Sogni Ricorrenti e PTSD
I sogni e le loro interpretazioni hanno da sempre esercitato un irresistibile fascino, stimolando un interesse tale da condurre la psicologia a occuparsi di questi temi e utilizzarli a fini terapeutici e talvolta diagnostici. Basti ricordare il celebre lavoro di Freud su L’interpretazione dei sogni (1900).
Non tenteremo qui di attribuire significati univoci ai sogni, poiché sono prodotti individuali e personali che risultano carichi di significatività soggettiva.
Sebbene l’esatto contenuto dei sogni sia unico per ogni individuo, avere dei sogni ricorrenti è un fenomeno ben noto e condiviso. Non solo tale fenomeno avviene in modo abbastanza consueto, ma esistono addirittura molti temi comuni tra diversi individui e persino tra diverse culture e periodi storici.
Di seguito, in tabella, sono stati inseriti i primi dieci temi onirici più frequenti che sono emersi da alcune ricerche che hanno approfondito tale argomento.
Analisi cross-culturale America-Giappone | Canada | Germania | Cina | Italia | |
1 | Essere aggrediti o perseguitati | Essere aggrediti o inseguiti | Scuole, insegnanti, studio | Scuole, insegnanti, studio | Essere inseguiti, ma non aggrediti |
2 | Cadere | Esperienze sessuali | Essere aggrediti o inseguiti | Essere aggrediti o inseguiti | Essere feriti |
3 | Provare e riprovare a fare qualcosa | Cadere | Esperienze sessuali | Cadere | Essere aggrediti fisicamente |
4 | Scuola, insegnanti, studio | Scuole, insegnanti, studio | Cadere | Arrivare tardi, es. perdere un treno | Provare e riprovare a fare qualcosa |
5 | Essere paralizzati dalla paura | Arrivare tardi, es. perdere un treno | Arrivare tardi, es. perdere un treno | Fallimento di un esame | Essere congelati dalla paura |
6 | Esperienze sessuali | Essere sul punto di cadere | Una persona ora viva come morta | Una persona ora viva come morta | Cibo, mangiare |
7 | Mangiare cibo delizioso | Provare e riprovare a fare qualcosa | Volare o librarsi nell’aria | Provare e riprovare a fare qualcosa | Arrivare tardi, es. perdere un treno |
8 | Cadere, con paura | Una persona ora viva come morta | Non superare un esame | Volare o librarsi nell’aria | Nuotare |
9 | Arrivare tardi, es. treno, esame ecc. | Volare o librarsi nell’aria | Essere sul punto di cadere | Essere paralizzati dalla paura | Essere isolato/rinchiuso |
10 | Fuoco, incendi | Sensibilità vivida: es. una presenza in camera | Essere paralizzati dalla paura | Esperienze sessuali | Animali da compagnia |
Griffith et al., 1958 | Nielsen et al., 2003 | Schredl et al., 2004 | Yu et al., 2008 | Scarpelli et al., 2021 |
La ricerca sui sogni sostiene che quelli ricorrenti potrebbero riflettere un’alta attivazione emotiva nella vita del sognatore. In effetti, sembra ormai chiaro che l’esperienza di stress emotivo sia un fattore critico nell’insorgenza e nella persistenza dei sogni ricorrenti.
La maggior parte di questi, difatti, ha un contenuto negativo che coinvolge emozioni quali paura, tristezza, vergogna e senso di colpa o implica una situazione in cui il sognatore è in pericolo.
In alcuni casi, i sogni ricorrenti che iniziano nell’infanzia possono persistere fino all’età adulta. Questi sogni possono scomparire per qualche anno, riapparire in presenza di una nuova fonte di stress per poi scomparire nuovamente quando la situazione è finita.
La presenza di sogni ricorrenti è stata infatti associata a livelli inferiori di benessere psicologico e alla presenza di sintomi di ansia e depressione. Risulta evidente che i sogni siano legati agli stati di veglia: esiste un forte legame tra il contenuto onirico delle persone e i loro attuali livelli di benessere (Zadra, 1996).
Per lo stesso motivo, alcuni temi ricorrenti, d’altronde, possono essere anche positivi, addirittura euforici, come i sogni dove scopriamo nuove stanze della nostra casa, i sogni erotici, dove voliamo o mangiamo.
A tal proposito, Scarpelli e colleghi (2021) hanno rilevato che durante il post-lockdown dovuto al COVID-19, le persone avevano più sogni con contenuti riguardanti luoghi affollati.
Infatti, l’evento significativo, è stata la minor rigidità delle misure restrittive, che ha permesso alle persone di uscire e ricominciare una routine relativamente ordinaria, affrontando per la prima volta il mondo esterno dopo un confinamento prolungato.
Perché accade?
Tante sono le teorie che hanno tentato di dare un significato ai sogni, in particolare a quelli ricorrenti.
Le scuole psicanalitiche ad esempio hanno da sempre sostenuto che il contenuto ripetitivo potrebbe rappresentare un tentativo fallito di integrare esperienze difficili e conflitti irrisolti nella vita del sognatore (ad es. Freud, Jung, Bion, Ogden).
Per i teorici della Gestalt i sogni rappresentano frammenti della personalità del sognatore (Alban & Groman, 1975). Ritraggono aspetti del Sé posseduti e rinnegati, modelli di relazione interpersonale e funzionamento della personalità.
La neurobiologia del sonno, delinea un modello che descrive come, durante la notte, avvenga la modulazione dei sistemi neurali affettivi (principalmente limbici) e la (ri)elaborazione delle recenti esperienze emotive. Propone inoltre che il sonno con movimento rapido degli occhi (REM) sia parte fondamentale dell’elaborazione della memoria emotiva (Walker & Helm, 2009).
Letti da una prospettiva cognitivista, questi temi possono essere pensati come copioni o scenari. Lo stesso copione può essere riutilizzato in diverse situazioni in cui proviamo emozioni simili (Spoormaker, 2008).
Ecco perché alcune persone, di fronte a una situazione stressante o a una nuova sfida, possono sognare di presentarsi impreparate a un esame di matematica, anche anni dopo aver messo piede in una scuola. Sebbene le circostanze siano diverse, una simile sensazione di stress o desiderio di eccellere può innescare nuovamente lo stesso scenario onirico.
Le emozioni dei sognatori
In effetti, i sogni ricorrenti possono riflettere metaforicamente le preoccupazioni emotive dei sognatori. Ad esempio, sognare uno tsunami è comune a seguito di traumi o abusi. Questo è un tipico esempio di metafora che può rappresentare emozioni di impotenza, panico o paura vissute nella vita da svegli.
Allo stesso modo, essere vestiti in modo inappropriato nel proprio sogno, essere nudi o non riuscire a trovare un bagno possono rappresentare scenari di imbarazzo o umiliazione.
La prospettiva evoluzionista fornisce una possibile spiegazione del perché gli stessi temi ricorrenti siano condivisi quasi universalmente. Alcuni di questi script sono stati preservati negli esseri umani a causa del loro vantaggio evolutivo (Revonsuo, 2001): simulando una situazione minacciosa, il sogno, fornisce uno spazio in cui la persona può esercitarsi a percepire e sfuggire ai potenziali predatori.
Anche la fisiologia ha fornito possibili spiegazioni della ricorrenza di tali fenomeni onirici. Ad esempio, un recente studio israeliano ha scoperto che sognare di perdere i denti risulta legato alle irritazioni a livello della dentatura, causate dal bruxismo notturno, piuttosto che a distress emotivo (Nama & Nirit, 2018).
Le spiegazioni fisiologiche
Alcuni autori hanno proposto che l’attivazione intensa e sporadica dei circuiti sensomotori del tronco cerebrale, compresi i neuroni reticolari, oculomotori e vestibolari, potrebbero determinare aspetti spazio-temporali delle immagini oniriche.
In altre parole, i sogni di cadere o volare, ad esempio, potrebbero essere causati dalla riattivazione spontanea del nostro sistema vestibolare, che contribuisce all’equilibrio, durante il sonno REM (Hobson & McCarley, 1977).
Naturalmente queste sensazioni non sono sufficienti a spiegare la ricorrenza di questi sogni e il loro manifestarsi improvviso in periodi di stress, ma probabilmente giocano un ruolo significativo nella costruzione dei sogni più tipici.
Quando dormiamo, il nostro cervello non è completamente isolato dal mondo esterno. Continua a percepire stimoli esterni, come suoni o odori, o sensazioni interne del corpo.
Ciò significa che altri temi, come non riuscire a trovare un bagno o essere nudi in uno spazio pubblico, potrebbero effettivamente essere stimolati dalla necessità di urinare durante la notte o dall’indossare un pigiama largo a letto.
Gli studi, quindi, suggeriscono in generale che i sogni ci aiutino a regolare le nostre emozioni e ad adattarci agli eventi stressanti. Incorporare materiale emotivo nei sogni potrebbe consentire al sognatore di elaborare un evento doloroso o difficile.
I sogni su un continuum
Una teoria interessante sulla ricorrenza di temi onirici è quella proposta da Domhoff (2000). Lo studioso pone su un continuum elementi e temi di sogni sempre più complessi, ricorrenti e attivanti.
A una estremità troviamo alcuni elementi onirici ricorrenti nei sogni di un individuo, come personaggi, azioni o oggetti.
Più avanti lungo il continuum ci sono i temi ricorrenti. Questi sogni tendono a riprodurre una situazione simile, come essere in ritardo, essere inseguiti o perdersi, ma l’esatto contenuto del sogno può differire a seconda del momento, come essere in ritardo per un treno piuttosto che per un esame.
Poi ci sono sogni ricorrenti in cui lo stesso contenuto onirico viene riprodotto in parte o nella sua interezza. I sogni ricorrenti raramente riproducono direttamente un evento o un conflitto, ma lo riflettono metaforicamente attraverso un’emozione centrale.
All’estremo opposto troviamo gli incubi traumatici, i quali riproducono direttamente un trauma vissuto. I sogni traumatici, essendo molto vividi, tendono a far rivivere l’evento in tutto il suo orrore emotivo.
Le persone che soffrono di sogni traumatici spesso temono il pensiero di andare a dormire: infatti, insieme ai flashback di veglia, questi sogni ripetuti sono tra i principali sintomi del Disturbo da Stress Post-Traumatico e possono prolungare la condizione.
Passare da un livello intenso a un livello inferiore nel continuum della ripetizione è spesso un segno che lo stato psicologico di una persona sta migliorando. Ad esempio, nel contenuto degli incubi traumatici si osservano spesso cambiamenti progressivi e positivi nelle persone che hanno vissuto un trauma mentre superano gradualmente le loro difficoltà.
Sogni ricorrenti e PTSD
Il legame tra trauma e sogni ricorrenti è molto stretto. Una recente ricerca di Scarpelli e colleghi (2021), ha confermato la relazione tra eventi traumatici e la frequenza di sogni ricorrenti, nello specifico si è riscontrata una maggiore produzione di sogni a carattere negativo e ricorrente durante il lungo periodo di lockdown sperimentato nei primi mesi del 2020.
La ricerca ha replicato risultati precedenti: un’attività onirica più intensa era stata osservata subito dopo l’attacco alle Torri Gemelle (Hartmann e Brezler, 2008). Allo stesso modo, i sopravvissuti al disastro sismico nell’Italia centrale (agosto 2009) hanno mostrato incubi più elevati nell’area vicino all’epicentro (Tempesta et al., 2013).
Il Disturbo da Stress Post-Traumatico (PTSD) è caratterizzato da iperreattività agli stimoli emotivi e dall’incapacità di estinguere i ricordi traumatici. I disturbi del sonno e gli incubi ricorrenti sono riconosciuti come il segno distintivo del PTSD.
Nello specifico, i pazienti con disturbo da stress post-traumatico riferiscono sogni con immagini vivide ed emozioni negative associate agli eventi traumatici.
A questo proposito, è stato ipotizzato che il sonno REM possa amplificare la funzione alterata (dal trauma) dell’amigdala nei pazienti con PTSD, aumentando i sogni disforici (Germain et al., 2008). I sogni possono rappresentare una riattivazione di vissuti con la funzione di tentare di rielaborare gli eventi conflittuali e il loro tono emotivo negativo.
Possibili soluzioni
Se il fenomeno riguarda sogni traumatici conseguenti allo strutturarsi di un Disturbo da Stress Post-Traumatico, il modo migliore per rompere il circolo dei sogni ricorrenti è quello di lavorare direttamente sul trauma che gli ha generati.
Esistono approcci psicoterapeutici, con specifiche tecniche, che condividono tuttavia lo stesso obiettivo terapeutico: rielaborare il trauma, vedi ad esempio l’EMDR (Shapiro, 2000) o l’esposizione prolungata (Foa et al., 2007).
Con lo stesso intento, un approccio, che lavora strettamente sui sogni ricorrenti legati al disturbo, consiste nel visualizzare l’incubo da svegli e poi riscriverlo, cioè modificare la narrazione cambiando un aspetto, ad esempio, la fine del sogno in qualcosa di più positivo.
L’Imagery Rehearsal Therapy (IRT, Karkow & Zadra, 2010) può essere concettualizzata come un processo terapeutico a due componenti, ciascuna delle quali mira a un problema distinto ma sovrapposto.
La prima componente è un elemento di ristrutturazione psicoeducativa, focalizzato nell’aiutare chi soffre di incubi a considerare i propri sogni inquietanti come un disturbo appreso del sonno, simile all’insonnia psicofisiologica.
La seconda componente è un elemento di psicoformazione sulle tecniche immaginative, che insegna ai pazienti la natura dell’immaginazione umana e come implementare una serie specifica di passaggi immaginativi per ridurre gli incubi.
Sogni lucidi
Talvolta è possibile lavorare direttamente sui contenuti onirici nei momenti in cui risultano attivi: il sogno lucido è una particolare attività del sonno mentale in cui gli individui sono consapevoli dei propri sogni mentre rimangono addormentati (de Macêdo et al., 2019).
Diventare lucidi in un sogno ricorrente potrebbe consentirci di pensare o reagire in modo diverso al sogno e quindi alterarne la natura ripetitiva.
Questa peculiare forma di sogno può fornire un’opportunità per aumentare l’autocontrollo e la regolazione emotiva negli individui che stanno vivendo eventi avversi. Ad esempio, è stato riscontrato che la frequenza dei sogni lucidi era più elevata durante il periodo di lockdown rispetto al periodo successivo (Scarpelli et al., 2021).
In questi termini, la maggior presenza di sogni lucidi durante il confinamento potrebbe riflettere il tentativo di migliorare la capacità di coping nello stato di veglia (de Macêdo et al., 2019). Alcune prove hanno rivelato un effetto benefico del sogno lucido nell’attenuare l’angoscia degli incubi e nel ridurre la loro frequenza (Rak et al., 2015).
Recentemente è stata proposta un’ulteriore terapia che mira alla riduzione, in termini di frequenza e intensità, dei flashback e dei sogni traumatici ricorrenti in pazienti con PTSD.
Un passo avanti nel trattamento di tale disturbo sembra essere possibile grazie all’identificazione di un nuovo farmaco da parte di un gruppo di ricerca giapponese del Sogo PTSD Institute.
Il Triesifenidile è un farmaco già conosciuto e utilizzato soprattutto per gestire disturbi come il parkinsonismo e alleviare diversi effetti collaterali indotti da farmaci che agiscono sul sistema nervoso centrale (SNC). Agisce bloccando l’attività di un neurotrasmettitore, l’acetilcolina, nel SNC.
È interessante notare che è disponibile per uso terapeutico da circa 66 anni. I risultati ottenuti dopo i primi trial hanno dimostrato che un significativo 88% dei pazienti analizzati ha riportato incubi da lievi a non correlati a PTSD.
Allo stesso modo, il 79% dei pazienti analizzati ha riportato risposte simili per i flashback (Sogo et al., 2021).
Sebbene siano necessari ulteriori studi per dimostrare il meccanismo farmacologico, gli effetti a lungo termine e l’effettiva efficacia del trattamento, l’utilizzo del triesifenidile sembrerebbe promettente, dal momento che il farmaco è anche poco costoso e ha tempi di latenza molto brevi (1-2 giorni) .
Bibliografia
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