“L’albero dentro di me è parte mela, parte arancio-pera-mandorla, parte sluurp, parte ombra e parte sole. L’albero dentro di me è seme e germogli, corteccia e fusto ramo e tronco e chioma. L’albero dentro di me è uccellino-scoiattolo-bruco e ape. E siccome c’è un albero dentro di me, c’è anche vento, e pioggia e fango e un fiume con i pesci e anche un cielo. L’albero dentro di me è forte e flessibile e ha radici profonde che si inoltrano fino a raggiungere le radici di un altro tronco-ramo-chioma e persino il cielo. Siccome c’è un albero e un cielo e un sole dentro di me, riesco a capire che… c’è un albero, anche…dentro di te”.
Molto spesso si parla di accettazione del proprio corpo, del proprio peso e della propria immagine corporea. Ciò come se esistesse un punto di arrivo possibile e come qualcosa da fare con rassegnazione e amore incondizionato.
Il corpo, il peso e l’immagine corporea sono in continuo cambiamento e accettare il proprio corpo vuol dire accogliere il suo naturale e costante fluttuare.
Il rapporto con il corpo è centrale nello sviluppo psichico dell’individuo, specialmente in adolescenza. Quando in modo rapido e improvviso si trasforma, assumendo sembianze strane e disarmoniche e comunicando sensazioni nuove e perturbanti per una mente ancora ancorata a un funzionamento infantile.
I cambiamenti corporei con la pubertà
Dopo la pubertà, l’adolescente deve costruire una nuova immagine mentale del proprio corpo, registrando a livello psicologico le trasformazioni puberali e attribuendogli significati relazionali, sociali e generativi.
A volte però il corpo viene vissuto come ostile e sbagliato, comporta sentimenti di delusione e di rifiuto.
La diffusione della cultura estetico-salutista nella società in cui viviamo suggerisce che i limiti corporei non siano invalicabili. Che il corpo possa essere trasformato e reso conforme all’ideale, sottoponendolo a continue manipolazioni offerte dal mercato delle diete, del fitness e della chirurgia estetica.
E’ possibile e necessaria una nuova idea di corpo, fondata sul sentire e sulle potenzialità e le risorse che esso ha intrinsecamente in sé.
Perché il nostro corpo è meraviglioso. Dobbiamo solo imparare ad accorgercene.
Per te che stai crescendo e stai per diventare grande
“Ci sono giorni in cui la luce vacilla e allora mi ricordo che la luce sono io, entro e la riaccendo”
Il tuo corpo è unico. Nessuno ne ha uno simile al tuo, ed è fantastico.
Ogni corpo è diverso e ogni corpo è ok.
Il tuo corpo è sempre in evoluzione e tu noterai diversi cambiamenti quando attraverserai la pubertà.
Esso cambierà all’interno e all’esterno, diventerà più grande e prenderà più spazio, e va bene così.
Non esiste una taglia, un colore e una misura perfetta.
Cosa ti rende diverso, ti rende te stesso. E sei incredibile!
È importante accettare e amare te stesso esattamente così come sei.
Non aspettare fino a domani, inizia subito.
I nostri corpi sono incredibili perché possono fare così tante cose incredibili.
Ad esempio:
- Le tue orecchie possano sentire la musica che ti piace e il tuo corpo può ballare al suo ritmo.
- I tuoi occhi possono vedere la tua serie tv del cuore e leggere i tuoi libri preferiti.
- Con le tue mani puoi creare cose belle.
- Il tuo naso può sentire l’odore dei fiori in giardino.
- La forza delle tue braccia potrai usarla per prendere in braccio il tuo fratellino o la tua sorellina.
- Le tue gambe ti permetteranno di correre il più lontano possibile ogni volta che ne sentirai il bisogno.
- Le tue mani faranno presa a tutto quello che non vorrai lasciare andare.
- Le tue mani ti serviranno anche per lasciare andare quello che non vorrai più.
Esercitati con me
Ora prova a fare con me questo esercizio: mettiti di fronte allo specchio e prova a ricercare almeno tre caratteristiche di te che ti identificano. Quelle che ti fanno dire che sei proprio tu. E prova a chiederti per poter contattare meglio la saggezza del tuo corpo:
- Cosa mi insegna?
- In che modo disegna parti della mia identità?
- Per cosa mi viene voglia di ringraziarlo.
E’ ingeneroso usare il nostro corpo solo come biglietto da visita o come strumento, perché esso è intelligenza e saggezza.
Stare dentro la possibilità del corpo significa invece ricominciare a usarlo come centro di intelligenza, come luogo di consapevolezza e di saggezza.
Forse sei abituato a stare in contatto solo con ciò che non ti piace di te e focalizzarti su tutte quelle parti di te che senti profondamente sbagliate. Ma cosa succede anche sotto, accanto, nonostante, eppure?
Mantenere l’attenzione su di noi, su tutto di noi, ci allena a guardarci con più gentilezza e compassione. Ci ricorda che tutto dentro di noi merita attenzione e dignità. Non solo ciò che è prepotente.
Non si esce dall’inadeguatezza imparando a adeguarsi. Se ne esce imparando a fidarsi del fatto che dentro di noi c’è un nucleo saggio, illuminato, amorevole.
Non dobbiamo aggiungere nulla e tanto meno aggiustare nulla, il nostro compito è togliere per tornare a contattarlo!
La meditazione può esserti di grande aiuto.
Meditazione body scan
Accomodati, chiudi gli occhi e prova a muoverti dalla dimensione del vedere a quella del sentire, qualsiasi cosa significhi per te in questo momento.
Puoi sentire suoni, rumori intorno a te, puoi sentire tramite la tua pelle il contatto con i punti di appoggio. Puoi sentire dall’interno le sensazioni che ti abitano in questo momento.
Entra in questa dimensione di ascolto di quello che senti con un’attitudine curiosa e gentile. Non stai cercando nulla di particolare, stai solo tentando di allenare la tua capacità di sentire con un’attitudine che non ha bisogno di giudicare.
In questo momento più che fare ordine e pulizia tra le tue sensazioni…ci interessa che tu possa accorgertene.
Puoi lasciare che la tua attenzione si muova liberamente all’interno del tuo corpo e puoi permetterti di nominare quello che senti e incontri via via.
Focalizza l’attenzione sul respiro
Un po’ come se nominando alcune sensazioni tu le stessi salutando e tra tutte queste sensazioni vai a cercare anche quella della stabilità del tuo corpo che è accomodato qui, e focalizzati sul tuo respiro.
E prova a entrare in contatto con la sensazione del respiro.
Porta attenzione al movimento del respiro e lascia che la tua mente si ancori al respiro e anziché seguire i pensieri e tutto quello che ti porta via da questo momento, impara a stare dentro al tuo corpo proprio adesso.
Il tuo respiro è continuo e segue il suo ritmo, sicuro che continuerà senza nessuna fatica perché succede da sé.
E allora lascia che insieme alle tante sensazioni che puoi incontrare all’interno del tuo corpo, in questo momento, ci sia anche la continuità e la sicurezza del respiro.
Inspira. Espira.
Inspirando puoi lasciare che si crei spazio, il petto si alza, la cassa toracica si espande, espirando puoi lasciare che il respiro porti un po’ di morbidezza e un po’ di relax.
Dentro al tuo respiro puoi trovare la stabilità, l’apertura, la morbidezza e la calma. Puoi accorgerti del benessere che ogni respiro può offrirti.
Per chiudere la pratica prova a rimanere ancora qualche istante in contatto con le sensazioni del tuo respiro, puoi accogliere tutto il benessere che ogni respiro può offrirti.
E di nuovo prova a salutare queste sensazioni, riconoscendole con il loro nome e riconoscendo che dentro a ciascun respiro puoi trovare tutto questo. Non esiste giudizio. Non c’è perfezione necessaria. Solo fiducia nelle tue possibilità e accoglienza della tua interezza.
Quando te la senti, con i tuoi tempi, riapri gli occhi.
Per te che sei piccolo, ma stai crescendo in fretta
“Hai a malapena scalfito la superficie di ciò di cui sei capace, hai decenni di vittorie di fronte a te”
Metti insieme un girasole, una ranocchia e un elefante, anche il sole e le stelle, ed ecco che comincia una storia…
C’era una volta un girasole che si chiamava Mezzataglia. Ogni volta che sorgeva il sole lui si voltava a guardarlo, e si ristorava a sentire tutto quel bel caldino. Passò li vicino un elefante, grande grande, come un gigante e Gigante era infatti il suo nome e si misero a conversare insieme:
“Ciao Mezzataglia come stai oggi?”
“Insomma, Elefante Gigante sono un po’ triste. Stavo rimuginando su una cosa. Mi piacerebbe tanto essere grande come te, così al mio passaggio tutti si accorgerebbero di me e si girerebbero a guardarmi. Invece, sono solo uno tra tanti, e totalmente impossibilitato di fare alcunché. Nessuno può notarmi, ammirarmi, guardarmi, volermi e scegliermi.”
Elefante Gigante non fece in tempo a rispondere che subito fu anticipato da una piccola ranocchia che si chiamava Picciò che si intromise nel discorso iniziando a lamentarsi:
“Oh Mezzataglia, quanto sei fortunato, sai, io sono talmente piccola che ogni volta rischio di essere schiacciata e ho tanta paura delle grandi taglie. Per certi versi le ammiro anche. Sono forti e sicure di sé, io sono così vulnerabile e in pericolo… però, ecco, una cosa la so fare molto bene, il solletico… vuoi che provi?!
Si misero a ridere tutti insieme!
Così fu il turno di Elefante Gigante che confidandosi con i suoi amici, disse loro:
“Sapete, in effetti non è così bello per me essere grande, mi sento tanto esposto e visto che soffro di ansia sociale e timidezza patologica, è molto faticoso per me essere sempre al centro dell’attenzione. Provo così tanta vergogna. Vorrei solamente nascondermi e diventare piccino picciò. Mi accontenterei anche di essere una mezza taglia. Ma così… proprio no.
I tre amici si guardarono negli occhi e si misero a ridere di gusto. Proprio di gusto. E si resero conto che:
- nessuno era soddisfatto e contento di se stesso,
- tutti avrebbero voluto essere qualcun altro,
- insieme si divertivano tantissimo.
Compresero, quindi, che stare insieme, vivere i legami e condividere ciascuno il proprio sentire li faceva stare molto meglio, e così, contattarsi nello spazio di amore, e di amicizia, gli uni con gli altri, aveva il potere di arricchire lo spazio di amore personale, dentro di sé e con sé.
E poi il cielo, divenuto ormai stellato, era proprio una meraviglia. Tutte quelle stelle catturavano l’attenzione dei tre amici, perché si sa che… le stelle hanno un dono: Brillano. Sempre.
Per tutti, ma proprio tutti
“Non hai niente che non va
Questa è crescita
Questa è trasformazione
È proteggersi
Perdersi nel rumore
Orientarsi
Sentirsi usati
Ignorati
Perdere speranza
Esaurirsi
Questa è paura
Questa è elaborazione
Questa è sopravvivenza
Questo è essere vivi
Perdi tutto
Quando non ti vuoi bene
E guadagni tutto quando te ne vuoi”.
L’albero dentro di te cresce e germoglia, assicura nutrimento e conforto e legami, ancora, ancora e ancora. E’ possibile così, una gioiosa interconnessione con ogni forma di vita.
Bibliografia
- Barcalow W.N.(2021). Positive body image workbook
- Dufrene T., Sandoz E. (2013). Stare bene con se stessi
- Green Allen V. (2019). Me and my feelings
- Kaur R. (2020). Home body
- Riva E. (2007). L’ autostima allo specchio
- Sanders J. (2020). Love your body