Il Disturbo Ossessivo Compulsivo
Il Disturbo Ossessivo Compulsivo è un disturbo mentale altamente invalidante caratterizzato da frequenti pensieri, immagini mentali o impulsi involontari ed intrusivi con contenuti indesiderati (ossessioni). Nonché da ripetuti comportamenti o azioni mentali (compulsioni) che la persona mette in atto per alleviare o eliminare il disagio creato dalle ossessioni (APA, 2013).
Ovviamente i sintomi, per poter soddisfare una diagnosi formale, devono presentarsi con elevata frequenza o durata. Devono impattare significativamente sul funzionamento di vita del soggetto e creare una sofferenza psicologica rilevante.
Il DOC da relazione
I contenuti delle ossessioni possono essere di svariato tipo, così come le forme che i comportamenti compulsivi possono assumere. Tanto che ad oggi spesso parliamo di “disturbi ossessivo-compulsivi”, data la varietà di sottotipi che il quadro può assumere.
Una tipologia specifica e altamente invalidante di DOC è il cosiddetto DOC da Relazione (o ROCD, Relationship Obsessive Compulsive Disorder).
Questa forma di DOC, sistematicamente descritta da Doron e collaboratori (2012), è caratterizzata da dubbi ossessivi sul partner e sulla propria relazione sentimentale e le relative strategie compulsive di tranquillizzazione.
In particolare, i pazienti affetti da ROCD possono presentare due forme sintomatologiche del disturbo: con sintomi centrati sulla relazione e con sintomi focalizzati sul partner. Vediamone le differenze.
DOC da relazione: due sottotipi
Quando i sintomi ROCD sono centrati sulla relazione, la persona può avere preoccupazioni sui propri sentimenti verso il partner (“Ma lo amo davvero? Mi piace abbastanza?”). Oppure dubbi sulla “correttezza” della propria storia d’amore (“Questa relazione è giusta per me?”).
Nel caso di una sintomatologia focalizzata sul partner le ossessioni ruotano attorno alle caratteristiche del proprio compagno/a in diversi ambiti, quali, ad esempio, l’aspetto fisico, i valori morali, la professione, lo status economico, o le abilità sociali (“Non mi piace abbastanza adesso che è ingrassata”, “Forse dovrei trovarmi un compagno più socievole”, “E se avessi bisogno di una persona più matura al mio fianco?”).
Le due manifestazioni sintomatologiche non sono mutuamente escludentisi nella stessa persona. Anzi, i sintomi ossessivo-compulsivi centrati sulla relazione e quelli che si focalizzano sul partner spesso sono presenti insieme.
Le strategie compulsive
Tra le compulsioni e le strategie di gestione del disagio più frequentemente riscontrabili nel DOC da Relazione ci sono:
- rimuginare sui propri sentimenti
- monitorare costantemente i propri comportamenti per cercare di sedare i propri dubbi
- confrontare la propria relazione con quella degli altri
- ruminare su episodi passati alla ricerca di segnali di conferma o disconferma del proprio timore
- chiedere rassicurazione agli altri
Inoltre, le persone che soffrono di DOC da relazione spesso provano a evitare le situazioni che possono fungere da innesco ai loro dubbi sulla relazione di coppia o sui loro sentimenti. Questo, assieme alle compulsioni, alimenta il circolo vizioso del disturbo. Impatta inoltre negativamente sulla qualità del rapporto stesso.
DOC da relazione focalizzato sul partner e vulnerabilità del Sé
Numerosi studi hanno indagato il legame tra la presenza di determinate vulnerabilità individuali e l’esordio di un DOC da Relazione.
Anche Doron e Kyrios (2005) hanno dimostrato che la pre-esistenza di determinate vulnerabilità del Sé possono predisporre al successivo sviluppo di sintomi ossessivi in specifici domini personali, compreso la relazione ed il partner.
In particolare, dai dati di ricerca è stato riscontrato che il ROCD con sintomi focalizzati sulla relazione risulta associato ad un attaccamento ansioso ed un’autostima regolata sulla relazione (Doron e colleghi,2013). I sintomi di DOC da relazione focalizzati sul partner si associano alla presenza di un’autostima dipendente dal valore percepito del partner (Doron e Szepsenwol, 2015).
Inoltre, i soggetti che avevano alta tendenza ad avere pensieri ossessivi sul partner, se esposti a stimoli che evidenziassero le imperfezioni del partner in determinati domini significativi, presentavano una significativa diminuzione dell’autostima (Doron e Szepsenwol, 2015).
Vulnerabilità del Sé e narcisismo
Il Disturbo Narcisistico di personalità è notoriamente caratterizzato da una autostima instabile e da tentativi di regolarla attraverso la ricerca di attenzione e di approvazione. Oppure, in alternativa, tramite una grandiosità manifesta o nascosta.
Questo può declinarsi in due manifestazioni cliniche prevalenti, anche se gli studiosi ne riconoscono anche altre (Cain e colleghi, 2008). Infatti, secondo molti (es., Gersten, 1991; Pincus e Lukowitsy, 2010) vi è un sufficiente accordo nella descrizione di due principali sottotipi: grandioso e vulnerabile.
Nel narcisismo grandioso prevalgono i sentimenti di auto-esaltazione, le fantasie di gloria o di successo, la mancanza di empatia e i sentimenti di superiorità e disprezzo verso gli altri. Invece, nel sottotipo di narcisismo vulnerabile prevalgono sentimenti di vergogna ed umiliazione e una ipersensibilità al giudizio, con una marcata tendenza all’evitamento e alla fuga anziché alla ricerca di ammirazione.
La grandiosità e l’invidia presenti nel narcisista grandioso sono celate nel sottotipo vulnerabile il quale presenta modalità compiacenti e falsamente umili che prendono il posto dell’arroganza tipica del sottotipo grandioso. Anche se le due manifestazioni non sempre sono così chiaramente distinte.
La regolazione dell’autostima
Sul piano della regolazione dell’autostima, il narcisista grandioso tende a regolare il suo senso di valore personale con della modalità di autoesaltazione e di superiorità sull’altro. Il narcisista vulnerabile vive invece un senso di fragilità dell’autostima che tende a compensare con un marcato bisogno di approvazione e riconoscimento esterno.
Alcuni autori (i.e. Zeigler-Hill e colleghi, 2008, Dickinson e Pincus, 2003) hanno infatti riscontrato come elevati tratti di narcisismo vulnerabile si associassero ad elevata insicurezza e all’utilizzo di strategie di ricerca di validazione esterna e dipendenza dall’approvazione altrui.
Sull’onda di questi dati si potrebbe ipotizzare che la presenza dell’insicurezza del narcisista vulnerabile, così come la sua dipendenza da conferme esterne al proprio valore, possano costituire un fattore di vulnerabilità per lo sviluppo di dubbi ossessivi sulla relazione e sul partner. Proprio in virtù della maggiore propensione alla regolazione della propria autostima sulla base dell’immagine e del valore percepito del partner.
Il narcisismo vulnerabile come predittore del DOC da relazione
Partendo da queste osservazioni un recentissimo studio italiano ha indagato la possibile associazione tra DOC da Relazione e narcisismo patologico, con particolare attenzione al ruolo del narcisismo vulnerabile (Melli e colleghi, 2023).
L’ipotesi degli autori era quella che tratti patologici di narcisismo vulnerabile potessero predire la maggiore presenza di sintomi ROCD, proprio mediati dall’autostima dipendente dal contesto, ed in particolare dalle caratteristiche valoriali del partner.
Il campione, composto da 310 soggetti con diagnosi di ROCD reclutati per questa indagine, è stato sottoposto alla compilazione di questionari per la valutazione di:
- narcisismo vulnerabile
- sintomatologia DOC da relazione
- grado di dipendenza della propria autostima dalle caratteristiche del partner
- specifiche credenze cognitive spesso presenti nei soggetti con DOC da relazione
I risultati dell’indagine hanno dato supporto all’ipotesi dell’associazione tra narcisismo vulnerabile e sintomi ROCD e tra narcisismo vulnerabile e tendenza a regolare la propria autostima sulle caratteristiche del partner.
Le analisi statistiche effettuate hanno anche confermato il ruolo di predittore del narcisismo vulnerabile sui sintomi ossessivo-compulsivi da relazione, anche quando venivano controllate le altre variabili (l’autostima dipendente dal partner e la presenza di determinate credenze cognitive notoriamente associate con il ROCD).
Conclusioni
Quindi, secondo gli autori, la presenza di tratti di narcisismo vulnerabile in un soggetto potrebbe aumentare la dinamica di regolazione dell’autostima sulla base delle caratteristiche valoriali del partner. Questa, a sua volta, potrebbe innalzare la tendenza a sviluppare preoccupazioni ossessive focalizzate proprio sulle caratteristiche del proprio partner.
La spiegazione di questo legame è facilmente intuibile sulla base di quanto illustrato in precedenza. Proprio perché il narcisista patologico con tratti di narcisismo vulnerabile ha un elevato bisogno di approvazione altrui per mantenere la propria autostima, è presumibile che questa dipendenza dalla validazione esterna li renda più sensibili alla percezione del valore e dell’immagine del proprio compagno.
In conclusione, il narcisismo vulnerabile sembra assumere un importante ruolo come fattore di vulnerabilità per lo sviluppo di una sintomatologia ROCD focalizzata sul partner, al netto dell’impatto di ulteriori variabili significative considerate.
Ne deriva l’importanza, anche sul piano clinico, di considerare la valutazione ed il trattamento del narcisismo vulnerabile quando abbiamo in carico un soggetto con sintomi ossessivo-compulsivi da relazione.
Bibliografia
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- Cain, N.M., Pincus, A.L., & Ansell, E.B. (2008). Narcisism at the crossroads: Phenotypic description of pathological narcisism across clinical theory, social/personality psychology and psychiatric diagnosis. Clinical Psychology Review, 28, 638-656.
- Dickinson, K. A., & Pincus, A. L. (2003). Interpersonal analysis of grandiose and vulnerable narcissism. Journal of Personality Disorders, 17(3), 188–207.
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- Doron, G., & Kyrios, M. (2005). Obsessive compulsive disorder: a review of possible specific internal representations within a broader cognitive theory. Clinical Psychology Review, 25(4), 415–432.
- Doron, G., & Szepsenwol, O. (2015). Partner‐focused obsessions and self‐esteem: An experimental investigation. Journal of Behavior Therapy and Experimental Psychiatry, 49, 173–179.
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- Pincus, A.L. & Lukowitsy, M.R. 2010. Pathological narcisism and narcisistic personality disorder. Annual Review of Clinical Psychology, 6, 421-446.
- Zeigler‐Hill, V., Clark, C. B., & Pickard, J. D. (2008). Narcissistic subtypes and contingent self‐esteem: do all narcissists base their self‐esteem on the same domains. Journal of Personality, 76(4), 753–774.