Che cos’è il DOC?
Il Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC) è una condizione clinica complessa e spesso debilitante, caratterizzata generalmente dalla presenza di ossessioni e di compulsioni.
Le prime hanno a che fare con pensieri intrusivi, immagini mentali o impulsi involontari, ricorrenti e indesiderati. Le ossessioni possono generare ansia o altre emozioni sgradevoli quali, ad esempio, disgusto, senso di colpa, ecc. Conducono chi soffre di DOC a mettere in atto le compulsioni per alleviare queste sensazioni spiacevoli.
Le compulsioni sono, dunque, dei comportamenti volti a ridurre proprio il senso di disagio, l’ansia o altre esperienze emotive sgradevoli provocate dalle ossessioni. Esse possono manifestarsi come azioni fisiche ben visibili dall’esterno (overt) o come azioni compiute all’interno della propria mente (covert).
Le ossessioni e le compulsioni interferiscono significativamente con la vita quotidiana, causando nel soggetto notevoli disagi personali e sociali.
Vergogna e DOC: quale relazione?
Nel contesto del DOC, la vergogna è particolarmente rilevante nella categoria del disturbo ossessivo-compulsivo caratterizzata da pensieri intrusivi, dubbi, immagini mentali o impulsi il cui contenuto viene valutato dalla persona come pericoloso, indegno o moralmente sbagliato (pensieri/impulsi inaccettabili).
I pensieri ossessivi che afferiscono a questo sottotipo vengono valutati dalla persona come inaccettabili in quanto il loro contenuto è in conflitto con la rappresentazione che ha di sé: così, i pensieri inaccettabili possono portare a vissuti di vergogna, autodisprezzo e autocritica.
Ad esempio, una persona con DOC potrebbe provare vergogna per pensieri aggressivi oppure impulsi sessuali indesiderati.
Esempi clinici
Giuseppe, un uomo di 37 anni, che soffre di pensieri/fantasie/impulsi aggressivi nei confronti di persone care prova un’intensa vergogna e ansia ed esercita, conseguentemente, un marcato evitamento del contatto sociale.
Agnese, una giovane donna di 26 anni, è tormentata, invece, da pensieri/fantasie/impulsi sessuali intrusivi nei confronti di “oggetti” sessuali ritenuti inappropriati che le causano un profondo senso di vergogna.
La vergogna è comunque un’emozione frequentemente sperimentata anche negli altri sottotipi clinici di DOC. Essa è spesso dovuta alla ruminazione e all’autocritica legate alla messa in atto dei rituali compulsivi.
Le persone che soffrono di DOC si giudicano, infatti, in maniera molto dura e critica quando ricorrono a strategie disfunzionali di gestione del disagio emotivo con conseguenti emozioni spiacevoli, tra cui la vergogna, che aumentano la probabilità di ricorrere ad ulteriori strategie di evitamento, mantenendo così il disturbo.
La ricerca empirica
La ricerca empirica ha messo in evidenza che la vergogna ha un ruolo significativo nel mantenimento del DOC. In particolare, uno studio pubblicato sul British Journal of Clinical Psychology nel 2022 ha esplorato la correlazione tra la vergogna e il DOC, offrendo nuovi spunti per i professionisti della salute mentale.
Gli autori hanno effettuato una revisione sistematica della letteratura scientifica in tale ambito esaminando venti studi, di cui diciotto sono stati inclusi in una meta-analisi. Quest’ultima ha permesso di combinare i dati di più studi relativi al disturbo ossessivo-compulsivo e alla vergogna.
I risultati hanno rivelato una correlazione positiva, moderata e significativa tra i punteggi totali del DOC e della vergogna. Inoltre, sono emerse relazioni deboli ma positive tra la vergogna e specifiche dimensioni sintomatologiche del DOC, come i pensieri inaccettabili.
Complessivamente, i risultati a cui sono pervenuti gli autori indicano che esiste una significativa probabilità che gli individui che sperimentano una sintomatologia ossessivo-compulsiva sperimentino anche vissuti di vergogna. La vergogna gioca, pertanto, un ruolo rilevante nel DOC, influenzando sia la gravità che l’esperienza soggettiva dei sintomi.
Implicazioni per i terapeuti
I risultati soprariportati sottolineano l’importanza di affrontare la vergogna nel trattamento del DOC. Per i terapeuti è essenziale considerare la vergogna durante la valutazione e il trattamento e condurre interventi mirati in modo da migliorare significativamente l’efficacia dell’intervento.
Risulta fondamentale, a tal fine, validare il bisogno di sicurezza dei nostri pazienti con disturbo ossessivo-compulsivo e la loro necessità di ricorrere a delle strategie di gestione del disagio: frequentemente essi si giudicano in maniera molto aspra e critica. E’ fondamentale comunicare loro che quello che fanno non è “folle”, come loro stessi pensano o come viene spesso rimandato loro dalle persone più vicine, ma è qualcosa che ha la funzione di allontanare un disagio intenso ed estremo sottostante e quello è l’unico modo che hanno trovato per farlo.
Occorre normalizzare i comportamenti facendo presente che sì, sono assolutamente delle strategie invalidanti e sicuramente vanno abbandonate, ma queste strategie sono nate con lo scopo (di per sé sano) di regolare l’attivazione emozionale spiacevole.
Aumentare la consapevolezza di soffrire di un disturbo, tramite la psicoeducazione, permette, inoltre, al paziente con DOC di passare da una valutazione di sé negativa (ad esempio, “Sei orribile”) a una valutazione del tipo: “Sei una persona che soffre del disturbo ossessivo-compulsivo” e questo lo porta a ridurre l’autocritica nei suoi confronti.
Interventi integrativi
I terapeuti potrebbero considerare, in aggiunta, l’integrazione di interventi quali la Compassion Focused Therapy (Gilbert, 2010) per esercitare la self-compassion del paziente e per potenziare il lavoro sul processo rimuginativo di autocritica in cui si ingaggia, con conseguenti emozioni di vergogna, e per cambiare il modo di relazionarsi a sé stesso promuovendo una maggiore accettazione di sé.
A tale proposito, per esempio, si può chiedere al paziente, di scrivere una lettera compassionevole a sé stesso per prendere le distanze dal suo dialogo interiore autocritico. Si può condurre, inoltre, in seduta la pratica del sé compassionevole ovvero creare un’immagine di sé compassionevole che infonda al paziente accettazione e serenità e che possa richiamare alla memoria ogniqualvolta si accorge di essere particolarmente critico nei suoi confronti.
Dopo aver costruito il suo sé compassionevole, si può lavorare con il paziente su episodi in cui è stato molto critico nei suoi confronti domandandogli di provare ad affrontarli attraverso la prospettiva del suo sé compassionevole.
Per lavorare sull’emozione di vergogna, è fondamentale, inoltre, la comprensione di tale emozione: bisogna far presente al paziente che essa è legata al sistema della minaccia e che, quando è attivata per periodi prolungati di tempo e ad elevati livelli di intensità, può diventare un blocco per il nostro sistema calmante e di affiliazione e ostacolare la nostra connessione agli altri.
Si può utilizzare il sé compassionevole costruito in meditazione, per far sì che il paziente si relazioni alla parte di sé che prova vergogna in modo che possa utilizzare la prospettiva compassionevole, nel corso del tempo, per interagire con l’autocritica basata sulla vergogna. Esercitare la compassione risulta un modo molto efficace per lavorare con tale esperienza emotiva.
Conclusioni
La comprensione del ruolo della vergogna nel DOC apre nuove strade per la ricerca e la pratica clinica.
Sebbene siano necessarie ulteriori ricerche in tale ambito, la vergogna gioca un ruolo significativo nel mantenimento e nell’intensificazione dei sintomi del Disturbo ossessivo-compulsivo. Approfondire come essa interagisce con la sintomatologia può portare a sviluppare approcci terapeutici più efficaci e personalizzati.
Comprendere e trattare la vergogna attraverso interventi specifici rappresenta un passo cruciale verso un iter terapeutico più omnicomprensivo in modo da migliorare l’efficacia terapeutica e pervenire a miglioramenti significativi nella qualità della vita dei nostri pazienti.
Riferimenti bibliografici
- American Psychiatric Association. (2013). Diagnostic and statistical manual of mental disorders (5th ed.). Washington, D.C.: American Psychiatric Press.
- Beck, J.S. (2013). La terapia cognitivo- comportamentale. Roma: Astrolabio.
- Gilbert, P. (2012). La terapia focalizzata sulla compassione. Caratteristiche distintive. Milano: FrancoAngeli.
- Laving, M., Foroni, F., Ferrari, M, Turner, C., & Yap, K. (2022). The association between OCD and Shame: A systematic review and meta-analysis. British Journal of Clinical Psychology, 62, 28-52.
- Melli, G. (2018). Vincere le ossessioni: Capire e affrontare il Disturbo Ossessivo-Compulsivo. Trento: Erickson.
- Melli., G., & Carraresi., C. (2023). La terapia cognitivo-comportamentale del disturbo ossessivo-compulsivo. Manuale completo per l’assessment e il trattamento. Trento: Erickson.