Instagram, Facebook, Twitter, YouTube e Tumblr sono alcuni dei social media più popolari tra i giovani. Si calcola che quasi il 90% degli adolescenti americani siano utenti attivi nei social media (Lenhart, 2015).
Nel 2020 l’isolamento fisico non combacia più necessariamente con l’isolamento sociale. Grazie all’ascesa e alla vasta popolarità dei social media, assistiamo a una nuova forma di interazione: l’interazione digitale.
La comunicazione sociale (quella che prevede uno scambio “faccia a faccia”) implica uno scambio di informazioni attraverso espressioni facciali, gesti e prosodia. E’ necessariamente qualitativa e comporta un’interpretazione soggettiva.
Le interazioni digitali invece, consentono un feedback quantitativo. Un esempio particolarmente saliente di interazione digitale semplificata e quantitativa è il “Like” o il “Mi Piace”.
Cosa rappresentano realmente i “Like” e i “Mi Piace”?
Sono misure semplici, veloci e quantificabili di approvazione tra pari. I “Like” offrono l’opportunità di un confronto sociale chiaro e quantificabile, per determinare se un comportamento sociale riceve approvazione dai pari.
Il Like è un nuovo tipo di ricompensa di natura sociale. Ricercatori e antropologi hanno ipotizzato che la storia evolutiva del cervello dei primati e in particolare del cervello umano, sia direttamente connessa alla crescente importanza dell’interazione sociale e dell’appartenenza al gruppo.
Questo significa che le caratteristiche del cervello umano, potrebbero essersi sviluppate in risposta a spinte evolutive che puntavano a relazioni sociali sempre più complesse.
In quest’ottica mettere un “Like” o un “Mi Piace”, rappresenterebbe un bisogno umano di base: la necessità di creare e favorire relazioni sociali.
Il Like è un concetto molto nuovo, ma rappresenta un bisogno umano antico.
Cercare e ricevere feedback dagli altri può contribuire alla creazione di nuove relazioni sociali e al rafforzamento dei legami esistenti.
Nell’adolescenza, un periodo in cui le relazioni tra i pari sono molto intense, può essere particolarmente importante per i giovani, la spinta motivazionale a dare feedback positivi agli altri al fine di rafforzare i legami sociali.
Cosa accade nel cervello quando riceviamo un “Like”?
Non sono molti gli studi specifici sull’argomento. Dalla letteratura presente, sembra che ricevere molti “Like” alla propria foto su Instagram porti all’attivazione del Nucleo Accumbens (NAcc) e della corteccia prefrontale ventromediale (vmPFC). Condividere dei contenuti sul social, attiverebbe il Nucleo Accumbens e l’area ventrale tegmentale.
Queste zone corrispondono al circuito neurale della ricompensa che come sappiamo, è coinvolto nell’esperienza soggettiva del piacere.
Il Nucleo Accumbens è considerato il fulcro del circuito neurale della ricompensa: è coinvolto nell’esperienza soggettiva di ricompensa e del piacere, ma anche nel motivare i comportamenti orientati al raggiungimento dell’obiettivo.
Cosa accade nel cervello degli adolescenti?
Alcuni studi hanno dimostrato che quando gli adolescenti ricevono molti “Mi Piace” alle loro foto, si registra una maggiore attivazione del NAcc. Ciò conferma l’ipotesi che i Like motivino all’uso continuato dei social media e ai comportamenti attivi di condivisione di contenuti on line.
Anche i “Mi Piace” sulle foto di estranei influenzano le risposte neurali e comportamentali. Quando i ragazzi vedono alcune foto su Instagram che hanno molti “Like”, mostrano maggiore attivazione delle aree cerebrali del circuito della ricompensa e sono più propensi a fare click su “Mi Piace” a loro volta.
Nello studio di Sherman et al., (2016), è emerso inoltre, che la popolarità di una foto (in termini di quantità di Like) ha avuto un effetto significativo sul modo in cui la foto è stata percepita. È più probabile che agli adolescenti piaccia una foto, anche una che riporta comportamenti a rischio (come fumare marijuana o bere alcolici), se quella foto ha ricevuto un numero elevato di Like.
Questo dato è particolarmente rilevante: l’adolescenza è un periodo durante il quale l’influenza dei pari è molto importante. La pressione dei pari può essere anche disadattiva quando rafforza comportamenti pericolosi (come guida pericolosa, consumo di droghe…).
Adolescenti, “Like” e comportamenti rischiosi
I giovani pubblicano e condividono spesso contenuti che mostrano comportamenti rischiosi e ciò può influire sulla tendenza dei loro coetanei a impegnarsi in comportamenti simili.
Alcune teorie suggeriscono che il Nucleo Accumbens interagisca con le regioni neurali implicate nel controllo congnitivo durante decisioni riguardanti comportamenti pericolosi.
Dai risultati di un recente studio di Sherman et al.,(2018), pare che la rete neurale implicata nel controllo cognitivo fosse meno attiva quando i ragazzi osservavano immagini pubblicate sui social che ritraevano comportamenti pericolosi. Certamente la visualizzazione di foto on-line non costituisce di per sé un rischio.
Gli anni dell’adolescenza sono un periodo di maggiore assunzione di rischi rispetto all’infanzia e questo potrebbe essere conseguente alla loro maggiore indipendenza.
Tuttavia, i sistemi neurali ipotizzati essere alla base del processo decisionale, maturano durante la tarda adolescenza e all’inizio dei 20 anni d’età. Le funzioni esecutive migliorano in questo periodo, probabilmente anche a causa del processo di potatura e mielinizzazione dei lobi frontali e del lobo parietale.
Questo significa che il cervello di un giovane adolescente, che non ha raggiunto ancora questo grado di maturazione, ha una maggiore sensibilità del Nucleo Accumbens. Questa area, come abbiamo detto in precedenza, è legata al circuito neurale della ricompensa.
Uno studio sull’argomento
In uno studio del 2018 condotto su una popolazione di ragazzi delle scuole superiori, emerge una riduzione dell’attività delle regioni frontali del controllo cognitivo durante la visualizzazione di immagini di comportamenti a rischio, pubblicati su Instagram.
Al contrario, i ragazzi del college a cui sono state sottoposte le stesse immagini, mostravano una maggiore attività delle aree frontali. Questa differenza potrebbe essere spiegata dall’immaturità di alcune zone cerebrali nei ragazzi più giovani.
I risultati di questo studio sono interessanti e sembrano dimostrare come nell’adolescenza, le regioni frontali del controllo cognitivo sono insufficienti per inibire le risposte a stimoli “rischiosi” (come in questo caso, immagini su Instagram che ritraevano comportamenti a rischio).
I dati che attualmente abbiamo dalla letteratura, dimostrano che l’approvazione tra pari (misurata in modo quantitativo attraverso i “Like” ricevuti su Instagram o su altri social), influenza in modo significativo la percezione delle immagini e il comportamento corrispondente a tali immagini.
Appare dunque molto importante per la ricerca futura, esaminare ulteriormente la relazione tra social media, risposte neurali e il comportamento di assunzione del rischio nel mondo reale.