Uno dei desideri fondamentali di uomini e donne è quello di trovare l’amore ed essere contraccambiati in questo sentimento.
L’anuptafobia è la paura irrazionale e incontrollabile di non poter avere una relazione sentimentale con un’altra persona e di non trovare qualcuno con cui condividere la propria esistenza.
Il timore di restare per sempre single può essere così forte da portare una persona a sperimentare varie condizioni di malessere psicologico che influenzano ogni aspetto della sua vita. È considerata una fobia perché questa paura è del tutto sproporzionata: non è un semplice desiderio di avere una relazione, ma per chi ne soffre essere single è sinonimo di fallimento, vuoto e infelicità.
Anuptafobia: che cosa significa?
Anuptafobia etimologicamente deriva dal latino e significa “paura di restare single”, da “a-nupta”, ovvero “senza moglie”.
I soggetti più a rischio sono gli over 35, i quali tendono a sentirsi più vulnerabili sotto il profilo della solitudine quando i rapporti con i loro amici si riducono perché in questa fascia d’età la maggior parte di essi ha un partner o dei figli.
In particolare, sono più colpite le donne rispetto agli uomini, soprattutto per un retaggio culturale: la società si aspetta che a quell’età una donna trovi un compagno e dia vita a una famiglia.
Questo può portare a nutrire forti aspettative in questo senso e, di conseguenza, a mettere in atto una spasmodica ricerca del partner, che può divenire una vera e propria ossessione.
Perché non si accetta di essere single
La persona che soffre di anuptafobia non accetta di rimanere single e quindi è sempre alla ricerca di qualcuno con cui far coppia, poiché è convinta che solo grazie ad una relazione con un’altra persona possa essere felice e in grado di sviluppare le proprie potenzialità in qualunque ambito della vita.
Se questa ricerca non conduce all’inizio di una nuova esperienza sentimentale, si può arrivare a soffrire di attacchi di panico (con paura di svenire, di morire, di perdere il controllo), o anche di disturbi depressivi (con senso di vergogna, convincimento di essere colpevole di questa condizione di solitudine, sensazione di isolamento e disperazione, rabbia e irritabilità).
Nel tentativo di evitare lo stato di single e quindi il rischio di soffrire di questi disturbi conseguenti, si tende ad “accontentarsi” di relazioni chiaramente sbagliate. Rapporti privi di un vero fondamento empatico, portati avanti con chiunque mostri anche una minima risposta di affetto.
Magari vanno avanti per diversi anni semplicemente perché l’anuptafobo percepisce che l’alternativa, cioè il ritorno alla condizione di solitudine, gli creerebbe problemi ancora peggiori e questa eventualità lo spaventa.
Caratteristiche psicologiche delle persone anuptafobiche?
Le persone affette da anuptafobia hanno una bassa autostima. Tendono a indirizzare decisioni e comportamenti della propria vita sempre e solo in funzione del partner di turno.
Chi soffre di questo disagio, quando è in coppia tende ad annullare la propria personalità per paura di non piacere all’altro e arriva a far propri gli interessi, le passioni e gli ideali del partner.
Si tratta di persone fragili e instabili. In molti casi sono reduci da relazioni talvolta anche assai tempestose. Quando queste finiscono tendono a ricercare al più presto un altro partner sostitutivo col quale costruire prima possibile un nuovo legame, pur di non sperimentare una condizione di isolamento.
Evitamento e invidia per gli altri
La persona può ritrovarsi a rifiutare certi frammenti della sua storia personale se sono legati a fallimenti nella sua incessante ricerca di un partner. Può evitare di parlarne, nasconderli e sentirsi terribilmente in imbarazzo.
Allo stesso modo, può sperimentare sentimenti amplificati di invidia verso coloro che hanno ciò a cui la persona aspira: un partner stabile.
Ne deriva anche l’avversione a partecipare a qualsiasi evento che coinvolga coppie, come feste di fidanzamento, matrimoni o battesimi.
Relazioni precipitose
Percepiscono chiunque incontrino come un potenziale partner che li possa liberare dal drammatico stato di essere single. Pertanto, tendono a voler creare prima possibile un legame molto intenso e vogliono formalizzare la relazione senza nemmeno sapere se sarà fattibile.
Infatti, subito dopo aver incontrato qualcuno, tendono a dichiarare di essere innamorati.
Ciò potrebbe indurli ad accontentarsi di impegnarsi in una relazione con chiunque mostri loro anche il minimo affetto. Queste relazioni malsane possono andare avanti per diversi anni, semplicemente perché l’anuptafobo non trova il coraggio di interrompere un rapporto che rappresenta comunque per lui un’ancora di salvezza a fronte della prospettiva insopportabile di ritrovarsi da solo.
Infine, la persona con anuptafobia, nello sforzo di massimizzare le sue possibilità di trovare un partner, non solo può essere colpita da un significativo malessere interno, ma può vedere anche compromessa la sua vita sotto vari aspetti sociali e ritrovarsi ad attuare comportamenti sessuali rischiosi.
Hai una relazione perché sei innamorato o semplicemente perché hai paura di essere single?
Il più grande campanello d’allarme che ci segnala che la ricerca dell’amore è dovuta all’anuptafobia è quando la paura della solitudine affettiva e l’ansia che ne è connessa rappresentano il motore fondamentale della ricerca. Assai più che il naturale desiderio di una relazione sentimentale.
Ne consegue che, una volta trovato un partner, questo traguardo produce un senso di sollievo dovuto più al fatto che si placano quei sentimenti angosciosi che al piacere di una nuova relazione in quanto tale.
Come riconoscere l’anuptafobia? Quali sono i segnali che svelano la paura di essere single?
Non scegliere i partner, ma subirli
In un certo senso, ti accontenti del primo che capita, pur di non restare solo. E se qualcuno ti fa notare che il nuovo partner non va bene per te, esprimi il tuo disappunto verso questa opinione. Magari asserendo che dicono questo perché non ti vogliono vedere felice, senza voler ammettere le tue difficoltà interiori.
Cercare di non interrompere le relazioni anche se sono chiaramente “malsane”
Ti rendi conto che non dovresti accettare la disonestà, l’infedeltà o l’assenza di disponibilità empatica di un partner, ma hai troppa paura di interrompere la relazione. Quindi pensi sia meglio tollerare un comportamento prevaricatore piuttosto che essere single.
Perdersi nelle relazioni
Ogni volta che ti senti seriamente coinvolto con qualcuno, perdi il senso di te stesso. Cambi i tuoi ideali, i tuoi schemi, i tuoi gusti, i tuoi valori per accondiscendere e imitare la persona con cui stai. All’improvviso ti ritrovi a mangiare cibi che non ti piacciono, a guardare programmi tv che non ti piacciono o a vestirti in un certo modo solo per accontentare il partner.
Il che può certamente avvenire fisiologicamente in molte relazioni, ma non fino al punto di annullarsi per l’altro: se all’altra persona tu piaci per come sei, un cambiamento troppo radicale potrebbe portare proprio alla conseguenza che più temi in assoluto, ovvero la rottura del rapporto e quindi il ritorno allo stato di solitudine.
Trascurare la crescita personale
Tendi a dare priorità alla relazione rispetto allo sviluppo o agli obiettivi personali. Sacrificare la tua crescita personale per un’altra persona non è mai una scelta corretta.
Essere eccessivamente geloso o possessivo
Essere possessivi nei confronti del proprio partner, è abbastanza comune. Quando però il timore di perderlo porta a gelosia esasperata e atteggiamenti ipercontrollanti, significa che questa relazione si fonda su presupposti anomali, di cui l’anuptofobia potrebbe essere un elemento fondativo.
Come trattare l’anuptafobia
Comprendere i sintomi dell’anuptafobia e trovare il modo migliore per trattarli è essenziale se una persona vuole superare il disturbo ed avere una migliore qualità di vita.
Le migliori strategie per superare la paura di essere single sono:
- Concentrarsi sulla scoperta di sé e sulla crescita personale al di fuori delle relazioni.
- Poter contare su una forte rete di supporto composta da fami-liari e amici.
- Sfidare le aspettative e le pressioni della società riguardo alle relazioni.
- Sviluppare strategie sane per gestire la solitudine e l’ansia.
- Imparare a godere e ad apprezzare il fatto di essere single, valo-rizzando l’indipendenza e l’amor proprio.
Spesso è necessario ricorrere a un trattamento psicoterapeutico per affrontare i problemi di fondo e aumentare l’autostima.
Il terapeuta potrà quindi intervenire con tecniche e strumenti diversi per aiutare il paziente consentendogli di:
- superare i difetti del suo modo di pensare ed essere più consapevole dei meccanismi psicologici in gioco sia nelle relazioni che nella condizione di single.
- parlare delle sue paure per aiutarlo ad affrontarle e vedere le cose in una prospettiva più corretta.
In tal modo un terapeuta può favorire la modifica di certi schemi di pensiero e comportamenti autodistruttivi.
Questo processo si sviluppa lentamente, consentendo al paziente di acquisire sempre più familiarità e controllo delle proprie reazioni di fronte ai timori di fallimento e di solitudine. Ciò fino a diventare consapevole del proprio valore anche al di fuori di una relazione affettiva con un’altra persona.