Gatti, cani e in generale tutti gli animali domestici, svolgono un ruolo molto importante nella nostra vita: per chi convive quotidianamente con un pet le occasioni di riconoscimento dei benefici, sulla salute psicofisica e sul benessere in generale, sono molteplici.
Nel 1981 fu fondata in America la Delta Society che studia l’interazione uomo-animale. Nel sito ufficiale della società (www.deltasociety.org) vengono elencate le finalità dell’intervento terapeutico svolto con l’ausilio dell’animale:
– finalità fisiche: migliorare le capacita motorie e l’equilibrio fisico;
– finalità psichiche: aumentare le interazioni verbali tra gli individui di un gruppo, migliorare le capacita di attenzione, apprendimento, favorire lo sviluppo di capacità relazionali e ricreative, aumentare l’autostima, ridurre l’ansia, ridurre la solitudine;
– finalità educative: arricchire il vocabolario, recuperare la memoria a breve e a lungo termine;
– finalità motivazionali: migliorare la socializzazione, stimolare la volontà di essere coinvolti in attività di gruppo e migliorare le interazioni con le altre persone.
Ma il ruolo di cani e gatti e di molti altri animali domestici non si limita a questo: può andare oltre la compagnia e l’amicizia essere umano-animale. Nell’essere umano, infatti, l’interazione con gli animali causa il rilascio di endorfine, serotonina, dopamina e ossitocina: i cosiddetti ormoni della felicita’.
Quindi la convivenza con un animale domestico ha un’influenza positiva sulla qualità della vita della persona: l’animale con i suoi atteggiamenti distrae, stimola il sorriso ed il gioco, con il suo bisogno di cure e attenzione scandisce la giornata e favorisce una maggiore attività fisica ed una maggiore cura di sé, responsabilizza e restituisce affetto incondizionato, riduce l’isolamento, l’apatia e la solitudine, rilassa e dà sicurezza.
Infatti l’animale da compagnia funziona da catalizzatore e lubrificante sociale (termine coniato da Mugford e Comisky nel 1975), apre canali di comunicazione con l’esterno, crea coesione sociale, facilita la formazione di aggregazioni.
Alla base dell’effetto benefico dell’interazione uomo animale c’è sicuramente la forte capacità comunicativa e socializzante dell’animale stesso: per tale motivo gli animali domestici vengono utilizzati nei progetti di Pet Therapy, una terapia dolce basata sull’interazione uomo animale arrivata in Italia nel 1987 e che negli ultimi anni ha visto nascere in molte città italiane programmi ospedalieri, comunitari e domiciliari; infatti ogni regione italiana ha all’interno di Ospedali, penitenziari, scuole, comunità di recupero e Rsa, progetti di Pet Therapy.
Il termine Pet Therapy fu coniato nel 1964 dallo psichiatra infantile Boris Levinson per descrivere l’uso di un animale da compagnia nella cura delle patologie psichiatriche: Levinson scoprì che quando nel suo studio era presente il suo cane, i bambini con disturbi psichici da lui seguiti erano attratti dall’animale, agivano in maniera più spontanea e si relazionavano più facilmente con il terapeuta.
Il cane svolgeva una funzione mediatrice agevolando gli scambi comunicativi e creando un setting facilitato in cui i bambini si sentivano maggiormente a proprio agio e potevano manifestare liberamente le proprie emozioni e sensazioni.
Successivamente Levinson descrisse la propria esperienza nel libro “The dog as Co-Therapist”, elevando ufficialmente il ruolo dell’animale nelle cure psicologiche a co-terapeuta e coniò il termine Pet Therapy per definire le terapie basate sui benefici della relazione uomo-animale.
La “terapia per mezzo dell’animale” si basa quindi sul rapporto che si insatura, singolarmente o in un lavoro di gruppo, con l’animale impiegato, ed affianca le terapie in atto coadiuvando e rafforzando gli effetti ottenibili.
L’obiettivo di questo tipo di terapia, infatti, non è quello di curare le malattie ma di disporre il paziente alle terapie, migliorando il suo stato psicologico al fine di affrontare il percorso terapeutico in modo migliore, allontanando scoraggiamento, depressione, isolamento cognitivo e sociale.
Oggi la Pet Therapy si rivolge a persone con disturbi della sfera emotiva, cognitiva e relazionale di tutte le fasce di età. Possono beneficiare di interventi di Pet Therapy soggetti in età evolutiva con problematiche di handicap psico-fisico o disturbi comportamentali, bambini e adolescenti in situazioni di disagio socio-familiare, adulti con sindromi depressive o ansiogene, persone che presentano difficoltà comunicative di vario genere, anziani in situazione di solitudine e demotivazione.
Durante le sedute di Pet Therapy si abbassa l’ansia, si riduce il valore della pressione sanguigna, la glicemia e il battito cardiaco e, dopo, i livelli di cortisolo ed endorfine, ormoni del benessere, risultano aumentati.
La presenza di un animale, nel caso dei bambini, diminuisce lo stress, l’ansia, la paura e il dolore determinati dalla malattia o dalle situazioni derivanti da un ricovero e favorisce le interazioni sociali anche in soggetti con particolari esigenze.
Uno studio pubblicato nel Journal of Autism and Developmental Disorders evidenzia nello specifico il ruolo sociale che riveste per l’essere umano l’animale da compagnia. Gli autori del suddetto studio hanno preso in esame 70 famiglie con bambini e ragazzi autistici con un’età compresa tra gli 8 e i 18 anni.
Il 70% delle famiglie aveva un cane in casa; nelle altre famiglie erano presenti altre specie di animali da compagnia come i gatti, conigli, uccelli e in alcuni casi ragni.
In questi soggetti gli studiosi hanno registrato tutta una serie di miglioramenti legati alla presenza dell’animale domestico: nella comunicazione l’animale fungeva da mediatore rendendo più fluida la conversazione.
Tutti i soggetti hanno dimostrato un forte interesse a partecipare rendendo attiva la partecipazione stessa e migliorando lo stile comunicativo avvicinandosi sempre di più all’assertività.