Cos’è e quanto è diffusa la sindrome premestruale
“Scusa, sono in premestruo” / “Non mi girare intorno che mi deve venire il ciclo!”
Non è un mistero che il ciclo mestruale e i cambiamenti ormonali che vivono le donne di tutto il mondo impattino sul loro umore e possano compromettere il loto benessere.
Durante la fase luteinica del ciclo mestruale (che comprende i 14 gironi dall’ovulazione alla mestruazione) 1 o 2 sintomi fisici o psicologici sembrano affliggere l’80% delle donne. Sebbene molte di loro riportino che questi sintomi non influenzano in modo compromettente il loro benessere quotidiano.
Irritabilità, umore depresso, tensione al seno, dolore alla schiena, sono solo alcuni dei sintomi che la maggior parte delle donne in età fertile lamenta quasi ogni mese della propria vita. Questi e altri sintomi possono influenzare e deteriorare il benessere delle donne e avere un impatto negativo sulla loro qualità di vita individuale e di coppia.
Una recente rassegna della letteratura ha evidenziato la presenza della sindrome premestruale in circa 1 donna su 3 (Dilbaz & Aksan, 2021). Per la maggior parte di queste donne i sintomi possono essere lievi e transitori, mentre altre corrono il rischio di sviluppare una forma più grave di questa condizione, che non può essere trascurata.
Sindrome premestruale nella storia
La compromissione fisica precedente al periodo mestruale è oggetto studio e curiosità da sempre. Possiamo addirittura risalire a Ippocrate, che descriveva la comparsa in alcune donne di una serie di sintomi, quali l’ideazione suicidaria, prima dell’arrivo delle mestruazioni (Simon B., 1978).
Si è poi parlato di “malumore premestruale, di “tensione premestruale” fino ad arrivare a quella che conosciamo come “sindrome premestruale”, descritta più recentemente dell’ American Congress of Obstetrician and Gynecologists (ACOG). Poi al Disturbo Disforico Premestruale (DDPM), incluso come categoria diagnostica definita tra i disturbi depressivi nell’ultima versione del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbo Mentali (DSM-5).
Quali sono i sintomi della sindrome premestruale?
La Sindrome Premestruale (SPM), può essere diagnosticata in pazienti che riportano almeno 1 sintomo emotivo e 1 sintomo fisico (vedi tabella sottostante) per 3 mesi consecutivi nei 5 giorni antecedenti al ciclo mestruale. I sintomi devono risolversi entro i 4 giorni successivi dall’inizio delle mestruazioni e non devono ricomparire fino al 13 giorno dal ciclo.
Inoltre, i sintomi devono comparire in assenza di una terapia farmacologica o ormonale e non devono dipendere da uso o abuso di alcool o droghe e, cosa più importante, devono compromettere il benessere sociale, scolastico o lavorativo del soggetto.
Sintomi Somatici
- Gonfiore addominale
- Cefalea
- Aumento del peso
- Gonfiore delle estremità
- Dolore articolare e muscolare
- Mastodinia
Sintomi Emotivi
- Scoppi di collera
- Depressione
- Ansia
- Irritabilità
- Ritiro sociale
- Confusione
Il Disturbo Disforico Premestruale (DDPM)
Il Disturbo Disforico Premestruale era già stato incluso nella precedente edizione del manuale diagnostico psichiatrico (DSM-IV) come una sottocategoria dei disturbi dell’umore, collocato in Appendice B, tra i disturbi depressivi non altrimenti specificati.
La crescita dell’interesse della comunità psichiatrica per le modificazioni dell’umore durante il ciclo mestruale si è poi concretizzata nell’inserimento del DDPM come una vera e propria categoria diagnostica dei disturbi depressivi nell’ultima versione del manuale (DSM-5) (Hantsoo & Epperson, 2015).
Criteri diagnostici
- Nella maggior parte dei cicli mestruali, almeno 5 sintomi devono essere presenti nella settimana precedente le mestruazioni, iniziare a migliorare entro pochi giorni dall’insorgenza delle mestruazioni e ridursi al minimo o scomparire nella settimana successiva alle mestruazioni.
- Presenza di 1 (o più) dei seguenti sintomi:
- Marcata labilità affettiva (per , sbalzi di umore; sentirsi improvvisamente tristi o tendenti al pianto, oppure aumentata sensibilità al rifiuto)
- Marcata irritabilità o rabbia oppure aumento dei conflitti interpersonali
- Umore marcatamente depresso, sentimenti di disperazione o pensieri autocritici
- Ansia marcata, tensione e/o sentirsi con i nervi a fior di pelle
- Presenza di 1 (o più) dei seguenti sintomi:
- Diminuito interesse nelle attività abituali (per es., lavoro, scuola, amici, hobby).
- Difficoltà soggettiva di concentrazione.
- Letargia, facile faticabilità o marcata mancanza di energia
- Marcata modificazione dell’appetito; sovralimentazione; o forte desiderio di cibi specifici.
- Ipersonnia o insonnia.
- Senso di sopraffazione o di essere fuori controllo.
- Sintomi fisici come indolenzimento o tensione al seno, dolore articolare o muscolare, sensazione di “gonfiore” oppure aumento di peso.
Nota: I sintomi B e C devono essere almeno 5 in totale; I sintomi nei criteri A-C devono essere stati soddisfatti per la maggior parte dei cicli mestruali nell’anno precedente.
- I sintomi sono associati a disagio clinicamente significativo o a interferenza con il lavoro, la scuola, le consuete attività sociali, oppure nelle (Carlini & Deligiannidis, 2021)relazioni con gli altri (per es., evitamento di attività sociali; diminuzione della produttività e dell’efficienza sul posto di lavoro, a scuola o a casa).
- L’alterazione non è solo l’esacerbazione dei sintomi di un altro disturbo.
- Il Criterio A dovrebbe essere confermato da valutazioni prospettiche quotidiane per almeno due cicli sintomatici.
- I sintomi non sono attribuibili agli effetti fisiologici di una sostanza o di un’altra condizione medica.
Nonostante l’accuratezza dei criteri utili per avere una diagnosi di DDPM il fenomeno è ancora molto confuso nella pratica clinica e medica.
Quali sono le cause delle sindromi premestruali?
L’eziologia della sindrome premestruale è ancora oggi forte oggetto di studio. Si stanno investigando fattori genetici, fattori di rischio psicosociali, alterazioni del sistema nervoso centrale, sensibilità riproduttiva di alcuni ormoni e altri possibili elementi coinvolti.
Cambiamenti ormonali
Durante il ciclo mestruale la donna attraversa importanti modificazioni ormonali, volte alla predisposizione all’ovulazione e alla possibile fecondazione e successiva gravidanza. Ogni mese ogni donna prepara il suo corpo per diventare madre. Questi cambiamenti ormonali hanno un impatto a tutto tondo sulla donna.
L’abbondanza di estrogeni durante le prime due settimane del ciclo predispone alla tranquillità e alla calma e rende le donne più rilassate e socievoli. Successivamente, il picco di progesterone altera l’equilibrio ormonale e facilita la comparsa di sintomi psicofisici.
Queste modificazioni, e soprattutto gli sbalzi repentini della secrezione di questi ormoni ovarici, sembra essere estremamente associata alla comparsa della SPM e del DDPM: questo dato viene confermato dall’assenza di questi sintomi durante i momenti di vita in cui non c’è produzione di ormoni ovarici steroidei (menopausa, gravidanza e periodo antecedente allo sviluppo).
Lo stress ha un ruolo?
Molti studi riportano che l esposizione a situazioni molto stressanti sia associato alla comparsa di forma più gravi di disforia premestruale. Soprattutto i vissuti traumatici sembrano essere coinvolti, in particolare esperienze di abuso sessuale, fisico o emotivo (Segebladh et al., 2011)
La cura della sindrome premestruale
Consapevolezza come primo passo
La maggiore conoscenza di questi quadri clinici e la sensibilizzazione delle donna a prendersi cura di se stesse nel periodo premestruale hanno sicuramente favorito una maggiore efficacia anche nel trattamento. Le informazioni che le donne raccolgono sui proprio sintomi in termini di intensità e frequenza possono aiutare medici e psicologi a comprendere a fondo la natura del problema.
Se da un lato si presume che ci sia una sottostima delle diagnosi di DDMP, dall’altro molte donne possono fraintendere i propri sintomi e attribuire al periodo premestruale altre importanti compromissioni del loro benessere.
Un attento esame clinico è estremamente necessario per fare una diagnosi differenziale accurata e decidere quindi il trattamento specifico. Col tempo sono state create interviste e questionari ad hoc per aiutare i clinici nella diagnosi, come il Premestrual Symptoms Screening Tool (PSST) o il Calendar of Premesrtual Experiencese (COPE).
Sintomi lievi e trattamenti naturali
Se i sintomi sono lievi l’esercizio fisico e alcune tecniche di riduzione dello stress sono spesso consigliati come approcci non invasivi e risolutivi. L’esercizio fisico sembra alleviare molto la sintomatologia fisica grazie soprattutto al rilascio di endorfine (che combattono il dolore) e all’aumento naturale dei livelli di serotonina (che ci fa sentire meglio e favorisce un buon sonno).
L’utilizzo di erbe medicinali o di integratori vitaminici è stato altresì sperimentato e tuttora se ne stanno studiando i benefici.
Trattamenti clinici per al disforia premestruale
In presenza invece di una sintomatologia più moderata o grave è opportuno che il trattamento sia più specifico: in una visione olistica, medici, ginecologi, psichiatri e psicologi dovrebbero collaborare per alleviare i sintomi della SMP e del DDPM e permettere alla donna di continuare la sua vita in modo soddisfacente in ogni fase del ciclo mestruale.
Il migliore approccio terapeutico per donne che soddisfano i criteri per SMP e DDPM è un trattamento farmacologico e psicoterapeutico.
Farmaci
L’approccio farmacologico ha due principali target:
- Aumentare il livello di serotonina
- Sopprimere l’asse ipotalanmo-ipofisi-gonadi per eliminare i cambiamenti dei livelli degli ormoni steroidei sessuali
Come per altri disturbi dell’umore una delle prime linea di trattamento per SPM e DDPM è la terapia farmacologica. Ci sono molte evidenze in letteratura che testimoniano come i farmaci antidepressivi, in particolare gli SSRIs siano efficaci nel ridurre la sintomatologia premestruale.
Sono risultate efficaci anche le terapie ormonali che agiscono sull’asse ipotalamo-ipofisi-gonadi, nonostante inducano una sorta di menopausa clinica, con non pochi effetti collaterali sia fisici che psicosociali. La pillola contraccettiva è molto usata nella pratica clinica, sebbene le evidenze a riguardo siano molto poche.
Approcci psicologici
Tanta attenzione viene riposta sulle tecniche di riduzione dello stress e in particolar modo sulle tecniche di rilassamento. Attraverso pratiche come il Training Autogeno o il Rilassamento Muscolare Progressivo, ma anche attraverso approcci più recenti come la pratica della Mindfulness, le donne possono essere aiutate a regolare l’attivazione emotiva intensa tipica del periodo premestruale.
Se i sintomi invece sono più gravi e invalidanti, a questi approcci è molto importante che venga affiancato un percorso di psicoterapia.
La psicoterapia cognitivo-comportamentale (CBT) in tutte le sue forme e declinazioni è da sempre considerata un trattamento di elezione per i quadri depressivi. Sebbene non ci siano ricerche chiare che indagano l’efficacia della CBT nel trattamento di SMP e DDPM è indubbio il beneficio che può avere una donna.
Bibliografia
- American Psychiatric Association. (2013). Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, 5th Edition: DSM-5. . American Psychiatric Publishing.
- Carlini, S., & Deligiannidis, K. (2021, Feb). Evidence-based treatment of Premestrual Dysphoric Disorder: a concise review. J Clin Psychiatry, 81(2).
- Dilbaz, B., & Aksa, A. (2021). premestrual syndrome, a common but underrated enity: review of the clinical literature.
- Epperson, C., Steiner, M., Hartlage, S., Eriksson, E., Schmidt, P., & Jones, I. (2012). Premestrual dysphoric diorder: evidencefor a new category for DSM-5. Am J Psychiatry, 169, p. 465-75.
- Hantsoo, L., & Epperson, N. (2015, Nov). Premestrual Dysphoric Disorder: Epidemiology and Treatment. Curr Psychiatry Rep, 17(11), p. 87.
- Hofmeister, S., & Bodden, S. (2016, Aug). Premetrual Sydrome and Premestrual Dysphoric Disorder. American Family Physician, 94(3), p. 236-40.
- Segeladh, B., Bannbers, E., Kask, K., Nyberg, S., Bixo, M., & Heimer, G. (2011). Prevalence of violence exposure in women with premestrual dysphoric in comparison with other gynecological patients and syntomatic controls. Acta Obset Gynecol Scand, 90, p. 746-52.