Sull’ultimo numero della rivista dell’APA (American Psychological Association) “Monitor on Psychology” si parla di psicodermatologia e del ruolo che lo stress e altri problemi psicologici giocano in malattie come acne, psoriasi, eczema, prurito, orticaria e altri problemi della pelle.
Da tempo il trattamento dell’ansia sociale e della depressione si occupa delle conseguenze psicologiche che possono sorgere in alcuni soggetti con patologie dermatologiche.
Recentemente negli stati uniti l’APMNA (Association for Psychoneurocutaneous Medicine of North America), oltre ai medici e gli specialisti psichiatri, sta coinvolgendo psicologi e psicoterapeuti nella ricerca e nella formazione in psicodermatologia.
La pelle è la parte più evidente del nostro corpo che può essere influenzata da fattori psicologici.
La psoriasi, l’eczema, l’acne e altre manifestazioni possono essere imprevedibili e, a differenza di ipertensione, diabete o altri problemi di salute, i problemi della pelle sono di solito evidenti agli altri e questo induce spesso, nei pazienti, reazioni psicologiche inadeguate alle reali condizioni dermatologiche, ma in linea col sentire emotivo di vergogna, imbarazzo, timore di giudizio.
Avere un problema alla pelle può indurre gravi reazioni emotive. In un sondaggio del 2014 su 1.675 pazienti con rosacea – una condizione che provoca arrossamento del viso e relativi sintomi – la National Rosacea Society ha osservato come il 90% degli intervistati presentasse abbassamento dell’autostima e della fiducia in se, il 54% ansia e impotenza, e il 43% depressione. Più della metà dei soggetti ha riferito di evitare il contatto visivo con gli altri.
Le emozioni negative generate dai problemi dermatologici non fanno altro che esacerbare le problematiche della pelle creando un circolo vizioso.
Il trattamento delle problematiche psichiche, fortunatamente, ha un effetto positivo sul miglioramento dei problemi della pelle: in un articolo del 2013, Fried ha esaminato l’effetto di tecniche psicoterapeutiche tipiche della terapia cognitivo comportamentale (biofeedback, immaginazione guidata, rilassamento muscolare progressivo, meditazione) associate ai tradizionali approcci dermatologici e ha sottolineato l ‘importanza di tale approccio nel dare al paziente strumenti per gestire lo stress, comprendere le proprie emozioni e gestire le reazioni emotive e comportamentali.
Sono importanti da valutare anche i casi in cui i problemi della pelle sono la chiara manifestazione esterna di un disturbo sottostante.
Alcune persone, ad esempio, potrebbero avrebbe una pelle perfetta se non mettessero in atto comportamenti distruttivi indotti da discontrollo degli impulsi o comportamenti ossessivo compulsivi.
E’ molto importante dunque accettare di indagare i fattori di mantenimento della condizione patologica dermatologica attraverso una accurata fase di indagine diagnostica medica, psichiatrica e psicologica.
Una altra importante area della ricerca che indaga la connessione fra problematiche psichiche e dermatologiche riguarda la correlazione fra eccesso di abbronzatura e problematiche della pelle.
L’ abbronzatura, come il fumo, e’ ormai noto come faccia male alla salute, eppure tante persone continuano ad esporsi ai raggi solari senza adeguata protezione aumentando il rischio di poter sviluppare patologie dermatologiche.
La ricerca dimostra che è’ più forte il desiderio di alimentare la propria autostima attraverso l’idea che l abbronzatura sia glamour, piuttosto che mantenere nella mente l’idea che sia necessario regolamentare l esposizione ai raggi Uv.
Si parla di tanoressia, neologismo inglese che unisce la parola tan-abbronzato al termine anoressia. E proprio come chi soffre di anoressia che non si vede mai abbastanza magro, i tanoressici non si vedono mai abbastanza scuri.
Come gli alcolisti e i tabagismi conoscono i rischi che corrono, ma non riescono a dire basta. Si parla di dipendenza psicologica e di compulsione, ma anche di dipendenza fisica: una ipotesi sollevata e mai confermata considera infatti l ‘esposizione al sole come stimolo per il rilascio di endorfine.