Gli sviluppi traumatici si riferiscono a condizioni stabili di minaccia soverchiante da cui è impossibile sottrarsi che riguardano ampi archi di tempo dello sviluppo individuale.
Le relazioni nelle quali chi abitualmente accudisce un bambino lo espone anche a maltrattamenti, abusi o grave trascuratezza emotiva influenzano in maniera stabile lo sviluppo mentale e sono ritenute capaci di causare una vulnerabilità a un’ampia gamma di disturbi psichici (Liotti & Farina, 2011).
È importante sottolineare che per esperienze traumatiche si intende non solo la traumatizzazione in termini di abusi fisici, emotivi e sessuali ma anche la trascuratezza.
Quando pensiamo al trauma infantile, la maggior parte di noi pensa a forme di maltrattamento manifesto come violenze, abusi; qualcosa che lasci segni chiari e identificabili.
C’è però un’altra forma di trauma infantile che può passare inosservata perché invisibile, ma non per questo meno impattante: la mancata sintonizzazione emotiva con le principali figure di attaccamento e il mancato soddisfacimento da parte loro dei bisogni primari del bambino.
Che cosa s’intende per trascuratezza emotiva nell’infanzia?
È una forma di maltrattamento in cui le figure di attaccamento non riescono a rispondere in modo adeguato ai bisogni emotivi di base di un bambino (Webb, 2012) e falliscono nel fornire validazione, connessione e supporto emotivo.
Sebbene la trascuratezza possa non lasciare cicatrici fisiche, i suoi effetti sono profondamente traumatici. I soggetti spesso hanno difficoltà a riconoscere l’impatto della trascuratezza perché manca la narrazione chiara tipica dell’abuso.
Inoltre la trascuratezza emotiva spesso passa inosservata perché definita da ciò che non è accaduto piuttosto che da ciò che è accaduto e come tale può essere difficile da individuare.
Quando esploriamo la storia di attaccamento di soggetti adulti che hanno vissuto la trascuratezza emotiva solitamente non ci sono molti ricordi oppure viene riferito qualcosa del tipo “I miei genitori non mi hanno mai fatto del male”, oppure “Non è successo niente di significativo nella mia infanzia”. Il fatto che non sia successo niente non è necessariamente niente.
Identificare la trascuratezza nell’infanzia
Una delle sfide maggiori nell’affrontare la trascuratezza emotiva infantile è proprio la sua natura invisibile. Molte persone potrebbero non rendersi nemmeno conto di aver subito forme di trascuratezza emotiva, attribuendo piuttosto le loro difficoltà da adulti a meri fallimenti personali.
Esiste dunque questa forma di maltrattamento silenzioso, una sorta di trauma da omissione, che concerne la mancata esperienza di sintonizzazione con il genitore da cui consegue una sensazione profonda di vuoto.
È compito del terapeuta esplorare le esperienze mancanti, essere in grado di vedere ciò che non è stato, vedere ciò che la persona non può vedere, perché non occorso, rispetto al quale non avrà le parole per dire cosa non è successo perché non sa cosa non è successo.
Piuttosto che andare a esplorare quello che potenzialmente è successo di disturbante, è opportuno andare a cercare quello che sarebbe dovuto accadere (in termini di sintonizzazione e attaccamento con il caregiver) e purtroppo non è avvenuto (Luzzi, 2023).
Effetti della trascuratezza sul bambino
Proviamo a riflettere su quello che può succedere in un bambino trascurato emotivamente.
Il sistema di attaccamento è un sistema motivazionale di cui ogni bambino dispone per ottenere la vicinanza di un genitore. Ciò che accade è che le richieste rivolte al genitore non sortiscono l’effetto desiderato. Il bambino infatti si trova davanti un genitore che è inarrivabile, indisponibile perché magari assorbito nel proprio mondo o perché magari ha poche capacità di accudimento.
Si sviluppa così un deficit di sintonizzazione nella relazione genitore-bambino e il bambino percepisce una distanza dalla figura di attaccamento. Può verificarsi anche la condizione in cui il genitore è ipercritico, insoddisfacibile.
In ogni caso il bambino, che dava per scontato la simbiosi con il genitore, scopre suo malgrado che l’esperienza di attaccamento non è un dono incondizionato. Diventa piuttosto qualcosa da conquistarsi con merito.
Ecco che il bambino può mettersi nella posizione dell’attaccamento invertito, ovvero cerca di occuparsi del genitore nel tentativo di provare a intercettare i suoi bisogni e recuperare una forma di connessione. Nonostante lo sforzo la strategia potrebbe risultare fallimentare laddove il genitore è impossibile da soddisfare: pur dando precedenza al genitore, mettendosi in secondo piano, non riesce a vedere riconosciuti e soddisfatti i propri bisogni di contatto e di relazione da parte del caregiver e rimane frustrato.
Continua a sentirsi solo nonostante tutti gli sforzi. È una solitudine infinita, abissale, senza confini, annichilente. Questa è la ferita profonda del soggetto vittima di trascuratezza emotiva: il mancato legame di attaccamento con il genitore da cui consegue un senso di solitudine profonda (Luzzi, 2024).
Le strategie di gestione e adattamento alla trascuratezza
Da qui in avanti il bambino inizia a ritirarsi e a cambiare operazione. Passa dal dare alla sottrazione, impara a mimetizzarsi con le cose, a non sentire; si eclissa, come a volersi dimenticare di essere, come a non esistere, a sparire.
Al fine di reagire al vuoto di sintonizzazione, il bambino prova a diventare onnipotente e a prendersi responsabilità non sue, sia per sentire qualcosa sia per avere un minimo di controllo.
Si sviluppano cognizioni negative di inadeguatezza, difettosità, il cui tentativo di soluzione passa attraverso un perfezionismo che permetta di sentirsi meritevoli.
Ogni bambino infatti cerca di dare un senso e adattarsi al proprio mondo anche di fronte ad avversità significative e prolungate.
Di conseguenza in questi sforzi per comprendere ed elaborare queste esperienze, la visione di sé stesso e degli altri può diventare sistematicamente distorta (Young, Klosko & Weishaar, 2003). Si racconta una storia che spieghi ciò che sta accadendo e la storia che si racconta diventa la sua storia.
Cosa succede nel cervello del bambino trascurato
La trascuratezza emotiva altera il normale corso dello sviluppo mentale sia a livello neuroanatomico sia a livello funzionale.
Schore (2008) ha suggerito che la comunicazione diadica madre-bambino nei primi due anni di vita generi stati affettivi positivi intensi e alti livelli di dopamina e oppioidi endogeni. Rappresenterebbe così l’ambiente ottimale per promuovere lo sviluppo della corteccia prefrontale che ha a che fare con i sistemi di autoregolazione.
Il bambino ha bisogno di esperienze emotive di connessione nella relazione con il caregiver e qualora queste esperienze non si verificano abbiamo uno sviluppo deficitario delle aree superiori del cervello destro.
La ricerca ha dimostrato che la trascuratezza può essere particolarmente dannosa nella prima infanzia. Il cervello in via di sviluppo del bambino infatti si basa sulla responsività della figura di attaccamento per formare il senso di ciò che è.
Il fallimento di rispecchiamento può generare cambiamenti nella struttura e nel funzionamento del cervello con conseguenti difficoltà a lungo termine in termini di attenzione, apprendimento e disregolazione emotiva.
Le tre P della trascuratezza
A tal proposito, Ruth Cohn parla delle tre P della trascuratezza: Passività, Procrastinazione e Paralisi, sottolineando che tutti questi sintomi potrebbero raccontare una storia di trascuratezza nell’infanzia.
I figli della trascuratezza emotiva non riescono a iniziare, non portano a termine e crollano. Hanno difficoltà a completare le cose che iniziano, dimenticano le cose e la loro attenzione non è focalizzata.
Questa passività ha senso proprio nei termini di un cervello non stimolato come è quello di un bambino trascurato. L’agentività infatti si sviluppa proprio attraverso la sintonizzazione e il rispecchiamento tra il cervello della madre e il cervello del bambino.
Il loro sistema nervoso adulto tende a bloccarsi o a collassare. La risposta di blocco o collasso replica la loro esperienza di rinuncia da neonati: quando richiedevano il soddisfacimento di un bisogno emotivo la figura di attaccamento era indisponibile. Così la loro voce ha finito per zittirsi, il loro corpo si è spento in una disperazione impotente.
Esempi di trascuratezza emotiva
La trascuratezza emotiva da parte dei caregiver può manifestarsi in diversi modi:
- Mancanza di disponibilità emotiva: i caregiver possono essere emotivamente distanti, insensibili, non disponibili fino a essere rifiutanti, il che rende difficile per i bambini connettersi con loro a livello emotivo.
- Mancanza di validazione emotiva. Quando i bambini esprimono le loro emozioni, i caregiver che li trascurano emotivamente possono ignorare, minimizzare, sminuire o non prendere in considerazione le loro emozioni. Potrebbe essere detto loro che le loro emozioni sono irrilevanti o sbagliate.
- Assenza di affettività. La trascuratezza emotiva può accompagnarsi a una mancanza di affettività fisica, in termini di abbracci, baci, carezze.
- Attenzione inadeguata: i caregiver trascuranti possono non riuscire a stabilire dei limiti che garantiscano sicurezza al bambino, tendono a dare costantemente priorità ai propri bisogni non considerando i bisogni del bambino. Oppure possono essere assorbiti e preoccupati per altre cose non riuscendo a far sentire al bambino la sua importanza.
L’impatto della trascuratezza emotiva in età adulta
La trascuratezza emotiva può avere un profondo impatto sullo sviluppo emotivo, psicologico e sociale di un bambino fino a causare una varietà di disturbi psicologici, quali depressione, disturbi d’ansia, abuso di sostanze e compromissione del funzionamento sociale in termini di scarse interazioni interpersonali e riduzione della qualità delle relazioni (tra gli altri, Derin, Selman, Alyanak & Soylu, 2022; Haslam & Taylor, 2022).
Quali sono i segni della trascuratezza infantile negli adulti?
Difficoltà nella regolazione emotiva
I soggetti che hanno fatto esperienza di trascuratezza emotiva nell’infanzia possono avere difficoltà nella regolazione emotiva. Possono reagire con iperattivazione a eventi stressanti, come pure vivere un senso di ottundimento o di vuoto.
Sperimentare la trascuratezza emotiva da bambino significa essenzialmente essere cresciuto senza un adulto che potesse ricoprire la funzione riflessiva genitoriale (Slade, 2010), strumento prezioso per riconoscere e regolare i propri stati mentali.
Bassa autostima e inadeguatezza
Una mancanza di validazione emotiva e di supporto emotivo nell’infanzia può dare origine a sentimenti di inadeguatezza e bassa autostima in età adulta.
I bambini possono crescere sentendosi poco importanti, come se i loro bisogni e le loro emozioni non contassero, e possono lottare con un persistente senso di non essere mai abbastanza, indipendentemente dai risultati conseguiti.
Difficoltà relazionali
Aver fatto esperienza di trascuratezza emotiva nell’infanzia può influenzare la capacità di formare e mantenere relazioni funzionali adulte: possono esserci difficoltà a fidarsi dell’altro e nell’intimità.
Questo può avere implicazioni sia nelle amicizie che nelle relazioni sentimentali.
Un altro elemento pervasivo della trascuratezza emotiva infantile è la difficoltà a stabilire e mantenere dei limiti sani: possono esserci difficoltà a far valere i propri bisogni, con una tendenza a minimizzare i propri e a dare priorità a quelli degli altri, evitando conflitti.
Difficoltà nel riconoscere ed esprimere le proprie emozioni
La mancanza di supporto emotivo e di validazione nell’infanzia può contribuire a un profondo senso di disconnessione dalle proprie emozioni, come se non si provasse niente.
Perfezionismo
Alcune persone possono rispondere alla trascuratezza emotiva infantile sviluppando tendenze perfezionistiche che leghino il proprio valore al raggiungimento di standard elevati e al soddisfacimento delle aspettative altrui.
La ricerca della perfezione diventa un modo per cercare una validazione esterna e compensare la mancanza di supporto emotivo.
Autoisolamento
La trascuratezza emotiva nell’infanzia può portare a un senso di solitudine e isolamento.
Le persone potrebbero ritirarsi dalle interazioni sociali sentendo una profonda solitudine, anche quando circondati da persone.
Autosufficienza
Ciò che il bambino trascurato impara a fare è un’ostinata negazione del bisogno interpersonale cercando strenuamente di riuscire a fare tutto da solo.
Il figlio della trascuratezza emotiva può essere un adulto fieramente autosufficiente e allo stesso tempo totalmente impotente.
Sanare la ferita della trascuratezza emotiva infantile
Innanzitutto è cruciale fornire uno spazio sicuro in cui in cui la persona possa sentire di esplorare le proprie emozioni con rispetto, comprensione e un atteggiamento scevro da giudizio.
I progressi con questi soggetti possono essere dolorosamente lenti, forse richiedere anni.
Come suggerisce Luzzi (2023), si tratta di pazienti con cui è necessario fare un lavoro preliminare volto a ‘scaldare’ il mondo emotivo del soggetto in modo che inizi a sentire di più quello che vive e che ha vissuto.
Solo a quel punto potrà sperimentare un’esperienza di sintonizzazione nella relazione con il terapeuta che favorisca una comprensione più profonda delle proprie esperienze interiori.
Il terapeuta deve essere paziente e discreto, mostrandosi autentico anche a ciò che accade all’interno della relazione terapeutica. Dobbiamo essere affidabili e pronti a riconoscere e riparare i nostri inevitabili passi falsi.
Talvolta può esserci sonnolenza da parte del terapeuta quando si è seduti con questi pazienti nella stanza di psicoterapia. È un potenziale segno di profonda disconnessione con la persona che può aiutare i clinici a sentire il vuoto e il torpore proprio del mondo interno del paziente.
Le strategie terapeutiche efficaci
Come per le altre forme di traumatizzazione, anche nella traumatizzazione da trascuratezza emotiva nell’infanzia, i modelli di psicoterapia esclusivamente di natura verbale possono non essere efficaci.
Tutte le situazioni di precoce mancanza di connessione nella relazione con la figura di attaccamento infatti sono immagazzinate non nella memoria dichiarativa esplicita ma nella memoria implicita. Dunque abbiamo bisogno di modalità esperienziali al fine di lavorare sui ricordi sensoriali, emotivi e somatici che le accompagnano.
Può essere difficile e doloroso riconoscere la trascuratezza da parte di una persona cara. Del resto accettare che ciò sia accaduto è fondamentale per la cura.
Quando il paziente diventa consapevole di ciò che è accaduto, e soprattutto di quello che non è accaduto nella sua infanzia, lo spazio terapeutico può rappresentare il teatro in cui viene rimesso in scena il ricordo rispetto a ciò che avrebbe voluto vivere e non ha vissuto.
A tal proposito, la tecnica di immaginazione guidata con rescripting (Dimaggio, Ottavi, Popolo & Salvatore, 2019) è uno dei modi in cui si aiuta il paziente a sentire il bisogno emotivo insoddisfatto nell’infanzia e si favorisce il cambiamento proprio muovendo la parte adulta del paziente ad assolvere al bisogno nel ricordo.
Questa è ciò che prende il nome di esperienza emotiva correttiva, che rappresenta uno dei contributi della psicoterapia volto a sanare la ferita della trascuratezza emotiva nell’infanzia.
Le emozioni e le esperienze di un bambino che abbia avuto genitori emotivamente assenti sono come perle di una collana il cui filo si sia rotto spargendole sul pavimento e quando noi psicoterapeuti riusciamo a lavorare in modo sensibile e responsivo […] non facciamo altro che aiutarli a raccogliere quelle perle e a infilarle tutte su un unico filo coerente (Slade, 2010, p.16).
Bibiliografia
- Derin, S., Selman, S. B., Alyanak, B., & Soylu, N. (2022). The role of adverse childhood experiences and attachment styles in social anxiety disorder in adolescents. Clinical Child Psychology and Psychiatry, 27(3), 644–657.
- Dimaggio, G., Ottavi, P., Popolo, R., & Salvatore, G. (2019). Corpo, immaginazione e cambiamento. Terapia metacognitiva interpersonale. Raffaello Cortina Editore.
- Haslam, Z., & Taylor, E. P. (2022). The relationship between child neglect and adolescent interpersonal functioning: A systematic review. Child Abuse & Neglect, 125.
- Liotti, G., & Farina, B. (2011). Sviluppi traumatici. Eziopatogenesi, clinica e terapia della dimensione dissociativa. Raffaello Cortina Editore.
- Luzzi, M. (2023). EMDR e pazienti evitanti – diario clinico di un paziente evitante. Rivista di Psicoterapia EMDR, 44, 31-38
- Luzzi, M. (2024). EMDR con pazienti distanzianti ed evitanti: l’approccio costruttivo. Corso a cura dell’Associazione EMDR Italia.
- Shore, A. (2008). La regolazione degli affetti e la riparazione del Sé. Astrolabio Ubaldini
- Slade, A. (2010). Relazione genitoriale e funzione riflessiva. Teoria, clinica e intervento sociale. Astrolabio Ubaldini.
- Webb, J. (2012). Running on empty: Overcome your childhood emotional neglect. Morgan James.
- What is childhood emotional neglect? (n.d.). https://drjonicewebb.com/
- Young, J. E., Klosko, J. S. & Weishaar, M. E. (2003). Schema therapy A practitioner’s guide. New York Guilford Press.