La promozione del benessere in psicoterapia
Molto spesso nella concezione culturale tipica del nostro paese i termini “psicologia” e “psicoterapia”, così come le professioni di “psicologo” e di “psicoterapeuta”, sono strettamente collegati ai concetti di cura, disturbo e patologia.
In realtà, osservando da vicino le definizioni che caratterizzano queste professioni, la portata di un intervento psicologico e/o psicoterapeutico diventa ben più ampia.
Infatti, la psicoterapia oltre che essere orientata alla cura della psicopatologia, così come la psicologia, si occupa di benessere e di promozione della salute. Aspetto che rientra nei compiti di entrambe le categorie professionali.
Il ruolo dello psicologo e dello psicoterapeuta
Come sottolineato da Carraresi (2022), lo scopo principale del lavoro dello psicologo infatti, a differenza di quello dello psicoterapeuta che è orientato alla cura della psicopatologia, è la prevenzione del disagio o dei disturbi psicologici, la promozione del benessere della persona e il recupero dello stesso.
Promozione del benessere che comunque rientra insitamente anche nel ruolo dello psicoterapeuta. Come descritto da Leland e Campbel (1979) infatti per psicoterapia si può intendere “qualsiasi forma di terapia per malattie mentali, disadattamenti di comportamento e problemi, in cui una persona che ha ricevuto un’adeguata preparazione instaura un rapporto professionale con un paziente al fine di rimuovere, modificare o attenuare i sintomi esistenti, di cambiare o capovolgere i modelli di comportamento disturbati, e di promuovere uno sviluppo e una crescita positivi della personalità”.
Su quest’ultima parte di definizione ci concentreremo all’interno di questo articolo, dato che sempre più forme di terapia si stanno focalizzando negli ultimi anni sulla promozione e lo sviluppo di risorse per migliorare la qualità della vita dei propri clienti.
Le risorse interne possono essere definite come un insieme di caratteristiche ed abilità personali che l’individuo ha a propria disposizione per affrontare e gestire ciò che avviene all’interno della propria vita.
Una vera e propria “cassetta degli attrezzi” utile sia per la promozione del proprio benessere che per affrontare quotidiane situazioni di vita.
La psicoterapia cognitivo-comportamentale per la promozione di risorse
Uno degli obiettivi insiti da sempre all’interno della terapia cognitivo-comportamentale (CBT) è proprio l’attivazione delle risorse a disposizione del paziente, così come la trasmissione di valide e funzionali strategie che possono aiutarlo a gestire più efficacemente il proprio problema e/o disagio (Melli & Sica, 2018).
La persona rappresenta infatti molto più di un insieme di sintomi che concorrono alla manifestazione di un disturbo ed appare enormemente funzionale, fin dalla fase di assessment e valutazione, l’indagine di quelle aree di funzionamento a cui il paziente può fin da subito far riferimento oltre che attingere come supporto.
Interessi, hobby, capacità personali, rappresentano materia di indagine che permettono al clinico di allargare il proprio punto di vista considerando la persona nel suo complesso e non solo per ciò che lamenta.
Il potenziamento delle abilità
Proprio per questo motivo sono tipici di questo approccio veri e propri programmi di skills training che mirano a fornire al paziente conoscenze e strumenti che sarà poi in grado di utilizzare in autonomia.
Il training di abilità assertive è un esempio in questo senso, così come qualsiasi pratica (e.g., Rilassamento Muscolare Progressivo di Jacobson, Training Autogeno di Schultz) volta a fornire al paziente risorse e strumenti che possano permettergli di gestire in futuro in autonomia le proprie situazioni di disagio.
L’importanza legata al promuovere quelle competenze o abilità interne della persona non è nuova all’Organizzazione Mondiale della Sanità che nel 1993 identifica quale strumento da prediligere per la promozione della salute proprio lo sviluppo di abilità specifiche denominate “Life Skills” (abilità per la vita), quali:
– Decision making;
– Problem solving;
– Pensiero critico;
– Pensiero creativo;
– Autoconsapevolezza;
– Gestione delle emozioni;
– Gestione dello stress;
– Empatia;
– Comunicazione efficace;
– Relazioni interpersonali efficaci.
Abilità che possono essere oggetto di training o allenamento anche all’interno di un percorso terapeutico di natura cognitivo-comportamentale.
La promozione dell’adulto sano in Schema Therapy
La fase di cambiamento in Schema Therapy, successiva a quella di “assessment e psicoeducazione”, prevede un utilizzo integrato di strategie cognitive, esperienziali, comportamentali e interpersonali che hanno l’obiettivo di rivedere gli schemi e sostituire gli stili di coping disadattivi con modelli di comportamento più funzionali (Young et al., 2003).
Tali strategie sono volte ad alimentare e potenziare la funzione dell’adulto sano, la parte funzionale del paziente che aiuta la propria parte bambina a soddisfare i suoi bisogni emotivi primari.
In Schema Therapy questo avviene anche grazie al reparenting, ovvero quella funzione svolta dal terapeuta nel fornire al paziente un modello adulto e funzionale che possa sostituirsi a quelle parte critiche interiorizzate durante la propria vita.
L’obiettivo terapeutico è in questo caso fortemente incentrato sulle risorse dato che se da un lato la volontà è quella di rafforzare quelle già esistenti, dall’altro (anche grazie al reparenting) si mira ad aiutare il paziente a crearsi nuove e più funzionali strategie volte al soddisfacimento dei propri bisogni e nelle proprie relazioni interpersonali.
Valori e azione impegnata nell’ACT
Lo scopo dell’Acceptance and Commitment Therapy (ACT) è quello di creare una vita ricca, piena e significativa mentre accettiamo il dolore che inevitabilmente la accompagna (Harris, 2009).
All’interno di questo approccio una delle componenti fondanti è proprio l’identificazione dei valori, ovvero ciò che è importante nella propria vita e che risulta essere funzionale per mettere in atto delle azioni impegnate in tali direzioni.
Come azioni impegnate rientrano tutti i tradizionali interventi di stabilimento degli obiettivi, attivazione comportamentale e skills training (Harris, 2009). Proprio perché la finalità è quella di permettere alla persona di potersi muovere verso ciò che è importante per lei anche ampliando il proprio repertorio di capacità e risorse interne.
Lo sviluppo del sé compassionevole nella CFT
Uno degli aspetti centrali della Compassion Focused Therapy (CFT) è proprio la volontà di aiutare i pazienti a coltivare stili di vita compassionevoli contraddistinti da modi di essere nel mondo caratterizzati da cuori aperti e coraggiosi, menti flessibili e un repertorio di comportamenti efficaci a cui attingere (Kolts, 2016).
La compassione rappresenta un aspetto cardine di tutto questo approccio che implica, prima di tutto, l’importanza di cambiare prospettiva imparando ad orientare la propria attenzione e vita piuttosto che sulla minaccia o sulla volontà di evitare determinati pericoli e situazioni. Sul cercare di sviluppare punti di forza funzionali alla gestione di qualsiasi cosa si presenti nella propria vita.
La prospettiva del sé compassionevole una volta consolidata rappresenta una risorsa interna a tutti gli effetti che il paziente può utilizzare quotidianamente.
Può infatti essere usata come punto di riferimento per la risoluzione di problemi, per la compassione e per l’empatia (Kolts, 2016), fornendo alla persona una vera e propria guida per gestire la propria vita.
Lo Skills Training nella DBT
La Dialectical Behaviour Therapy (DBT) di Marsha M. Linean prevede all’interno del proprio trattamento un’apposita parte relativa allo Skills Training nelle situazioni in cui il soggetto non disponga di adeguate strategie ed abilità per affrontare la propria quotidianità (Linehan, 1993).
In DBT lo Skills Training solitamente viene svolto in gruppo (seppur sia spesso coniugabile anche in contesto individuale) che consta sia di una parte di insegnamento che di una pratica applicativa.
All’interno di questo training si alterna lo sviluppo e la messa in pratica di skills come la regolazione delle emozioni, la mindfulness, l’efficacia interpersonale e le abilità di tolleranza della sofferenza.
Le strategie di mastery e lo Skills Training nella TMI
Nella Terapia Metacognitiva Interpersonale (TMI) è presente uno specifico accento sull’importanza di promuovere abilità di mastery volte al padroneggiare la regolazione dei propri stati interni.
Tra queste, quelle che vengono definite come strategie di terzo livello rappresentano un insieme di strategie metacognitive che il paziente apprende per intervenire direttamente sui propri stati mentali (Carcione et al., 2016).
Inoltre, in maniera simile a quanto riportato per quanto riguarda la DBT, anche la TMI ha sviluppato alcuni moduli di intervento di gruppo volti alla promozione di abilità metacognitive ed interpersonali.
L’obiettivo strategico dello Skills Training (che solitamente rappresenta un intervento di gruppo da affiancare alla terapia personale) è quello di potenziare le abilità metacognitive e le abilità relazionali dei pazienti, sia in generale, sia rispetto alle specifiche difficoltà di ciascuno (Carcione et al., 2016).
L’EMDR e il protocollo per lo sviluppo e installazione delle risorse
La terapia Eye Movement Desensitization and Reprocessing EMDR (Shapiro, 1995), la cui applicazione iniziale si è incentrata sull’elaborazione dei ricordi traumatici, sta avendo negli ultimi anni sempre più sviluppi rispetto alla possibilità di essere un valido strumento per l’implementazione di risorse interne.
Lo stesso protocollo standard prevede, all’interno della propria fase 5, una parte specifica relativa all’installazione della cognizione positiva, al fine di sostituire quella negativa originariamente ancorata al ricordo ed aumentare il senso di autostima e di autoefficacia della persona (Shapiro, 2000).
Questo accento positivo e propositivo è stato ampliato all’interno del Protocollo per lo Sviluppo e Installazione delle Risorse (RDI) che ha trovato applicazione anche nella ricerca del potenziamento verso la massima prestazione sportiva (Foster, 2012).
Questo ha portato la terapia EMDR ad avere una nuova propria branca di applicazione specifica relativa alla promozione ed ottimizzazione delle risorse e abilità interne della persona.
La psicoterapia come risorsa per la persona
Quanto riportato non punta assolutamente ad essere un elenco esaustivo delle terapie cognitivo-comportamentali che al loro interno prevedono una specifica parte di promozione di risorse interne per la persona.
A maggior ragione dato che questo sembra essere uno sviluppo che molte forme di terapia stanno includendo all’interno del proprio approccio.
Vuole piuttosto essere uno spunto di riflessione su quanto a volte la decisione di intraprendere un percorso terapeutico miri, in senso lato, alla promozione del benessere della persona piuttosto che all’esclusiva rimozione e/o gestione del disagio e dell’eventuale disturbo.
In questo senso, la CBT può rappresentare una vera e propria risorsa anche per tutte quelle persone che desiderano intraprendere un percorso terapeutico volto ad incrementare le proprie abilità ed aree di funzionamento oltre che il proprio benessere percepito.
Bibliografia essenziale
- Carcione, A., Nicolò, G., & Semerari, A. (2016). Curare i casi complessi: la terapia metacognitiva interpersonale dei disturbi di personalità. Editori Laterza
- Carraresi, C. (2022, Aprile 21). Differenza tra psicologo, psichiatra e psicoterapeuta. IPSICO blog. https://www.ipsico.it/news/differenza-tra-psicologo-psichiatra-e-psicoterapeuta/
- Foster, S.L. (2012). Integrating positive psychology applications into the EMDR Peak Performance protocol. Elsevier Masson
- Harris, R. (2009). ACT Made Simple. New Harbinger Publications, Inc. Trad. It., Fare ACT. Milano, FrancoAngeli, 2011
- Kolts, R.L. (2016). CTF Made Simple: A Clinician’s Guide to Practicing Compassion-Focused Therapy. New Harbinger Publications, Inc. Trad. It., Fare TFC. Milano, FrancoAngeli, 2019
- Leland, L.E., & Campbel, R.J. (1970). Psychiatric Dictionary. Oxford University Press, Inc. London (trad. It.) Astrolabio, Roma, 1979
- Linehan, M.M. (1993). Cognitive-Behavioral Treatment of Borderline Personality Disorder. New York: Guilford Press. Trad. It., Trattamento cognitive-comportamentale del disturb borderline: il modello DBT. Milano, Raffaello Cortina Editore, 2021
- Melli, G. & Sica, C. (2018). Fondamenti di Psicologia e Psicoterapia cognitivo-comportamentale: modelli clinici e tecniche di intervento. Erickson
- Shapiro, F. (1995). Eye Movement Desensitization and Reprocessing: Basic principles, protocols and procedures. New York: Guilford Press
- Shapiro, F. (2000). Desensibilizzazione e rielaborazione attraverso movimenti oculari (I. Fernandez, Ed.). New York: McGraw-Hill Education
- Young, J.E., Klosko, J.S., & Weishaar, M.E. (2003). Schema therapy: A practitioner’s guide. New York: Guilford Press. Trad. it., Schema Therapy. Trento, Erickson, 2018