Differenze tra neurofeedback e altri sistemi di biofeedback EEG
Il neurofeedback dinamico non-lineare, che utilizza tecnologia NeurOptimal® Zengar®, risulta essere certamente il software scientificamente più all’avanguardia. Si avvale delle scoperte dell’ultimo secolo nei campi dell’informatica, della matematica, della fisica e delle neuroscienze.
A differenza dei sistemi di EEG biofeedback precedenti, i quali vertevano su modelli standardizzati del cervello, questo innovativo sistema ottimizza le prestazioni cerebrali di ogni singolo cervello. Ne valuta le sue soggettive e peculiari caratteristiche consentendogli di funzionare sfruttando le sue potenzialità al massimo con l’obiettivo di ridurre lo stato di sofferenza.
E’ stato dimostrato che il cervello, oltre ad autoripararsi e autoregolarsi, è plastico. Ossia è capace di riorganizzarsi in base agli apprendimenti andando a migliorare la capacità di gestione degli apparati somatici.
Per chi funziona il neurofeedback?
Come già detto, il sistema dinamico non-lineare di questo tipo di neurofeedback conduce ad un progressivo miglioramento delle potenzialità di ogni persona, qualsiasi sia il punto di partenza.
Funziona per moltissimi disturbi dello spettro ansioso come ad esempio l’insonnia, la cefalea muscolo-tensiva e la tachicardia. Ma anche per disturbi del comportamento o difficoltà di attenzione e concentrazione. Si è dimostrato utile nei disturbi psicosomatici, sia a livello gastrointestinale che dermatologico così come nel campo delle dipendenze.
Di seguito, per ogni disturbo su cui il neurofeedback funziona, vengono riportate le varie percentuali di efficacia indicate da studi statistici dell’Università di Victoria in Canada.
Dati di efficacia del neurofeedback dinamico
Disturbi del sonno, efficace nell’83% dei casi. Emicrania, risultati positivi all’87%. Tachicardia, 72%. Disturbi gastrointestinali (aerofagia, bruciore, reflusso gastroesofageo, diarrea, cattiva digestione..) percentuale di efficacia raggiunta 80%.
Per quel che concerne invece alcuni disturbi del comportamento come ADHD e aggressività ad esempio i risultati si attestano rispettivamente all’83% nell’ADHD (ma senza gli effetti collaterali dei farmaci) e nell’86% dei casi per aggressività, rabbia ed impulsività.
Anche in un disturbo particolarmente “difficile” come il Tinnitus (acufeni) dimostra risultati positivi il 50% delle volte, dato non raggiunto ad oggi da nessun trattamento.
Infine, per concludere questo breve e non completo excursus sugli effetti, è importante segnalare risultati positivi all’80% nelle dipendenze e al 78,3% nelle peak performances, ossia l’ottimizzazione delle prestazioni sportive ma anche artistiche o lavorative.
Ma il neurofeedback funziona per tutto?
Il training con il neurofeedback dinamico non vuole assolutamente proporsi come una panacea di tutti i mali. Basandosi sul miglioramento delle funzioni cerebrali e del sistema nervoso centrale e non sulla patologia, facilita un miglior funzionamento di tutto il corpo. Esattamente come l’allenamento muscolare migliora le prestazioni generali. Si distacca quindi da una visione occidentale lineare, ricerca di cause specifiche, andando verso una visione più integrata, olistica, del funzionamento psico-biologico.
Infine, nei casi più “resistenti” il training con neurofeedback dinamico funziona benissimo in associazione ad un percorso psicoterapeutico, specie se di stampo cognitivo-comportamentale.
Ci sono controindicazioni o effetti indesiderati del neurofeedback?
Ad oggi, i dati a disposizione indicano che chiunque può avvalersi dell’aiuto fornito dal neurofeedback dinamico non lineare. Non esistono criteri di esclusione rispetto ad età, condizione psicofisica o alla presenza di eventuali patologie, eccezion fatta per forti ipoacusie.
Il training non ha effetti collaterali e non è assolutamente invasivo in quanto non impone niente al sistema nervoso centrale. Facilita la corretta processazione dell’informazione da parte del cervello attraverso un feedback (informazione di ritorno). Questo non è una “stimolazione elettrica”, ma un segnale che viene mandato al cervello per via uditiva attraverso una micro interruzione dell’ascolto della musica.
Il neurofeedback dinamico non lineare NeurOptimal® non è un dispositivo medico e non è in alcun modo invasivo. Talvolta dopo le prime sedute alcune persone riferiscono una flessione del miglioramento (se era già stato ottenuto) o un lieve intensificarsi dei sintomi, reazioni che scompaiono con il proseguire del training.
Perché funziona il neurofeedback dinamico non lineare?
Concludendo, possiamo dire che il training con neurofeedback dinamico non-lineare funziona perché consente la riorganizzazione e autoregolazione dei patterns d’onda cerebrale. Informa il cervello e il sistema nervoso centrale sul suo funzionamento in tempo reale attraverso il feedback acustico. Gli consentendo quindi di correggere modelli disfunzionali o sovradimensionati dei patterns che contribuiscono all’espressione sintomatologica.
Il feedback acustico fornito da questo strumento aiuta il cervello a rimanere attento e consapevole del proprio funzionamento nel momento presente. Ne deriva la possibilità di auto-regolazione e presa di distanza dagli attrattori patologici costituiti da certe tipologie di onda senza dover passare per la rievocazione dei ricordi dolorosi.
Il Neurofeedback non è infatti una terapia verbale e non comporta di dover rivivere i traumi del passato per non risentire più gli effetti negativi.
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