La Schema Therapy nasce all’inizio degli anni duemila dal lavoro di Jeffrey Young, Janet S. Klosko e Marjorie E. Weishaar (2003) come terapia per pazienti che presentavano tratti di personalità patologici. Con il tempo tale approccio si è rivelato utile anche in altri ambiti di applicazione come i disturbi d’ansia, i disturbi dell’umore e i disturbi del comportamento alimentare.
La Schema Therapy parte dal presupposto che per uno sviluppo sano dell’individuo sia necessaria la soddisfazione in età infantile di alcuni bisogni psicologici di base universali.
I bisogni di base identificati dalla Schema Therapy nella sua formulazione iniziale sono:
- Bisogno di Attaccamento sicuro agli altri
- Bisogno di Autonomia, competenza e senso di identità
- Bisogno di Libertà di esprimere bisogni legittimi ed emozioni
- Bisogno di Spontaneità e gioco
- Bisogno di Limiti realistici e auto-controllo
Recentemente in letteratura sono stati proposti tre ulteriori bisogni che necessitano di ulteriori ricerche in merito (Arntz et al., 2021):
- Bisogno di Coerenza del Sé
- Bisogno di giustizia
- Bisogno di connessione con la natura
La nascita degli schemi maladattivi precoci
La frustrazione sistematica dei bisogni di base promuove la nascita di schemi maladattivi precoci, cioè strutture cognitivo-emotive che guidano l’interpretazione del mondo e l’azione conseguente.
Quando uno schema maladattivo precoce si attiva, la persona rivive sensazioni del passato che generano intensa sofferenza emotiva. A quel punto l’individuo non legge più la realtà alla luce delle condizioni presenti, ma attraverso le lenti di quel passato.
Il modello dei mode
Nel corso degli anni il modello originario basato sugli schemi, seppur ancora valido, ha lasciato spazio a un modello di lavoro alternativo basato sul “qui ed ora” della seduta terapeutica.
Fu coniato il termine mode per indicare le modalità visibili di comportamento con cui gli schemi si esprimono nel presente.
In particolare, secondo Young e colleghi (2004), un mode è definito come le operazioni di uno o più schemi (adattive o maladattive) presenti nell’individuo in un dato momento.
I mode possono quindi essere considerati come delle parti all’interno dell’individuo che acquisiscono la scena nel qui ed ora esprimendo contenuti e istanze interne.
In altre parole, un mode è assimilabile ad uno stato mentale ricorrente che la persona esperisce durante la sua quotidianità.
La classificazione dei mode
I mode sono raggruppabili in quattro categorie (Roedinger et al., 2018):
- mode bambino: è la dimensione emotiva dell’individuo. Si caratterizza per emozioni di base come tristezza, rabbia, ansia e disgusto. Rappresenta la parte vulnerabile del paziente i cui bisogni di base non sono soddisfatti.
- mode critico punitivo/critico esigente: sono l’insieme dei messaggi interiorizzati all’interno prime relazioni significative. Spesso si manifestano attraverso un dialogo interno auto-critico e/o esigente. Spesso, tali mode si accompagnano a emozioni come la vergogna, l’imbarazzo o l’umiliazione.
- mode di coping maladattivi: sono l’insieme degli stati mentali e dei conseguenti comportamenti messi in atto dalla persona al fine di gestire la tensione tra i mode bambino e i mode Ne sono esempi l’eccessiva accondiscendenza, l’evitamento sistematico di situazioni difficili, l’attacco e il biasimo verso gli altri al fine di sentirsi superiori.
- mode adulto sano: è un mode caratterizzato dalla capacità di riconoscere gli altri mode e risolvere i conflitti interni in modo funzionale e flessibile. La persona si sente in equilibrio e capace di affrontare le situazioni difficili soddisfacendo i propri bisogni emotivi.
Ciascun gruppo può essere suddiviso ulteriormente in base a specifiche caratteristiche, ad esempio il mode bambino potrà assumere le caratteristiche di un mode bambino vulnerabile se l’emozione prevalente è l’ansia. Oppure di un mode bambino furioso se l’emozione prevalente è la rabbia.
A loro volta e, a titolo di esempio, i mode di coping possono delinearsi come un mode protettore distaccato se l’esperienza della persona è di vuoto emotivo oppure di Auto-esaltatore se sul momento la persona si sente superiore agli altri in modo sprezzante.
Sanare le ferite e sviluppare il mode Adulto Sano
La Schema Therapy ha l’obiettivo di aiutare la persona a sanare le ferite emotive ricevute durante il proprio sviluppo e contrastare quanto di disfunzionale ha appreso durante la propria infanzia e adolescenza rispetto a se stessa e ai propri bisogni emotivi.
A tal fine la Schema Therapy si rappresenta come un approccio terapeutico che favorisce la creatività e l’utilizzo di strumenti “non convenzionali” volti ad accedere al mode bambino, ascoltarlo e difenderlo, se necessario, dai mode critici.
L’uso delle carte
Un esempio di tale creatività sono le carte proposte da Gitta Jacob e Andrea Hauer (2017).
Il set si compone di 75 carte volte a rappresentare tutti gli elementi tipici della Schema Therapy. In particolare, ogni tipologia di mode è rappresentata in un insieme di carte nelle sue varie declinazioni (ad es. Genitore Punitivo, Arreso compiacente, Protettore evitante, Auto-esaltatore).
La manipolazione delle carte mira a rendere il lavoro in terapia concreto e gestibile, infatti le carte offrono spunti per definire, esplorare e dialogare.
In altre parole, queste possono fungere da ausilio per accedere alla dimensione affettiva della persona e soddisfare in modo funzionale i bisogni emotivi di base.
Per ulteriori informazioni vedi: https://www.erickson.it/it/schema-therapy-kit?default-group=strumenti
Riferimenti bibliografici
- Arntz, A., Rijkeboer, M., Chan, E., et al. (2021). Towards a reformulated theory underlying schema therapy: Position paper of an international workgroup. Cognitive Therapy and Research; 45:1007–20. https://doi.org/10.1007/s10608-021-10209-5.
- Jacob G. & Hauer, A. (2017). Schema Therapy Kit. Ed. italiana Castellani, I., Baroni, D., & Marsigli, N. (2023).
- Young, J. E., Klosko, J. S., & Weishaar, M. E. (2003). Schema therapy: A practitioner’s guide. Guilford Press.
- Roediger, E., Stevens, B., & Brockman, R. (2018). Contextual schema therapy: An integrative approach to personality disorders, emotional dysregulation, and interpersonal functioning. Context Press.