È di non molto tempo fa la notizia che Jeff Bezos, fondatore di Amazon, non prende decisioni importanti dopo le 17:00. Questo perché ritiene di non essere abbastanza lucido per fare scelte ponderate.
A prima vista può sembrare una scelta eccentrica di un personaggio pubblico da derubricare al giornalismo di costume. Tuttavia, le ragioni potrebbero essere più profonde di quanto si pensi.
Quante volte, a fine di una giornata, ci troviamo stanchi e spossati incapaci di prendere decisioni con lucidità? Quante altre siamo provati da ore di lavoro senza che si sia fatta alcuna attività fisica?
Questa esperienza, per quanto comune, ha catturato l’attenzione degli studiosi sin dagli anni ’90 e ha assunto il nome di “stanchezza da decisione” (decision fatigue).
Esso descrive la situazione in cui la propria abilità di fare scelte e di mantenere il controllo del proprio comportamento è messa in crisi a causa di ripetute prese di decisione intercorse durante la giornata (Pignatiello et al., 2018).
Comunemente si fa riferimento a questo stato anche con il termine “stanchezza mentale” e, tuttavia, i due termini non sono esattamente la stessa cosa. Per stanchezza mentale si definisce la difficoltà di utilizzare i processi cognitivi come il ragionamento, mentre nello stato di stanchezza da decisione non solo diventa difficile riflettere, ma risulta faticoso anche regolare i propri stati interni come le emozioni.
Perché prendere decisioni comporta stanchezza?
Secondo Baumeister e colleghi (1998) il presupposto di base è che la capacità degli esseri umani di controllare il proprio comportamento non è illimitata. Può andare incontro a esaurimento.
In maniera analoga alla fatica fisica dopo uno sforzo, ogni scelta che la persona compie consuma una parte di risorse interne che non possono più essere utilizzate per processare le informazioni, ragionare sui problemi e, quindi, prendere decisioni.
Man mano che compie scelte, la persona consuma le risorse che giornalmente ha a disposizione, arrivando a terminarle. In questo senso, quindi, la stanchezza derivante dal prendere decisioni assume il ruolo di indicatore che le risorse interne si stanno esaurendo.
Quali sono i sintomi?
In generale, una delle conseguenze più evidenti della fatica da decisione è che la persona diventa incapace di fare compromessi e di riflettere sulle opzioni a disposizione. Assume un atteggiamento passivo nei confronti di qualsiasi nuova situazione in cui debba decidere, facendo scelte che possono apparire impulsive o irrazionali (Baumeister e Tierney, 2012).
La persona affetta da stanchezza da decisione può mostrare i seguenti sintomi:
- Adotta comportamenti di evitamento come la procrastinazione o la passività durante il processo decisionale, che paradossalmente può portare alla decisione di non-decidere.
- Tende a scegliere in modo automatico senza valutare accuratamente le opzioni disponibili.
- Ha reazioni impulsive o esplosive, in quanto in uno stato di fatica da decisione le emozioni sono percepite in maniera più intensa. In altre parole, agli occhi della persona ciò che sarebbe una semplice seccatura può trasformarsi in un vero e proprio problema.
- Ha difficoltà di concentrazione che impediscono di concentrarsi su un compito o sull’ascolto degli altri.
- Peggiora nelle prestazioni nel portare a termine i compiti, soprattutto di carattere intellettuale.
- Utilizza maggiormente regole (euristiche) veloci e generali per risolvere i problemi. Non scendendo nel merito della situazione, però, queste possono portare a scelte distorte e a risultati indesiderati.
- Ha minor tolleranza a situazioni di resistenza fisica come stare in piedi o mantenere una corretta postura da seduti.
- Presenta maggior difficoltà a definire quale risultato si voglia ottenere da una scelta.
- Ha la percezione di non riuscire a portare a termine il processo decisionale e la sensazione di essere intrappolati.
- Mostra marcato aumento di indecisione con frequenti ripensamenti circa le decisioni già prese.
Cosa consuma le risorse mentali?
Aver preso decisioni
Come già detto, aver dovuto prendere delle decisioni durante la giornata è una delle prime cause di fatica da decisione. Questo aspetto risulta particolarmente importante, in quanto i suoi effetti sono stati mostrati in una serie di mestieri che richiedono massimi livelli di concentrazione come il medico (Linder et al., 2014), il giudice (Danzinger et al., 2011) e il controllore di volo (Orasanu et al., 2012).
Mantenere l’auto-controllo
La letteratura è d’accordo nell’affermare che più una persona ha dovuto controllare e regolare il proprio comportamento, più sarà probabile che esperisca fatica da decisione. Ne sono esempi aver dovuto mantenere l’attenzione su un determinato compito per lungo tempo (Gilbert et al., 1988) oppure aver dovuto modulare le proprie emozioni e i propri pensieri (Muraven et al., 1998).
Il motivo risiede nel fatto che mantenere l’auto-controllo e prendere decisioni consumano le stesse risorse interne, portando ad esaurirle più velocemente.
Ora del giorno
Nonostante non si leghi in maniera diretta con la fatica da decisione, l’orario del giorno ha mostrato di poter influenzare i livelli di stanchezza da decisione. Ad esempio, Kouchaki e Smith (2014) hanno rilevato che con il trascorrere della giornata le persone diventino sempre incapaci di resistere alle tentazioni e possano indurre in comportamenti non etici come mentire.
Stanchezza fisica
La deprivazione di sonno sembra aumentare la probabilità di incorrere in fatica a prendere decisioni. Come riportato da Harrison e Horne (2000), persone deprivate del sonno ragionano in modo meno flessibile, perdono di creatività, hanno difficoltà a concentrarsi o sono catturate da dettagli superflui della situazione. Ripongono troppa fiducia in strategie già conosciute e riportano problemi di memoria. Questi elementi sono, non a caso, aspetti chiave del processo decisionale.
Cosa fare per limitare la fatica da decisione
Per quanto la stanchezza dovuta a scelte ripetute sia un fenomeno naturale è vero anche che, ad oggi, siamo esposti ad una quantità di situazioni in cui è richiesta una scelta molto più che in passato. Basti pensare all’offerta di prodotti alimentari, alla quantità di volte che dobbiamo scegliere se rispondere a messaggi ed e-mail, alla quantità di informazioni che riceviamo e su cui dobbiamo scegliere se dedicare la nostra attenzione.
Di seguito sono esposte una serie di strategie utili a gestire le risorse interne e mitigare gli effetti della fatica da decisione.
- Riservare le decisioni più importanti al mattino. Infatti, le risorse mentali sono maggiori durante le prime ore di veglia e permettono una miglior capacità di decidere.
- Ordinare le decisioni in termini di priorità. Definire le scelte da compiere in base all’importanza personale e all’impatto che potrebbero avere sulla vita. Le scelte più importanti sono quelle a cui teniamo di più e quelle che potrebbero avere conseguenze a lungo termine. Ad esse è necessario dedicare del tempo, per tutte le altre è utile scegliere l’opzione più semplice in modo da non consumare troppe risorse mentali.
- Variare la propria alimentazione e garantire al cervello il giusto apporto di zuccheri. Molti studi (Gailliot et al., 2007) hanno evidenziato come la carenza di zuccheri nel sangue aumenti la probabilità di essere impulsivi e andare incontro al detrimento delle abilità cognitive.
- Mantenere una prospettiva equilibrata rispetto ai risultati. Evitare il perfezionismo è fondamentale per poter prendere decisioni in modo veloce in quanto se si ricerca la perfezione è probabile che si finisca per aumentare il senso di frustrazione.
- Creare delle routine che alleggeriscano la quantità di decisioni da prendere in un giorno. Ad esempio, fissare dei giorni per gli impegni più importanti (palestra, amici, hobby) e rispettare quelle routine.
- Quando possibile, cercare di ridurre le opzioni a sole due alternative.
In conclusione, la fatica da decisione è un fenomeno comune alla base di molti comportamenti impulsivi e decisioni non ponderate. Tuttavia, una volta conosciuto e gestito, permette di ottimizzare le proprie risorse promuovendo il benessere quotidiano della persona.
Riferimenti bibliografici
- Baumeister, R., & Tierney, J. (2012). Willpower. New York: Penguin Books.
- Baumeister, R., Bratslavsky, E., Muraven, M., & Tice, D. (1998). Ego depletion: Is the active self a limited resource?. Journal Of Personality And Social Psychology, 74(5), 1252-1265. doi: 10.1037/0022-3514.74.5.1252
- Danziger, S., Levav, J., & Avnaim-Pesso, L. (2011). Extraneous factors in judicial decisions. Proceedings Of The National Academy Of Sciences,108(17), 6889-6892. doi: 10.1073/pnas.1018033108
- Gailliot, M., Baumeister, R., DeWall, C., Maner, J., Plant, E., & Tice, D. et al. (2007). Self-control relies on glucose as a limited energy source: Willpower is more than a metaphor. Journal Of Personality And Social Psychology, 92(2), 325-336. doi: 10.1037/0022-3514.92.2.325
- Harrison, Y., & Horne, J. (2000). The impact of sleep deprivation on decision making: A review. Journal Of Experimental Psychology: Applied, 6(3), 236-249. doi: 10.1037/1076-898x.6.3.236
- Kouchaki, M., & Smith, I. (2013). The Morning Morality Effect. Psychological Science, 25(1), 95-102. doi: 10.1177/0956797613498099
- Linder, J., Doctor, J., Friedberg, M., Reyes Nieva, H., Birks, C., Meeker, D., & Fox, C. (2014). Time of Day and the Decision to Prescribe Antibiotics. JAMA Internal Medicine, 174(12), 2029. doi: 10.1001/jamainternmed.2014.5225
- Orasanu J, Parke B, Kraft N, et al. (2012) Evaluating the effectiveness of schedule changes for air traffic service (ATS) providers: Controller alertness and fatigue monitoring study (No. DOT/FAA/HFD-13/001). Available at: https://trid.trb.org/view/1364660
- Pignatiello, G., Martin, R., & Hickman, R. (2018). Decision fatigue: A conceptual analysis. Journal Of Health Psychology, 135910531876351. doi: 10.1177/1359105318763510