L’irascibilità è un comportamento emotivo caratterizzato da una reazione eccessiva e impulsiva a situazioni percepite come frustranti o ingiuste. Questo fenomeno è stato oggetto di studio in diverse discipline, tra cui la psicologia, le neuroscienze e la sociologia.
L’irascibilità si manifesta attraverso un’innata reattività emotiva, spesso accompagnata da frustrazione, irritazione e rabbia, più o meno percepite dal diretto interessato. Le persone irascibili tendono a reagire in modo sproporzionato a eventi quotidiani, il che può arrivare a influenzare negativamente le loro relazioni personali e professionali e ad impattare pesantemente su alcuni ambiti di vita e sulla qualità della vita in generale.
L’irascibilità è un fenomeno complesso influenzato da fattori psicologici, biologici e sociali: comprendere le sue dinamiche è utile per sviluppare strategie efficaci per la gestione delle emozioni e migliorare le relazioni interpersonali.
Fattori psicologici implicati nell’irritabilità
Tra i fattori psicologici principali, possiamo notare come alcuni in particolare possono contribuire allo sviluppo dell’irascibilità come tendenza dell’individuo:
- lo stress, soprattutto se prolungato nel tempo, e in generale periodi percepiti “ad alta pressione” possono aumentare la vulnerabilità alle reazioni impulsive.
- Anche i traumi passati possono influenzare la gestione delle emozioni dell’individuo, soprattutto quando tra le strategie disfunzionali per la gestione delle memorie traumatiche rientrano processi metacognitivi come la ruminazione o il rimuginio.
- Anche alcuni tratti di personalità possono spiegare in molti casi una certa predisposizione all’irascibilità, fino ad arrivare a veri e propri quadri psicopatologici di personalità, che rendono l’irascibilità come una tendenza rigida ed egosintonica della persona, anche in assenza di stimoli adeguati.
Fattori biologici implicati nell’irritabilità
Tra i fattori biologici principali, le neuroscienze hanno identificato vari elementi che possono influenzare l’irascibilità: tra questi, alcune disfunzioni nei sistemi di neurotrasmissione di serotonina e dopamina possono contribuire allo sviluppo di eccessive risposte irascibili.
Inoltre, anche la genetica, secondo alcune ricerche, suggerisce che l’irascibilità possa avere una percentuale di componente ereditaria.
Oltre che come fisiologica reazione emotiva agli eventi di vita, quando viene messa in atto come risposta tendenzialmente automatica dall’individuo, l’irascibilità può manifestarsi anche come vero e proprio tratto caratteristico di diversi quadri clinici psicopatologici.
Dal momento inoltre che si tratta di un sintomo polivalente e trasversale, è fondamentale che il clinico sia in grado di riconoscere la funzione che, nello specifico quadro di riferimento, assume il comportamento irascibile. Ciò al fine di comprendere come impostare un piano di trattamento funzionale.
Quadri clinici in cui si manifesta l’irritabilità
In particolare, l’irascibilità può essere tipica di alcuni quadri specifici:
– Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività (ADHD). Nei bambini e negli adulti con ADHD, l’irascibilità può essere un sintomo comune dovuto a difficoltà nella regolazione delle emozioni e nelle capacità di attenzione.
– Disturbo Oppositivo Provocatorio (DOP). Questo disturbo, tipico dell’infanzia, è caratterizzato da un comportamento provocatorio e oppositivo, in cui l’irascibilità assume un ruolo centrale e tendenzialmente frequente.
Tra i disturbi dell’umore, l’irascibilità può essere riscontrabile soprattutto (ma non solo) in quadri di:
- Depressione: in molti casi, contrariamente a quelle che sono le aspettative più comuni rispetto a questo quadro timico, le persone depresse possono mostrare irritabilità e disforia, anziché tristezza e apatia. In certi casi, le due tendenze possono coesistere nello stesso individuo, anche se in percentuali diverse.
- Disturbo Bipolare: durante le fasi maniacali o ipomaniacali, l’irascibilità può essere un sintomo predominante e, soprattutto in certi casi, anche un campanello d’allarme clinicamente utile per riconoscere e individuare il passaggio alla fase up del disturbo.
- Disturbi d’Ansia: l’irascibilità può emergere come risposta all’ansia, specialmente in situazioni di stress elevato, e come reazione a quelle che sono le aspettative da parte degli altri.
L’irritabilità nei disturbi di personalità
All’interno della grande famiglia dei disturbi della personalità, l’irascibilità è un elemento che possiamo riscontrare frequentemente e che può fornire informazioni significative per il clinico, al fine di comprendere il funzionamento personologico dell’individuo, soprattutto in ambito relazionale.
I quadri dove, più frequentemente, individuiamo la tendenza all’irascibilità dell’individuo, sono:
- Disturbo di Personalità Borderline: in cui l’irascibilità non solo è comune, ma può anche accompagnarsi a reazioni emotive e comportamentali intense e/o aggressive e instabilità, soprattutto nelle relazioni interpersonali;
- Disturbo di Personalità Istrionico: in questo caso, l’irascibilità può manifestarsi in situazioni in cui l’individuo non riceve l’attenzione desiderata, o che si aspetterebbe, dagli altri, finendo per andare a confermare le sue credenze di base e i suoi schemi maladattivi;
- Disturbo di Personalità Narcisistico: in questo caso l’irascibilità può manifestarsi come reazione emotiva in risposta alle aspettative disattese dell’individuo, o come risposta relazionale di fronte ad una situazione in cui la persona si percepisce in una dimensione di sfida con l’altro (atteggiamento agonistico).
Altri quadri in cui si può manifestare
Ci sono anche altri quadri specifici, non necessariamente patologici, all’interno dei quali riscontriamo facilmente la presenza di tendenze all’irascibilità, in particolare:
- Disturbo da Stress Post-Traumatico (PTSD): le persone con PTSD possono mostrare irritabilità e scoppi di rabbia come reazione a ricordi traumatici o situazioni stressanti, così come anche nella gestione delle relazioni con le persone che hanno intorno che, molto spesso, non hanno consapevolezza di cosa stiano vivendo.
- Disturbi da uso di sostanze: l’irascibilità può essere un elemento frequentemente presente sia durante le fasi di abuso di sostanze (ad es., alcol e droghe), ma anche durante le fasi di astinenza da tali sostanze, sia che esse siano subite, sia che siano ricercate all’interno di un percorso di riabilitazione e recupero della persona.
- Disturbi Neurologici: anche all’interno di questa branca, ci sono alcune condizioni, come l’epilessia o le lesioni cerebrali traumatiche, che possono facilmente arrivare a causare cambiamenti nel comportamento dell’individuo, a renderlo più nervoso, reattivo, irascibile.
- Condizioni mediche: malattie come l’ipertiroidismo o altre disfunzioni ormonali possono contribuire a sviluppare comportamenti irascibili.
- Fattori situazionali: eventi di vita significativi, come la perdita di una persona cara, una separazione o cambiamenti lavorativi, possono scatenare reazioni di irritabilità che, se non rimangono contenute entro certi limiti fisiologici, rischiano di portare a conseguenze disfunzionali per l’individuo.
- Stile di vita: la mancanza di sonno o una dieta poco equilibrata o carente possono talvolta contribuire a compromettere la capacità di gestione delle emozioni e influenzare l’umore.
Conseguenze dell’eccessiva irascibilità
Un eccesso di irascibilità può avere diverse conseguenze psicologiche significative, influenzando non solo l’individuo stesso, ma anche le sue relazioni interpersonali e il contesto sociale in cui si trova a vivere.
Tra le principali conseguenze, possiamo individuare problemi relazionali, dal momento che l’irascibilità può portare a conflitti frequenti con familiari, amici e colleghi. Le reazioni impulsive possono minare la fiducia e la comunicazione, causando allontanamento e progressivo isolamento sociale.
Altre conseguenze importanti e impattanti sono legate allo sviluppo di livelli importanti di stress e ansia, poiché l’individuo tendersi a potersi sentire sopraffatto dalle emozioni e dalla difficoltà nella gestione delle situazioni quotidiane.
Le persone che lottano con l’irascibilità, possono anche sviluppare una percezione negativa di sé, sentendosi inadeguate o incapaci di controllare le proprie emozioni, con conseguente abbassamento del livello di autostima percepita.
Oltre che come fattore predisponente, la depressione può rischiare di diventare una conseguenza importante dell’irascibilità: l’incapacità di gestire i propri vissuti di rabbia e frustrazione può portare a sentimenti di impotenza e tristezza, innescando un vero e proprio circolo vizioso depressivo.
L’irascibilità cronica è stata collegata anche a veri e propri problemi di salute fisica, come malattie cardiovascolari e disturbi gastrointestinali, disturbi dermatologici, variazioni nel ritmo sonno-veglia, difficoltà nell’alimentazione, ecc.m Ciò a causa dell’impatto che lo stress emotivo prolungato può avere sul corpo.
In alcuni casi, l’irascibilità può portare a comportamenti impulsivi e autodistruttivi, come l’abuso di sostanze, il ritiro sociale o l’aggressività verso sé e verso gli altri.
Può ovviamente influenzare anche le prestazioni lavorative, portando a conflitti con colleghi, problemi di collaborazione e persino a difficoltà nel mantenere un impiego nei casi più gravi.
Come affrontare i problemi di irascibilità
Per affrontare e gestire al meglio il comportamento irascibile, è sempre consigliabile rivolgersi ai professionisti della salute mentale, che una volta compreso il quadro di funzionamento generale dell’individuo, saranno in grado di proporre un piano terapeutico efficace.
Tra gli approcci più funzionanti e accreditati troviamo approcci terapeutici come la CBT (Terapia Cognitivo-Comportamentale), che possono fornire strumenti utili per conoscere, comprendere e gestire le emozioni e quindi i comportamenti emotivi disfunzionali.
All’interno di questo approccio evidence-based, frequentemente vengono utilizzate tecniche di rilassamento come la meditazione o la respirazione profonda, che possono aiutare a ridurre la reattività emotiva.
Anche l’apprendimento o lo sviluppo delle abilità assertive può facilitare l’individuo nel creare nuove capacità comunicative, nell’esprimere i propri sentimenti in modo costruttivo e quindi nel diminuire i conflitti.
Bibliografia
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