In un recente articolo (Effectiveness of Internet-Based Cognitive–Behavior Therapy for Social Anxiety Disorder in Clinical Psychiatry – http://dx.doi.org/10.1037/a0039198), gli autori hanno riportato i risultati di uno studio sull’efficacia del protocollo di terapia cognitiva comportamentale via internet (Internet Cognitive Behavioral Therapy – ICBT) per il trattamento del disturbo dell’ansia sociale in pazienti afferenti ai servizi di psichiatria.
Come noto, la fobia sociale è un disturbo molto comune e altamente disabilitante; tende ad un decorso cronico e spesso rappresenta la causa di disturbi depressivi e di dipendenze patologiche.
La terapia cognitivo comportamentale, pur con qualche ombra, ha da tempo dimostrato la sua efficacia nel trattamento di questo invalidante disturbo. Questo ha portato a sviluppare diversi protocolli, tra i quali quello oggetto di studio del presente articolo.
Lo scopo dello studio è stato investigare l’efficacia dell’ICBT nel trattare la fobia sociale in un gruppo di pazienti afferenti al servizio di psichiatria. Un secondo obiettivo è stato valutare se l’aderenza al trattamento era associata ad un miglioramento sintomatologico; infine, data la natura longitudinale dello studio, vedere se l’aumento dell’esperienza dei terapeuti in questo protocollo produceva un miglioramento dei risultati.
Il presente studio ha coinvolto un campione di 654 pazienti afferenti al servizio psichiatrico nazionale. I criteri di inclusione erano soddisfare i criteri del DSM IV, non intraprendere altri tipi di terapia durante il trial, assumere l’eventuale terapia farmacologica, se presente, in modo stabile da almeno quattro settimane, saper leggere e scrivere, avere un’età superiore a 16 anni, avere accesso ad un computer, non presentare altre problematiche psichiatriche. Ai pazienti sono stati somministrati diversi questionari, trai quali la Liebowitz Social Anxiety Scale Self Report.
Il principio base della ICBT è che il protocollo, basato sul modello di Clark e Wells, non si discosti di fatto da una terapia vis á vis. Nel corso degli anni (il presente studio è cominciato nel 2009 e terminato nel 2013), il numero di sedute è passato da 15 a 12 ma senza modificare sostanzialmente l’intervento.
Come supposto, i principi base del trattamento sono stati la psicoeducazione, la ristrutturazione cognitiva e l’esposizione in vivo graduale. Ai pazienti sono stati forniti materiali e fogli di lavoro via internet.In media ogni paziente ha mandato 14,84 messaggi al terapeuta, il quale mediamente ha risposto con 15,33 messaggi.
I risultati dimostrano che la ICBT è efficace nel ridurre i sintomi fobico sociali sia alla fine del trial che al follow up a 6 mesi.
Una delle implicazioni cliniche più importanti di questo studio è che la ICBT sembra possedere un’efficacia similare a quella della CBT standard e, dunque, vista la difficoltà di accesso dei pazienti con fobia sociale al trattamento, questo protocollo potrebbe rivelarsi vantaggioso. In conclusione, però, occorre sottolineare anche diversi punti deboli dello studio, come ad esempio l’assenza di un gruppo di controllo.
Si tratta chiaramente di esperienze del mondo anglo-sassone, e in Italia siamo ancora lontani dall’applicare questo tipo di interventi. C’è da chiedersi, tuttavia, se tutto questo scetticismo abbia senso di esistere, visti i risultati sempre più schiaccianti che riportano i trial di efficacia delle terapia internet-based.