La Fear of Missing out è una esperienza comune, solitamente saltuaria, in cui la persona sperimenta emozioni negative al pensiero di non partecipare a esperienze piacevoli e gratificanti che coinvolgono persone conosciute.
Negli ultimi anni, tuttavia, all’interno della letteratura scientifica è stato rilevato come questa esperienza sia aumentata di frequenza e intensità, soprattutto tra gli adolescenti (Przybylski et al., 2013) legandosi a doppio filo con la diffusione degli smartphone e dei Social Network.
Una definizione della FOMO
Sul piano scientifico, la FOMO risulta essere composta da due elementi (Elhai et al., 2021):
- l’ansia relativa alla possibilità che gli altri possano avere delle esperienze piacevoli e gratificanti dalle quali si è assenti;
- il desiderio persistente di essere in contatto con gli altri attraverso i social network.
Queste due componenti possono essere viste come conseguenti l’una all’altra. Infatti, pensieri relativi all’esclusione possono generare ansia (la prima componente) che si traduce in un comportamento (controllare i social network) finalizzato a ridurre lo stato di ansia stesso.
In questo senso, le manifestazioni comportamentali della FOMO assumono carattere compulsivo e ripetitivo. Ne sono un esempio il controllo della presenza di connessione internet, l’aggiornamento ripetuto delle pagine web, l’uso prolungato dello smartphone, l’evitamento sociale.
Recenti studi (Elhai et al., 2021) indicano come la componente comportamentale non riguardi solo comportamenti volontari e deliberati come controllare lo smartphone quando se ne ha l’occasione, ma includano l’incapacità di trattenersi dal leggere eventuali notifiche che appaiono a schermo. Sembra, infatti, che tale aspetto impulsivo sia rinforzato dalla riduzione della tensione causata dall’idea di potersi perdere informazioni relative alle proprie conoscenze.
Sul piano cognitivo l’esperienza di FOMO è caratterizzata da pensieri del tipo: “Non mi sta rispondendo al messaggio, forse mi ha risposto e non l’ho visto?”. “Ho la connessione instabile, perderò le storie dei miei amici”. “Ho lasciato il cellulare a casa, non saprò cosa fanno i miei amici”. “Vorrei chiudere la conversazione, ma potrei ferire i sentimenti del mio amico”. “Vorrei dormire, ma potrei perdermi qualcosa di importante”.
Risulta evidente come tali pensieri facilitino l’emergere dello stato di ansia. Tuttavia, raramente la persona che soffre di FOMO ne ha consapevolezza, percependo esclusivamente uno stato di agitazione e irrequietezza che si allevia solo con il controllo dello smartphone.
Cause della FOMO
Andrew Przybylski, uno dei maggiori studiosi di FOMO, ritiene che le cause della FOMO siano da rintracciarsi nel tentativo di soddisfare alcuni bisogni di base propri degli esseri umani.
Prendendo spunto dalla nota teoria dell’autodeterminazione (Deci e Ryan, 1985), egli ritiene che la salute psicologica sia raggiunta quando l’essere umano si sente capace di influenzare il proprio ambiente, percepisce di essere autonomo e si sente in relazione con gli altri. Secondo Przybylski la frustrazione di quest’ultimo bisogno, in particolare, sarebbe ciò che maggiormente genera la FOMO.
Effetti della FOMO e dei comportamenti protettivi
Purtroppo, la letteratura indica come la FOMO e i relativi comportamenti di controllo possano indurre effetti negativi sul benessere personale.
Le continue interruzioni non solo comportano un aumento di distrazione e minor rendimento durante attività quotidiane come il lavoro, lo studio o i rapporti sociali, ma mostrano un impatto sul benessere psico-fisico. Ripetute esperienze di FOMO si associano a stati emotivi negativi, maggior senso di stanchezza, alterazioni del sonno e stress (Milyavskaya et al., 2018).
Come detto la FOMO rientra nella famiglia dei problemi d’ansia. E’ stato rilevato che la FOMO si associa a maggiori livelli di ansia, depressione e ansia sociale, minor soddisfazione di vita e uso problematico degli smartphone. Inoltre, alcune ricerche hanno messo in relazione la FOMO a tratti di personalità come il neuroticismo (Elhai et al., 2021) e il narcisismo vulnerabile.
Ridurre l’esperienza di FOMO
Negli ultimi anni la ricerca si è concentrata sullo sviluppo di protocolli efficaci per la gestione della FOMO.
Ciò che emerge è una buona efficacia degli interventi ispirati alla terapia cognitivo-comportamentale (Alutaybi et al., 2020). Tali interventi mirano ad aumentare la consapevolezza dei pensieri che generano l’ansia e le capacità di gestione dell’esperienza emotiva. Di seguito sono indicati alcuni punti chiave di tali protocolli:
- Portare l’attenzione sulle emozioni. Sviluppare la consapevolezza (mindfulness) dei momenti di FOMO aiuta a regolare lo stato emotivo e aumenta la probabilità di non mettere in atto comportamenti ripetitivi.
- Sviluppare un dialogo interno che contrasti i pensieri relativi all’esclusione sociale e al timore di non essere connessi. Conviene essere realisti: non è possibile essere ovunque in ogni momento.
- Gestire le aspettative: non è realistico aspettarsi che ogni post sui social media riceverà commenti o apprezzamento così non è altrettanto plausibile pensare che ogni commento riceverà delle risposte.
- Regolare lo stato di ansia attraverso attività offline, ad esempio, attività fisica, uscite con amici o pulizie di casa.
- Porsi delle regole cercando di diminuire il tempo passato sui social network. A tal fine può essere utile decidere un momento ricorrente in cui lo smartphone è lasciato in un’altra stanza o viene spento. Questo faciliterà la gestione dei comportamenti ripetitivi.
In conclusione, il recente mutamento dei canali attraverso cui si sviluppano e mantengono le relazioni nella società occidentale sembra facilitare l’emergere della Fear of Missing Out (FOMO).
Essa, pur restando una esperienza normale connaturata alla socialità umana, risulta essere aumentata e generare difficoltà emotive e relazionali. Pertanto, è importante avere consapevolezza non solo della sua esistenza, ma anche delle possibilità offerte dalla ricerca scientifica per la sua riduzione.
Bibliografia
- Alutaybi, A., Al-Thani, D., McAlaney, J., & Ali, R. (2020). Combating Fear of Missing Out (FoMO) on Social Media: The FoMO-R Method. International Journal Of Environmental Research And Public Health, 17(17), 6128. doi: 10.3390/ijerph17176128
- Deci, E., & Ryan, R. M. (1985). Intrinsic motivation and self-determination in human behavior. New York: Plenum Press
- Elhai, J., Levine, J., Dvorak, R., & Hall, B. (2021). Fear of missing out, need for touch, anxiety and depression are related to problematic smartphone use. Retrieved 27 May 2021, from
- Elhai, J., Yang, H., & Montag, C. (2021). Fear of missing out (FOMO): overview, theoretical underpinnings, and literature review on relations with severity of negative affectivity and problematic technology use. Brazilian Journal Of Psychiatry, 43(2), 203-209. doi: 10.1590/1516-4446-2020-0870
- Przybylski, A., Murayama, K., DeHaan, C., & Gladwell, V. (2021). Motivational, emotional, and behavioral correlates of fear of missing out.