succede ma si ritrovano d’un tratto a litigare in modo violento”.
La violenza rientra tra i comportamenti che servono per proteggere il legame con l’altro. Ciò non ci stupisce soprattutto se immaginiamo i comportamenti di un bambino quando è lontano dal genitore: non è raro che i bambini, soprattutto prima di iniziare a comunicare verbalmente, cerchino di mantenere la relazione con il caregiver in ogni modo possibile, anche aggredendolo.
“Basta! Ho bisogno di prendere aria!”: violenza come strategia di distanziamento
Diversamente possiamo arrivare ad agire comportamenti violenti anche per sottrarci “dalle grinfie” del partner, quando questo diventa critico, svalutante, giudicante (Allison, 2008).
Nei partner più evitanti il comportamento violento spesso arriva quando si sentono ormai invalidati agli occhi dell’altro, non meritevoli di amore. Se i normali tentativi di rassicurazione falliscono anche in questo caso è possibile andare verso agiti aggressivi, come protesta contro le critiche che dimostrano la disconnessione e per alleviare la paura della perdita della relazione.
Può capitare che ci sentiamo sopraffatti e responsabili di tutto quello che non va all’interno della nostra coppia e che questo ci faccia provare tanta rabbia. Quando questa diventa insopportabile è possibile che “esploda” e che agiamo aggressivamente per distanziarci da quell’ambiente critico che sta distruggendo la nostra coppia.
Anche in questo caso il comportamento di distanziamento è usato dal partner per poter fuggire dalle critiche della persona amata e poter rifugiarsi in una bolla di “auto-regolazione”. Questo, nella mente di un partner che “fugge” servirebbe a poter calmare le acque, permettere ad entrambi di ricomporsi e tornare ad avere un clima tranquillo, indispensabile per la connessione sicura.
È fondamentale aggiungere che quasi nessun partner che agisce comportamenti violenti ne va fiero. Nonostante si percepisca come utile il proprio modo di agire, spesso se non sempre si rimane intrappolati in pensieri di colpa, di frustrazione, di fallimento per aver dovuto di nuovo mettere in atto comportamenti così intensi. La violenza in questo caso crea enormi conseguenze anche in chi la esprime.
Lavorare con coppie che “soffrono” di violenza
Gli studi degli ultimi 20 anni ci ricordano come dobbiamo innanzitutto prendere distanza dallo stereotipo del modello polarizzato che vede aggressore-vittima sulla base del genere uomo-donna. E’ ormai dimostrato che quando la violenza è all’interno di un legame di attaccamento le donne sono tanto violente quanto gli uomini (Whitaker, 2007). Inoltre, entrambi i partner subiscono un impatto psicologico e fisico a lungo termine a causa dell’IPV. È importante però riconoscere che, invece, la violenza fisica ha un impatto enormemente più grave nelle donne (a causa dello squilibrio di potenza e taglia fisica).
Dato che la SCV si inserisce all’interno di pattern bidirezionali di interazione e l’aggressione è portata avanti da donne e uomini nella stessa proporzione, allora la terapia di coppia può essere efficace nel ridurre il rischio di violenza.
Ciò che è importante è rivolgersi a terapeuti formati nel lavoro con coppie violente che, appunto, leggano la violenza come un sintomo, come un fenomeno di cui la coppia soffre.
Chi soffre di violenza all’interno della coppia ha bisogno di essere ascoltato e accolto nel suo dolore anche in merito alla messa in atto di questi comportamenti: se la violenza è dentro un legame che voglio che torni sicuro sarò sicuramente angosciato dal rendermi conto che “mentre cerco di salvare la nostra relazione, sto davvero ferendo la persona che amo”.
Gli ingredienti che funzionano in terapia sono l’accoglienza, l’aiuto ad assumersi le proprie responsabilità e la visione d’insieme dei cicli interpersonali. In questo modo, comprendiamo meglio e spieghiamo meglio all’altro come mai siamo talvolta intrappolati nella messa in atto di comportamenti violenti e possiamo lavorare insieme per costruire di nuovo la sicurezza nella coppia.
Bibliografia
- Allison, C., Bartholomew, K., Mayseless, O., & Dutton, D. (2008). Love as a battlefield. Attachment and relationship dynamics in couples identified for male partner violence. Journal of Family Issues, 29(1), pp. 125-150.
- Anderson, K. (2004). Perpetrator or victim? Relationships between intimate partner violence and well-being. Journal of Marriage and Family, pp. 851-862.
- Johnson, M. (1995). Patriarchal terrorism and common couple violence: Two forms of violence against women. Journal of Marriage and the Family, pp. 283-294.
- Johnson, M., & Leone, J. (2005). The differential effects of intimate terrorism and situa- tional couple violence: Findings from the National Violence Against Women Survey. Journal of Family Issues, pp. 322-349.
- Johnson, S. (2007). A new era for couple therapy: Theory, research and practice in concert. Journal of Systemic Therapies, pp. 5-16.
- Kelly, K., & Johnson, M. (2008). Differentiations among types of intimate partner violence: Research update and implications for interventions. Family Court Review, pp. 476-499.
- Slootmaeckers, J., & Migerode, L. (2018). Fighting for Connection: Patterns of Intimate Partenr Violence. Journal of Couple & Relationship Therapy, 17(4), pp. 294-312.
- Whitaker, D., Haileyesus, T., Swahn, M., & Saltzman, L. (2007). Differences in frequency of violence and reported injury between relationships with reciprocal and non-reciprocal intimate partner violence. American Journal of Public Health, pp. 941-947.