Il rimuginio
Il rimuginio patologico è uno stile di pensiero ripetitivo negativo, analitico e perseverante, messo in atto al fine di perseguire differenti scopi.
Si configura come una strategia volontaria, il cui utilizzo deriva dalla presenza di specifiche (meta)credenze relative all’utilità di adottarlo al fine di affrontare certi problemi o esperienze.
Tuttavia, esso viene generalmente percepito come un processo automatico e non in proprio controllo. Il rimuginio patologico può essere concettualizzato come un processo transdiagnostico: esso ostacola i normali processi di autoregolazione, elaborazione e adattamento della nostra mente. Focalizzando l’attenzione su specifiche tematiche o problematiche, ancora al presente esperienze che non appartengono a questo tempo.
Così, prolunga la durata e incrementa l’intensità di stati emotivi e sensazioni spiacevoli o dolorose, predisponendo all’insorgenza di sintomi o disturbi psicologici.
Altresì, il rimuginio patologico ostacola l’adozione di comportamenti funzionali; paralizza i movimenti della persona; ostacola i processi di ricerca di soluzioni efficaci e di fisiologica distrazione; consuma risorse cognitive; aumenta i livelli di stress e riduce l’autocontrollo, promuovendo l’adozione di comportamenti impulsivi.
Vari tipi di pensiero ripetitivo
Esistono differenti tipologie di stili di pensiero ripetitivo negativo. Di seguito, esse saranno brevemente illustrate, con un focus più approfondito sulla ruminazione rabbiosa.
Rimuginio ansioso
Il rimuginio ansioso, generalmente, è attuato a seguito di pensieri automatici negativi orientati al futuro, al fine di ridurre i livelli di incertezza o minaccia percepiti.
È focalizzato su scenari negativi che potrebbero accadere e su come poterli affrontare. Tipicamente esita nel mantenimento e nell’incremento dei livelli di allarme, ansia e incertezza percepiti. Tale processo è tipico dei disturbi d’ansia e centrale nel disturbo d’ansia generalizzata.
Rimuginio desiderante
Il rimuginio desiderante, generalmente, è focalizzato su ipotetici e desiderabili scenari, azioni o situazioni. L’adozione di tale processo diventa rischiosa, in particolare, nel momento in cui tali scenari riguardano desideri che la persona non vorrebbe mettere in atto. Ad esempio, un tradimento, l’utilizzo di sostanze stupefacenti, l’assunzione di alcol o nicotina durante la pratica di astinenza, il consumo di cibo ipercalorico durante l’adozione di un regime alimentare ipocalorico.
Il rimuginio desiderante mantiene e alimenta i livelli di stress percepiti e promuove l’adozione di scelte impulsive. Tale processo è tipico delle dipendenze patologiche.
Ruminazione depressiva
La ruminazione depressiva, generalmente, è focalizzata sulla ricerca delle cause e delle spiegazioni di eventi o situazioni spiacevoli o dolorosi emotivamente occorsi in passato o attualmente presenti, inclusi certi sintomi o sensazioni corporee.
Tipicamente, mantiene e alimenta la presenza di pensieri automatici negativi e stati emotivi dolorosi nel presente. In particolare in riferimento all’autocritica e al senso di impotenza. Tale processo è tipico dei disturbi depressivi.
Ruminazione rabbiosa
La ruminazione rabbiosa (anger rumination) è un processo cognitivo simile a quello della ruminazione depressiva. Analogamente ad essa, è tipicamente orientata alla ricerca di cause o spiegazioni.
Tuttavia, essa è focalizzata su eventi, esperienze e ricordi connessi alla rabbia. La ricerca delle cause, in tale processo, generalmente è orientata anche al comportamento altrui.
Tipicamente, la ruminazione rabbiosa implica il pensare, ripensare, ripetere, immaginare, reiterare, fantasticare, “rimasticare” e rivivere, un evento occorso in passato nel quale la persona ha sperimentato rabbia.
La persona potrebbe ingaggiarsi in fantasie, generalmente irrealizzabili, relative a cosa avrebbe potuto (o magari dovuto) fare di diverso. O a come avrebbero potuto, o dovuto, comportarsi gli altri.
Generalmente, in questo ambito le tematiche sono relative a ingiustizia, rifiuto, sottomissione, offesa, rivalsa, vendetta, provocazione, competizione per il rango e ridefinizione dei ruoli, controllo e potere percepito, in una data situazione relazionale.
Il ruolo delle metacredenze
L’adozione di tale processo, come per gli altri processi rimuginativi, è secondaria alla presenza e all’attivazione di specifiche metacredenze positive circa l’utilità di ricorrere a tale processo al fine di perseguire specifici scopi importanti per la persona.
In particolare, le metacredenze più comuni, riguardano il fatto che la ruminazione sia utile al fine della regolazione emotiva, della comprensione dei problemi, dell’incremento della consapevolezza e della capacità di gestire gli eventi negativi, oltre che per gestire in maniera funzionale il proprio comportamento.
Tuttavia, la ruminazione rabbiosa non consente di elaborare e “lasciare nel passato” le ingiustizie subite. In particolare, come descritto dalla “just yesterday experience”, attraverso la ripetizione di certi pensieri o immagini, la persona sperimenta le medesime emozioni vissute nella situazione specifica e con livelli di intensità analoghi.
Così, la ruminazione rabbiosa ostacola il normale processo di autoregolazione, i livelli di rabbia percepiti sono mantenuti elevati nel tempo e la persona non agisce per fronteggiare in maniera funzionale il conflitto esperito. Continua ad affrontarlo e a tentare di risolverlo su un piano puramente ipotetico e mentale.
Altresì, la ruminazione rabbiosa alimenta i livelli di stress e tensione percepiti dalla persona e consuma risorse cognitive.
Ruminazione rabbiosa e difficoltà di autocontrollo
Tutti questi meccanismi riducono le abilità di autocontrollo e di tolleranza delle emozioni e delle sensazioni sgradevoli, promuovendo la disregolazione emotiva. In particolare, essi aumentano la probabilità che un evento, magari anche scarsamente rilevante per il soggetto, conduca a reazioni esagerate e discontrollate.
Tali reazioni possono includere l’adozione di veri e propri comportamenti aggressivi, verbalmente o fisicamente, sia in età adulta che in adolescenza, sia in persone affette da un disturbo psicologico che in assenza di psicopatologia.
In ambito psicopatologico tali processi che conducono alla disregolazione si rilevano, ad esempio, nel disturbo borderline di personalità. In questo sembrano correlare con la gravità della sintomatologia e mediare la relazione tra disregolazione emotiva e adozione di comportamenti aggressivi eterodiretti.
Altresì, la ruminazione rabbiosa, è stata trovata essere associata a:
- perfezionismo
- peggiore qualità del sonno fino a veri e propri disturbi del sonno
- ruminazione depressiva
- peggiore qualità delle relazioni interpersonali
- non predisposizione al perdono
- ridotta capacità di gestire lo stress
- incremento dei livelli di impulsività
- peggiore qualità della vita
- minori livelli di benessere percepiti
- predisposizione alla disregolazione comportamentale, particolarmente nei disturbi di personalità.
La psicoterapia
La psicoterapia è importante al fine di apprendere strategie utili per ridurre la ruminazione. In particolare, a partire dalla concettualizzazione condivisa col paziente del processo ruminativo, la terapia metacognitiva fonda il suo trattamento sull’incremento della consapevolezza in merito agli eventi attivanti il processo, oltre che agli effetti e agli svantaggi del medesimo.
Altresì, sono utilizzate strategie di spostamento dell’attenzione, dilazione del processo ruminativo, messa in discussione delle metacredenze che ne sostengono l’utilizzo e promozione di nuove modalità funzionali per fronteggiare gli eventi.
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