Il rimuginio desiderante è un processo cognitivo che, analogamente al rimuginio ansioso, alla ruminazione depressiva e alla ruminazione rabbiosa, ha le caratteristiche di essere perseverante, analitico e ripetitivo.
Generalmente, tale processo viene attivato a partire dalla percezione di un desiderio. E, così, il rimuginio desiderante può configurarsi come la risposta agita dal soggetto a fronte della percezione di uno stato che segnala la mancanza di qualcosa.
Tendenzialmente, il rimuginio desiderante si configura come un processo di riflessione sui nostri desideri e su ciò che vorremmo ottenere.
Analogamente a quanto si riscontra nelle altre forme di rimuginio, anche per l’attivazione del rimuginio desiderante è possibile identificare specifiche (meta)credenze positive relative all’utilità e al vantaggio dell’ingaggiarsi in tale processo.
Il rimuginio desiderante patologico
Il rimuginio desiderante può configurarsi come forma di rimuginio patologico, in particolare quando viene messo in atto in riferimento a desideri che non vorremmo perseguire o all’adozione di comportamenti che potrebbero essere disfunzionali, se non addirittura dannosi.
Ad esempio, esso potrebbe riguardare l’immaginare se stessi mentre si sta fumando una sigaretta, durante un periodo di astinenza in cui si sta tentando di smettere di fumare.
In tali casi, il rimuginio desiderante può delinearsi come strategia cognitiva consapevole e messa in atto in maniera volontaria. Con la finalità di identificare motivazioni utili per poter resistere ad una certa tentazione o ad uno specifico desiderio.
Altresì, il rimuginio desiderante potrebbe essere messo in atto al fine di ridurre i livelli di senso di colpa percepiti, qualora si ceda ad una specifica tentazione.
Così, il rimuginio desiderante riguarda il fantasticare rispetto a certe situazioni o condizioni ed include l’elaborazione di informazioni relative a oggetti che vorremmo ottenere, o attività piacevoli in cui vorremmo ingaggiarci.
L’anticipazione mentale della gratificazione
Esso può configurarsi come un tentativo di anticipare la gratificazione. Generalmente include immagini ed elementi di natura sensoriale che accompagnerebbero l’agire il comportamento desiderato.
Spesso include anche l’elaborazione di dati ed elementi concreti orientati alla pianificazione necessaria per poter raggiungere l’oggetto del desiderio.
Inoltre, il processo del rimuginio desiderante anticipa le conseguenze piacevoli dell’agire uno specifico comportamento o dell’ottenere l’oggetto desiderato. Pertanto, rispetto a quanto solitamente si riscontra in altre forme di rimuginio patologico, nel rimuginio desiderante i contenuti del processo possono riguardare la presenza di scenari, emozioni e sensazioni piacevoli.
Il rimuginio desiderante, generalmente, implica la presenza di bias attentivi orientati al perseguire un certo desiderio. Tale processo, infatti, orienta il pensiero, focalizza l’attenzione sull’oggetto del desiderio e sui concreti passi necessari per ottenerlo e soddisfare la mancanza, mantenendo e alimentando anche la motivazione a perseguirlo.
Il focus dell’attenzione
Quando il processo di rimuginio desiderante è attivato, il focus dell’attenzione può essere orientato sia internamente (ad esempio, su certe sensazioni fisiche) che esternamente (ad esempio, potrebbe riguardare il processamento di informazioni relative alla situazione esterna concreta che potrebbero essere utili ai fini di raggiungere lo scopo desiderato).
Il focus attentivo si può spostare dall’interno all’esterno e la persona potrebbe così ingaggiarsi in riflessioni che riguardano sia certe sensazioni piacevoli, sia i prossimi passi da compiere per raggiungere l’oggetto del desiderio, i possibili ostacoli e come poterli affrontare.
Tra gli effetti del rimuginio desiderante si riscontra spesso la distorsione della nostra capacità di valutare certe situazioni e, così, dei nostri processi decisionali.
Generalmente, questo processo ostacola la possibilità di valutare adeguatamente i costi e i benefici dell’oggetto in questione o dell’adozione del comportamento desiderato.
In particolare, il rimuginio desiderante inibisce la possibilità di valutare adeguatamente gli effetti della soddisfazione di un certo desiderio ostacolando la possibilità di collocarlo adeguatamente all’interno di una più ampia gerarchia di scopi personali. Questo meccanismo ostacola la capacità di di scegliere di adottare condotte funzionali sul medio e lungo termine, piuttosto che gratificanti nell’immediato.
Il rimuginio come dibattito interno
Il rimuginio desiderante può assumere la forma di una discussione con se stessi per la quale la persona riflette e ragiona sui vantaggi e sugli svantaggi di una certa situazione o del cedere ad una tentazione.
Questa discussione può configurarsi come una vera e propria battaglia che mantiene alti i livelli di stress, riducendo le risorse disponibili per esercitare l’autocontrollo. Generalmente, promuove l’adozione di scelte impulsive, orientando il comportamento verso l’adozione di comportamenti disfunzionali, ma percepiti come maggiormente gratificanti nel breve termine.
Così, per tutti questi meccanismi, il rimuginio desiderante crea una condizione di base per cui viene ostacolata la capacità di resistere alle tentazioni.
Esso, infatti, non aiuta a scegliere in modo razionale e non consente di sopprimere il desiderio, implicando la riduzione delle capacità di autoregolazione. E quindi del senso di controllo, l’incremento del desiderio, l’amplificazione delle sensazioni spiacevoli legate agli stati di deprivazione e frustrazione del non poter soddisfare il desiderio, la diminuzione della capacità di posticipare la deprivazione.
Rimuginio patologico e psicopatologia
Il rimuginio desiderante è un processo che è stato trovato essere associato a varie forme di psicopatologia.
In particolare, esso mantiene e alimenta la propensione a comportamenti tipici delle dipendenze patologiche, ma anche dell’adozione di altre condotte disfunzionali per l’individuo. Queste non necessariamente arrivano a configurarsi come vere e proprie forme di psicopatologia.
In particolare, il rimuginio desiderante è stato trovato essere associato al craving, meccanismo legato a comportamenti di dipendenza e discontrollo degli impulsi. E’ stato inoltre trovato essere associato a comportamenti di consumo e abuso di alcol, nicotina, sostanze stupefacenti, utilizzo problematico di internet, adulterio, shopping compulsivo, abbuffate alimentari, dipendenza affettiva.
Bibliografia
- Caselli, G., & Spada, M. M. (2010). Metacognition in desire thinking: A preliminary investigation, Behavioural and Cognitive Psychotherapy, 38, 629-637.
- Caselli, G., Spada, M. M. (2014). Desire thinking: what is it and what drives it?, Addictive Behaviors, 44, 71-79.
- Caselli, G., Ruggero, G. M., e Sassaroli, S. (2017). Rimuginio. Teoria e terapia del pensiero ripetitivo. Raffaello Cortina Editore.
- Chakroun-Baggioni N., Corman, M., Spada, M. M., Caselli, G., & Gierski, F. (2017). Desire thinking as a confounder in the relationship between mindfulness and craving: Evidence from a cross-cultural validation of the Desire Thinking Questionnaire, Psychiatry Research, 256, 188-193.
- Fernie, B. A., Caselli, G., Giustina, L., Donato, G., Marcotriggini, A., & Spada, M. M. (2014). Desire thinking as a predictor of gambling, Addictive Behaviors, 39, 793-796.
- Kavanah, D. J., Andrade, J., & May, J. (2005). Imaginary relish and exquisite torture: the elaborated intrusion theory of desire, Psychological Review, 112, 446-467.
- Spada, M. M., Caselli, G., Saliferi, M., Nikčević, A. V., & Sassaroli, S. (2014). Desire thinking as a predictor of problematic internet use, Social Science Computer Review, 32 (4), 474-483.