L’ansia per la salute (o ipocondria) è una condizione psicopatologica caratterizzata da un’interpretazione erronea delle sensazioni corporee o dei cambiamenti fisici come segnali patologici.
Tali soggetti sono costantemente afflitti dalla preoccupazione/convinzione di poter essere affetti o di essere in procinto di sviluppare una grave malattia.
Ne seguono comportamenti di monitoraggio delle proprie funzioni fisiche (es. controllare il battito cardiaco o la pressione), controlli del corpo alla ricerca di segnali di conferma della propria paura (es. esaminare i nei), visite mediche ed esami diagnostici ripetuti (es.RM, TAC, elettrocardiogramma).
Gli individui affetti da ipocondria arrivano ad essere talmente ossessionati da queste paure che il funzionamento socio-relazionale risulta essere molto compromesso e spesso anche la salute fisica stessa rischia di essere danneggiata realmente da eccessivi accertamenti diagnostici inutili.
Il modello teorico-metodologico cognitivo-comportamentale proposto per la comprensione del disturbo d’ansia per la salute (Salkovskis & Warwick, 2001) pone al centro della fenomenologia del disturbo quattro credenze cognitive particolarmente rilevanti:
- La probabilità percepita di poter avere un grave problema di salute nel corso della vita (vulnerabilità)
- La gravità percepita e la terribilità della potenziale condizione di malattia
- L’incapacità percepita nel saper fronteggiare un eventuale problema di salute
- L’inadeguatezza percepita dei servizi medico-sanitari nel trattamento delle malattie.
I dati della letteratura hanno confermato l’associazione tra tali credenze cognitive ed i sintomi di ansia per la salute, sia in termini di significatività che di specificità (Hadjistavropoulos et al., 2012; Fergus, 2014): tali distorsioni di pensiero quindi risultano essere fortemente associate alle preoccupazioni ipocondriache e tale correlazione è significativamente maggiore del legame tra le stesse distorsioni cognitive ed altri disturbi d’ansia (es. DOC).
Recenti evoluzioni nello studio del disturbo d’ansia per la salute hanno proposto nuove vie di concettualizzazione e trattamento dello stesso, quali la terapia cognitivo-comportamentale basata sulla mindfulness (McManus et al., 2012), l’ACT (i.e. Acceptance and Commitment Therapy; Eilenberg et al., 2015) o la Terapia metacognitiva (Wells, 2009).
Mentre i primi due approcci hanno finora fornito solo applicazioni cliniche per il trattamento dell’ipocondria, gli studi condotti nella cornice della teoria metacognitiva hanno indagato anche i meccanismi sottostanti ai sintomi.
Il postulato centrale della teoria metacognitiva pone al centro della psicopatologia le metacognizioni e, di conseguenza, il focus della terapia metacognitiva è rivolto alle credenze metacognitive piuttosto che ai pensieri disfunzionali e alle credenze cognitive, come quelle sopracitate (Wells, 2009).
Dalla ricerca svolta finora, i processi metacognitivi che risultano essere implicati nel disturbo di ansia per la salute sono il rimuginio e la ruminazione (Fergus, 2013).
D’altro canto le credenze metacognitive associate ai sintomi ipocondriaci sono state sicuramente meno indagate e gli unici dati a nostra disposizione indicano un’associazione positiva (se pur moderata) tra l’ansia per la salute e le metacognizioni relative all’incontrollabilità e alla pericolosità del rimuginio (Bailey & Wells, 2013).
Un recentissimo studio italiano (Melli et al., 2016) ha indagato, in un ampio campione di soggetti non clinici (N=342), la relazione tra i sintomi ipocondriaci, le distorsioni cognitive di Salkovskis e Warwick e le metacognizioni relative all’ansia per la salute (Bouman & Meijer, 1999):
- Incontrollabilità ed interferenza dei pensieri relativi alle malattie
- Consapevolezza dei propri pensieri
- Conseguenze negative del rimuginio sulla salute
- Credenze positive riguardo all’utilità del rimuginio
I risultati hanno dimostrato che i sintomi ipocondriaci erano significativamente associati alle credenze metacognitive indagate, ed in particolare all’incontrollabilità ed interferenza dei pensieri di malattia, la cui associazione risultava più forte della correlazione dell’ansia per la salute con le distorsioni cognitive prese in esame.
Inoltre le credenze metacognitive relative all’incontrollabilità ed interferenza dei pensieri di malattia sono risultate essere predittori significativi dei sintomi ipocondriaci, pur tenendo sotto controllo altre variabili interferenti quali ansia e depressione.
Infine le credenze cognitive relative all’incontrollabilità si sono dimostrati capaci di mediare il rapporto tra i sintomi ipocondriaci e l’anxiety sensitivity, un noto fattore predisponente nell’ansia per la salute (Abramowitz et al., 2007).
Dai risultati di questa indagine italiana e di un altro precedente studio inglese (Bailey & Wells, 2015), l’anxiety sensitivity diverrebbe un fattore importante di predisposizione ai sintomi ipocondriaci solo in presenza di credenze metacognitive quali l’incontrollabilità e l’interferenza dei pensieri di malattia.
In conclusione, i dati della letteratura in nostro possesso sul ruolo della metacognizione nel disturbo di ansia per la salute, se pur relativamente recenti e bisognosi di ulteriori approfondimenti, suggeriscono senza ombra di dubbio la necessità di inserimento delle variabili metacognitive all’interno della concettualizzazione e del trattamento dell’ipocondria.