Il disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) è caratterizzato dalla presenza di ossessioni e compulsioni.
La persona infatti tende ad interpretare catastroficamente pensieri intrusivi che tutti noi possiamo avere, favorendo lo strutturarsi di ossessioni, che causano disagio e che vengono gestite attraverso strategie disfunzionali come i comportamenti compulsivi. Ma queste ultime sono controproducenti e aumentano la salienza dei pensieri intrusivi.
Oltre ai sintomi classici, dagli studi è emerso come i pazienti con disturbo ossessivo compulsivo abbiano con maggiore probabilità uno stile di attaccamento insicuro (ansioso). Ciò è importante in quanto se si portasse maggiore attenzione all’attaccamento di questi soggetti, potrebbe migliorare anche l’esito della terapia.
Il sistema d’attaccamento è infatti un sistema motivazionale che guida i bambini a mantenere prossimità con chi si prende cura di loro, in caso di pericolo o bisogno.
La qualità di queste interazioni porta alla formazione di Modelli Operativi Interni (MOI). Questi contengono informazioni cognitivo-emotive su come ci aspettiamo che il partner risponderà a richieste di supporto o protezione o alla modalità con la quale riceveremo cure, amore e supporto. Durante tutto lo sviluppo e nell’età adulta i MOI tendono a consolidarsi e a diventare un vero e proprio stile di attaccamento. Ossia un pattern di cognizioni e comportamenti stabili che si esprimono nelle relazioni intime.
Gli stili di attaccamento possono perciò essere di tipo sicuro o insicuro (ansioso o evitante) o disorganizzato. Le ricerche hanno dimostrato come l’attaccamento ansioso giochi un importante ruolo nella psicopatologia di diversi disturbi mentali, tra cui il disturbo ossessivo compulsivo (DOC).
Per la maggior parte delle persone, esperienze che sfidano domini sensibili per il sé (ad esempio aver avuto un pensiero blasfemo per una persona molto religiosa), vengono gestite con strategie di coping volte a dissipare i pensieri intrusivi non voluti e favorendo il ripristino della stabilità emotiva, senza che si strutturino in ossessioni.
Sembra che l’attaccamento insicuro, caratterizzato anche da una scarsa capacità di regolazione emotiva, possa inficiare la capacità di utilizzare le strategie di coping di cui sopra contribuendo allo sviluppo del disturbo ossessivo compulsivo.
Un’attivazione cronica del sistema di attaccamento insicuro e in particolare quello ansioso, può accresce la prontezza nell’agire (svolgere delle compulsioni per ripristinare la sicurezza), l’attenzione verso i pensieri intrusivi (che hanno maggiori probabilità di diventare ossessioni), in particolare quelli che minacciano il senso del sé. Questi aspetti possono avere anche un impatto sul trattamento e nella costruzione dell’alleanza terapeutica.
Un terapeuta dovrebbe perciò considerare i Modelli Operativi Interni del paziente DOC ed essere per lui una base sicura, favorendo empatia, supporto e accettazione positiva incondizionata, aspetti che dovrebbero sfidare i preesistenti pattern relazionali. Ad esempio, la paura dell’abbandono dovrebbe essere indirizzata all’esplorazione tra tale paura e le credenze del disturbo ossessivo compulsivo correlate.
In conclusione la terapia cognitivo comportamentale, approccio d’elezione per tale disturbo, dovrebbe essere accompagnata ad un lavoro sullo stile di attaccamento insicuro ansioso del paziente, al fine di favorire una completa remissione dei sintomi, partendo anche dagli schemi di base del soggetto.
BIBLIOGRAFIA