Più curiosi siamo su un argomento, tanto più ci è facile imparare e memorizzare informazioni su quello stesso argomento.
Si tratta di un qualcosa di senso comune, che tutti noi “sappiamo”, ma che oggi trova evidenza scientifica grazie a ricerca pubblicata in questi giorni sulla rivista Neuron e che ha messo in evidenza cosa accade nel cervello quando viene stimolata la curiosità.
I partecipanti arruolati sono stati sottoposti a una combinazione di test di valutazione di curiosità riguardo a una serie di domande, test di elicitazione di uno stato di curiosità e test di memoria. In alcune parti dello studio le persone sono state sottoposte anche a risonanza magnetica cerebrale.
In primo luogo, come atteso, quando le persone erano molto curiose di scoprire la risposta a una domanda, erano anche più capaci di apprendere tali informazioni.
Più sorprendente, tuttavia, è che una volta che la loro curiosità era stata suscitata, hanno mostrato un migliore apprendimento anche di quelle informazioni che hanno incontrato durante il test e che per loro erano del tutto estranee (cioè quelle informazioni per le quali non erano inizialmente incuriositi).
Le persone erano anche meglio in grado di ricordare le informazioni apprese durante lo “stato curioso” per un periodo successivo di 24 ore.
In secondo luogo, i ricercatori hanno scoperto che quando la curiosità è stimolata, vi è una maggiore attività nel circuito del cervello legate alla ricompensa.
Questo dimostrerebbe che la motivazione intrinseca recluta le stesse aree del cervello che sono coinvolte nella motivazione concreta, estrinseca. Questo circuito di ricompensa si basa sulla dopamina, un messaggero chimico che trasmette messaggi tra i neuroni.
In terzo luogo, il team ha scoperto che, quando viene attivato l’apprendimento motivato dalla curiosità, aumenta l’attività nell’ippocampo, una regione del cervello che è importante per la formazione di nuovi ricordi, così come aumentano le interazioni tra l’ippocampo e il circuito di ricompensa.
Così la curiosità recluta il sistema di ricompensa, e le interazioni tra il sistema di ricompensa e l’ippocampo sembrano mettere il cervello in uno stato in cui si hanno maggiori probabilità di apprendere e conservare le informazioni, anche se tale informazione non è di particolare interesse o rilevanza.
E’ forse esperienza di ognuno di noi l’aver incontrato almeno una volta nella vita un insegnante o semplicemente qualcuno che ha saputo stimolare la nostra curiosità e che ci ha permesso di imparare qualcosa che ricordiamo ancora a distanza di tanto tempo.
Questi risultati confermano sicuramente a molti professionisti ed esperti dell’apprendimento quello che l’esperienza ha già insegnato loro: la curiosità può mettere il cervello in uno stato che permette di imparare e conservare qualsiasi tipo di informazione, come un vortice che risucchia tutto quello che siamo motivati a imparare, e anche tutto quello che sta intorno!
Comprendere il rapporto tra la motivazione e la memoria potrebbe anche stimolare nuovi approcci per migliorare la memoria non solo negli individui sani, ma anche in persone con problematiche neurologiche, e promuovere nuove vie per il trattamento di pazienti con disturbi che colpiscono la memoria.