I social network hanno indubbiamente cambiato il nostro modo di entrare in relazione con gli altri.
Conoscere nuove persone su queste piattaforme è sicuramente più facile, ma le interazioni digitali che costruiamo possono essere anche più superficiali.
Nelle conversazioni via chat, ad esempio, non siamo in grado di conoscere il linguaggio del corpo del nostro interlocutore, di cogliere le sfumature nel tono della voce e altri aspetti della comunicazione non verbale. Questo porta a un impoverimento della comunicazione con una conseguente scarsa connessione intima con l’altro.
È possibile che questo renda più facile la chiusura dei rapporti nati on line, che infatti spesso vengono interrotti con molta leggerezza e senza molte spiegazioni (ghosting).
Il corpo sui social viene utilizzato come un oggetto, uno strumento che deve corrispondere a certi canoni per essere accettato e che deve suscitare negli altri una reazione positiva (in termini di Like).
Le relazioni e il corpo sono due temi cruciali in adolescenza, ma anche molto delicati. L’adolescente ha bisogno del confronto coi pari, di sperimentarsi nelle relazioni, ma deve imparare anche ad accettare i cambiamenti di un corpo che fisiologicamente sta cambiando e si sta trasformando in un corpo adulto.
In questo delicato momento di passaggio, l’utilizzo dei social network e della loro grammatica, che impatto può avere?
L’impatto dei social network
L’utilizzo dei social media sappiamo aver un impatto significativo sull’insoddisfazione percepita per il proprio aspetto fisico e per il proprio corpo, aumentando la probabilità di sviluppare disturbi alimentari.
Tuttavia, risulta aperto un dibattito sull’utilizzo dei social: alcune ricerche hanno evidenziato un aumentato rischio per la salute psicologica degli adolescenti associato all’eccessivo tempo trascorso sui social media, mentre altre non hanno riscontrato nessuna correlazione significativa.
Attualmente, i dati che abbiamo, parlano di un aumento notevole della depressione in adolescenza (Cataldo, J. et al; 2021) e allo stesso tempo, di un aumento dell’utilizzo dei socia media (Haidt, J. et al; 2020).
Depressione e social media esiste una correlazione?
Benchè alcuni studi abbiano riportato dei benefici dell’utilizzo del social media sul rischio di sviluppare depressione, la maggior parte degli studi parla di una significativa correlazione positiva tra tempo passato sui social e depressione in adolescenza.
Questo dato potrebbe essere spiegato dal fatto che il tempo passato sui social può limitare il tempo per attività sportive o la comunicazione faccia a faccia con altri coetanei.
Un recentissimo studio (Mingli, L. et al; 2022) presenta un’interessante meta-analisi di 26 studi, prevalentemente svolti in Nord America e Europa, per riassumere le prove relative alla correlazione tra tempo trascorso sui social e depressione negli adolescenti.
I risultati di tale studio, affermano che gli adolescenti con un tempo trascorso sui social elevato, mostrano un aumento del 59,6% di rischio di sviluppare la depressione rispetto al gruppo di riferimento. Inoltre, il rischio di depressione sembra aumentare del 13% per ogni ora in più di utilizzo dei social media.
Un altro dato interessante, è la correlazione più forte per le ragazze adolescenti piuttosto che i ragazzi. Gli autori sostengono che questo può essere dovuto:
- alla tendenza delle ragazze, rispetto ai ragazzi, di enfatizzare le relazioni strette e intime (che le porterebbe a investire sempre più tempo sui social al fine di mantenersi sempre in contatto con altre persone);
- all’aumentato rischio di essere molestate sui social.
Come possiamo intervenire?
I risultati che ci mostra questo studio, sono coerenti con le linee guida dell’OMS che raccomandano negli adolescenti, di limitare il tempo quotidiano trascorso sui dispositivi elettronici come tablet e smartphone.
Per quanto siano necessari ulteriori studi, è importante che genitori, adolescenti e altri caregiver, siano a conoscenza del potenziale rischio sulla salute psicologica dell’utilizzo per un tempo prolungato dei social media.
Sarebbe opportuno promuovere maggiormente “interazioni analogiche” piuttosto che quelle digitali, dove le relazioni vengono consumate alla velocità della luce. Dove si ha la sensazione di dover rimanere sempre connessi e aggiornati sulle vite degli altri che appaiono sempre perfette e generano spesso un profondo senso di insoddisfazione.
Gli autori dello studio sostengono inoltre, che sarebbe utile promuovere delle politiche scolastiche che tenessero di conto del rischio dell’utilizzo prolungato di tali dispositivi e sviluppare delle linee guida per un uso appropriato di tali tecnologie.
Bibliografia
- Cataldo, I.; Lepri, B.; Neoh, M.J.Y.; Esposito, G. Social Media Usage and Development of Psychiatric Disorders in Childhood and Adolescence: A Review. Front. Psychiatry 2021, 11, 1332.
- Haidt, J.; Allen, N. Digital technology under scrutiny. Nature 2020, 578, 226–227
- Liu, M., Kamper-DeMarco, K. E., Zhang, J., Xiao, J., Dong, D., & Xue, P. (2022). Time Spent on Social Media and Risk of Depression in Adolescents: A Dose-Response Meta-Analysis. International journal of environmental research and public health, 19(9), 5164.