Pandemia e salute mentale
La pandemia mondiale da COVID-19 ha avuto un grave impatto a carico della salute mentale della popolazione mondiale.
Negli ultimi mesi un crescente numero di dati di ricerca ha evidenziato un incremento significativo di sintomi di ansia e depressione sia in campioni di pazienti psichiatrici sia nella popolazione generale. Sono nate anche preoccupazioni per un aumento del comportamento suicidario; inoltre, l’accesso ai servizi di salute mentale è stato gravemente ostacolato.
Tuttavia, nessuna sintesi completa dei dati attuali su questi impatti era stata finora interamente disponibile.
Il report OMS
Il documento dell’Organizzazione mondiale della sanità, recentemente pubblicato, si basa sulle evidenze emerse da una ricerca commissionata, che ha incluso revisioni sistematiche su ampie meta-analisi e review precedenti.
I punti chiave del report “Mental Health and COVID-19: Early evidence of the pandemic’s impact” forniscono una panoramica sull’impatto generale della pandemia sulla salute mentale:
- Innanzitutto, si è verificato un aumento significativo dei problemi di salute mentale nella popolazione generale nel primo anno della pandemia.
- Sebbene i dati siano misti, l’età più giovane, il sesso femminile e le condizioni di salute preesistenti sono stati spesso fattori di rischio segnalati.
- I dati sulla mortalità per suicidio sono contrastanti e non indicano chiaramente un cambiamento nei tassi dall’inizio della pandemia. Emerge però un rischio maggiore di comportamenti suicidari tra i giovani. Inoltre, l’esaurimento (negli operatori sanitari), la solitudine e la diagnosi positiva di COVID-19 hanno aumentato il rischio di pensieri suicidi.
Il brief scientifico ha inoltre evidenziato anche l’impatto della pandemia sui servizi di salute mentale.
In particolare, l’interruzione dei servizi ambulatoriali ha diminuito inevitabilmente l’accesso alle cure essenziali. I rapporti hanno indicato che le interruzioni sono state in parte mitigate spostando i servizi verso l’assistenza sanitaria online.
Gli interventi psicologici disponibili
Gli interventi psicologici studiati, sebbene i dati siano limitati, sembrano essere efficaci nel prevenire o ridurre i problemi di salute mentale legati alla pandemia. Tuttavia, infrastrutture inadeguate, disuguaglianze preesistenti e bassi livelli di alfabetizzazione tecnologica sono stati segnalati come ostacoli alla sanità elettronica.
WHO ha commentato e sintetizzato il documento mettendo in evidenzia un aumento del 25% della prevalenza di ansia e depressione in tutto il mondo, innescato dalla pandemia di COVID-19 fino al 2022.
Inoltre alcune ricerche hanno prodotto un peggioramento della sintomatologia pre-esistente in soggetti con diversi disturbi psichiatrici (Yao e Xu, 2020).
Fattori che hanno inciso sul peggioramento della salute mentale
I fattori che possono aver inciso sulla qualità di vita e sul benessere psicologico in pandemia sono molteplici.
Primariamente, la minaccia del virus e la paura di ammalarsi o la preoccupazione verso i soggetti fragili. Inoltre, le misure di contenimento (quarantene, distanza sociale ed auto isolamento) necessarie per ridurre il rischio di contagio hanno costituito fattori di stress importanti per le persone.
Il senso di solitudine ed incertezza potenzialmente indotti da queste condizioni possono incidere sul benessere psicologico di chiunque, compreso chi è privo di particolari vulnerabilità psicologiche ed aggravare le condizioni psichiche in soggetti già in difficoltà.
Esiste poi la categoria dei “danni secondari” della pandemia: lutti, conseguenze economiche e lavorative a seguito dei cambiamenti indotti dalla pandemia.
Infine, anche le indicazioni igienico sanitarie fornite dalle istituzioni e dai mezzi di comunicazione possono avere un impatto mentale negativo, soprattutto in soggetti con pregresse sintomatologie ansiose o con un disturbo ossessivo compulsivo.
L’impatto della pandemia su sintomi DOC
Il Disturbo Ossessivo Compulsivo è un quadro psicopatologico altamente invalidante e tendenzialmente cronico. E’ caratterizzato dalla ricorrenza di pensieri, impulsi o immagini mentali intrusivi e involontari (ossessioni) e da azioni alle quali il soggetto si sente costretto a ricorrere (compulsioni) per prevenire o ridurre il disagio, l’ansia o altri stati emotivi indotti dalle ossessioni (American Psychiatric Association, 2013).
Il Disturbo Ossessivo Compulsivo risulta solitamente avere un impatto importante sul funzionamento degli individui che ne sono affetti tanto da essere considerato una delle principali cause di disabilità fra i disturbi psichiatrici.
Tra la varietà di forme e manifestazioni che il DOC può assumere, la dimensione sintomatologica più diffusa è quella caratterizzata da ossessioni ricorrenti per lo sporco e la contaminazione e da compulsioni di lavaggio e pulizia eccessivi (Rachman e Hodgson, 1980; Rasmussen e Eisen, 1991).
Questo sottotipo di disturbo, detto DOC da contaminazione, infatti può essere spesso dovuto ad una preoccupazione di potersi contagiare o contagiare altri entrando in contatto con virus o batteri responsabili di gravi malattie.
Il paziente infatti tende ad evitare il contatto con superfici sporche o ambienti pubblici, a lavare eccessivamente le mani o altre parti del corpo oppure a pulire ed igienizzare oggetti personali ed abiti usati all’esterno.
È facilmente intuibile come, a causa della paura del contagio da COVID e dell’enfasi sugli avvertimenti igienici volti a ridurre la diffusione del virus, i sintomi ossessivi dei pazienti con DOC da contaminazione possono aver subito un aumento o un aggravamento durante la pandemia.
Uno studio pilota
Tra gli studi di ricerca sugli effetti della pandemia effettuati su campioni di soggetto clinici, una ricerca italiana (Prestia e colleghi, 2020) è stata la prima a concentrarsi su un gruppo di pazienti DOC, valutando l’impatto sulla sintomatologia ossessiva durante la quarantena.
In particolare, gli autori si aspettavano che:
- L’impatto della quarantena avesse prodotto un peggioramento nei sintomi DOC da contaminazione maggiore dell’impatto su altre tipologie di sintomi ossessivi
- L’impatto della quarantena avesse un peggioramento nei sintomi DOC nei pazienti che non avevano ancora raggiunto una piena remissione prima della quarantena, rispetto a coloro che erano già considerati in remissione.
- L’impatto della quarantena sul peggioramento sintomatologico potesse essere mediato da alcuni variabili come l’utilizzo di app o social networks per il mantenimento dei contatti sociali, vivere in casa con parenti, la possibilità di lavoro o studio a distanza.
Il campione coinvolgeva 30 pazienti DOC, di cui il 40% con sintomi di lavaggio e timore di contaminazione (washers) mentre il 60% privo di tali sintomi (non-washers).
Risultati
Gli autori hanno rilevato nell’intero campione un incremento generale delle manifestazioni ossessive e compulsive del disturbo ed, in particolare, un aumento della gravità significativamente più marcato nei pazienti con DOC da contaminazione (washers) rispetto al resto del gruppo clinico (non-washers).
Nei 30 pazienti presi in esame, i fattori potenzialmente protettivi considerati dagli autori (come, ad esempio, il mantenimento di contatti sociali tramite supporti web oppure il proseguimento delle attività professionali e lavorative in remoto) non avevano avuto alcun impatto sull’aumento dei sintomi.
Infine, contrariamente alle aspettative, i soggetti che avevano raggiunto uno stato di remissione sintomatologica pre-pandemia mostravano un incremento dei sintomi più marcato rispetto a coloro che ancora avevano sintomi nella fase precedente alla quarantena.
Questo ultimo dato ultimo dato spinge a riflettere su quanto l’impatto stressante della pandemia possa aver agito anche in soggetti che, pur non avendo ancora concluso un percorso di cura, avevano già ottenuto una buona remissione sintomatica e aumenta la nostra consapevolezza sull’utilità del supporto psicologico anche in soggetti non in acuzie sintomatologica.
Bibliografia
- American Psychiatric Association (2013). Diagnostic and statistical manual of mental disorders (5th). Washington, DC: Publisher.
- Prestia, D., Pozza, A., Olcese, M., Escelsior, A., Déttore, D.,Amore, M. (2020). The impact of the COVID-19 Pandemic symptoms and remission state before the quarantine in a preliminary naturalistic study. Psychiatry Research.
- Rachman, S., Hodgson, R.J. (1980). Obsessions and compulsions. Englewood Cliff, Prentice Hall.
- Rasmussen, S., & Eisen, J. L. (1991). Phenomenology of OCD: Clinical subtypes, heterogeneity and coexistence. The Psychobiology of Obsessive-Compulsive Disorder, 13–43.
- Covid-19 pandemic triggers 25% increase in prevalence of anxiety and depression worldwide. News Release, 2 March 2022.
- Mental Health and COVID-19. Early evidence of the pandemic’s impact: Scientific brief, 2 March 2022.
- Yao, H., Chen, J.H., Xu, Y.F. (2020). Patients with mental health disorders in the COVID-19 epidemic. Lancet Psychiatry, 7,21.