Il Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC) è un disturbo caratterizzato da ossessioni (pensieri, immagini o impulsi indesiderati che provocano profonda sofferenza) e compulsioni (comportamenti, visibili o meno, che il soggetto mette in atto per ridurre il disagio provocato dalle ossessioni).
Questa condizione può avere un impatto importante sulla vita di chi ne soffre, influenzando le relazioni personali, la produttività lavorativa e la capacità di svolgere le attività quotidiane.
Nonostante la consapevolezza dell’impatto sulla propria qualità di vita, non sempre è facile trovare la motivazione al cambiamento che permette di intraprendere efficacemente un percorso terapeutico.
La motivazione al cambiamento è un processo dinamico, che può essere influenzato da molteplici fattori interni ed esterni al paziente. Sviluppare e mantenere una motivazione elevata è fondamentale per affrontare efficacemente il disturbo. Il successo del trattamento del DOC dipende in buona misura dalla motivazione del paziente a impegnarsi e persistere nelle terapie proposte.
Barriere alla Motivazione
Le barriere alla motivazione nel trattamento del DOC sono molteplici e complesse.
Una delle principali barriere alla motivazione nel trattamento del Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC) è la paura delle conseguenze di non eseguire i rituali compulsivi, che porta i pazienti a credere che questi comportamenti siano l’unico modo per prevenire eventi negativi o per alleviare la sofferenza legata alle ossessioni.
Un’altra barriera significativa è l’attaccamento ai rituali. Per alcuni pazienti, i comportamenti compulsivi forniscono un senso di controllo o sicurezza, nonostante siano consapevoli della loro irrazionalità. Questo senso di sicurezza non è facile da abbandonare e crea spesso molta ambivalenza nella messa in pratica di esercizi tipici del percorso cognitivo-comportamentale.
La mancanza di speranza è altresì una barriera comune. I pazienti che hanno vissuto con il DOC per un lungo periodo senza miglioramenti significativi possono diventare pessimisti riguardo alle possibilità di recupero, il che può ridurre la loro motivazione a impegnarsi in trattamenti che percepiscono come inutili.
Strategie cognitivo-comportamentali per incrementare la motivazione
Per superare queste barriere, è essenziale implementare strategie specifiche.
Gli interventi psicoeducativi, tipici della terapia cognitivo-comportamentale (TCC), possono essere particolarmente efficaci, fornendo ai pazienti una comprensione più profonda dei meccanismi del disturbo e demistificando le credenze irrazionali relative alle compulsioni.
La TCC è una delle terapie più efficaci per il DOC, incentrata sulla modifica dei pensieri e dei comportamenti disfunzionali.
Attraverso la TCC, i pazienti apprendono a sfidare le proprie credenze ossessive e a mettere in discussione la necessità delle compulsioni, acquisendo strumenti per gestire l’ansia.
La TCC può rafforzare la motivazione mostrando ai pazienti progressi tangibili e miglioramenti nella gestione dei sintomi, anche grazie a esperimenti comportamentali ed esposizioni. Questi non solo mettono in discussione le credenze ossessive che mantengono il disturbo, ma rimandano un senso di autoefficacia ai pazienti.
Come le terapie cognitive di terza generazione ci possono aiutare nell’incremento della motivazione al cambiamento
Le terapie di terza onda possono essere un’ottima integrazione alle ben note tecniche cognitivo-comportamentali, non solo nella strategia di trattamento ma anche nella gestione della motivazione al cambiamento.
Terapia di Accettazione e Impegno (ACT)
L’ACT si distingue per il suo focus sull’accettazione dei pensieri e delle emozioni dolorose senza lotta, e sull’impegno verso azioni che rispecchiano i valori personali del paziente, anche in presenza di eventi difficili da gestire.
Questo approccio si basa sull’idea che il tentativo di controllare le esperienze interne indesiderate può intensificare la sofferenza e distogliere l’individuo dai suoi valori e obiettivi di vita.
Nel contesto del DOC, l’ACT aiuta i pazienti a sviluppare una relazione diversa con i pensieri ossessivi e le compulsioni. Invece di combattere o cedere a questi pensieri e comportamenti, l’ACT incoraggia i pazienti a riconoscerli, accettarli come esperienze, e poi scegliere di agire in modi che siano più allineati con ciò che è veramente importante per loro.
Integrando l’ACT nel trattamento del DOC, i terapeuti possono offrire ai pazienti strumenti potenti per aumentare la loro motivazione al cambiamento.
Attraverso l’accettazione, l’orientamento verso i valori personali e l’azione impegnata, i pazienti possono imparare a vivere una vita che rispecchia ciò che per loro è veramente importante, indipendentemente dalla presenza di pensieri ossessivi o compulsioni.
L’ACT, quindi, non solo aiuta i pazienti a gestire meglio i sintomi del DOC, ma fornisce anche una strada verso un’esistenza più ricca e piena, aumentando la motivazione intrinseca al cambiamento e al miglioramento della qualità di vita.
Compassion Focused Therapy
La Compassion Focused Therapy (CFT) è particolarmente rilevante nel trattamento del DOC, poiché mira a promuovere l’autocompassione e la comprensione empatica nei confronti della propria sofferenza psicologica.
Questo approccio si basa sul principio che molte delle difficoltà psicologiche, inclusi i disturbi come il DOC, sono radicate in sistemi di minaccia iperattivi e in critiche interne severe.
Molti pazienti con DOC lottano con sentimenti di vergogna e autogiudizio a causa dei loro pensieri ossessivi e comportamenti compulsivi. La CFT lavora per ridurre queste critiche interne, incoraggiando un atteggiamento di gentilezza e comprensione verso se stessi.
Questo può essere particolarmente liberatorio per i pazienti, aumentando la loro motivazione a impegnarsi nel trattamento e a esplorare strategie di cambiamento.
Attraverso l’esercizio della compassione, i pazienti apprendono a trattare se stessi con la stessa gentilezza e comprensione che offrirebbero a una persona cara in difficoltà. Questo cambiamento di prospettiva può facilitare un maggiore impegno nel trattamento, poiché i pazienti iniziano a vedere il percorso terapeutico non come un’ulteriore fonte di stress o critica, ma come un atto di cura personale.
La compassione diventa così un potente motore di cambiamento, incoraggiando i pazienti a perseguire il recupero non per evitare il giudizio, ma per promuovere il benessere e la felicità.
Il ruolo del terapeuta
Il terapeuta svolge un ruolo insostituibile nel processo di cambiamento e alcuni aspetti sono fondamentali per facilitare la motivazione dei pazienti che soffrono di DOC.
Il primo passo per un terapeuta è creare un ambiente in cui il paziente si senta sicuro, accettato e compreso. La sicurezza della relazione e l’accettazione non giudicante riducono il rischio che il paziente si chiuda o si ritiri dal trattamento, particolarmente importante quando si affrontano argomenti difficili o che generano sentimenti di vergogna.
Inoltre riconoscere anche i progressi più piccoli è vitale per mantenere la motivazione del paziente. Questo riconoscimento aiuta i pazienti a vedere che il cambiamento è possibile e che stanno muovendo passi verso il recupero, anche se lentamente. Questi momenti di celebrazione possono essere particolarmente motivanti e rinvigorire l’impegno del paziente nel trattamento.
I terapeuti utilizzano infine la loro empatia e competenza per aiutare i pazienti a superare le resistenze al cambiamento. Attraverso tecniche di ascolto attivo, validazione emotiva e sfida costruttiva dei pensieri disfunzionali, i terapeuti possono aiutare i pazienti a navigare attraverso le loro paure e resistenze.
Questo processo non solo incrementa la motivazione ma rafforza anche l’alleanza terapeutica, fondamentale per un trattamento efficace.
Considerazioni finali
La motivazione al trattamento è un elemento critico nel successo della terapia per il Disturbo Ossessivo-Compulsivo. Superare le barriere alla motivazione richiede un approccio integrato che includa psicoeducazione, supporto terapeutico, e l’applicazione di strategie terapeutiche specifiche come la TCC, l’ACT e la CFT.
È essenziale che i terapeuti riconoscano l’importanza della motivazione e impieghino metodi mirati per sostenerla, facilitando così il percorso dei pazienti verso il recupero e una migliore qualità della vita.
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