Assertività significato
L’assertività si può definire come la capacità di un soggetto di riconoscere le proprie esigenze e di esprimerle all’interno del proprio ambiente. Il soggetto assertivo ha buona probabilità di raggiungere i propri obiettivi mantenendo nel contempo una positiva relazione con gli altri.
Dal punto di vista etimologico, il termine assertività deriva dal verbo latino “asserere” (asserire, nella traduzione italiana) e dall’inglese “assertiveness”.
Il comportamento assertivo promuove l’eguaglianza nelle relazioni umane, che permette alle persone di agire per salvaguardare i propri interessi e diritti, rispettando quelli altrui.
Quello di assertività non può esser considerato un concetto equivalente o sinonimo di abilità/competenza sociale, in quanto è circoscritto ad un settore specifico, anche se esteso e composito, delle suddette abilità.
Chi è un soggetto assertivo
Chi è assertivo usa un tipo di comunicazione, verbale e non verbale, che è una chiara e diretta espressione delle sue necessità, volontà, desideri o intenzioni. Tiene però anche conto dei sentimenti e delle emozioni della persona con cui comunica.
Vi è intrinseca l’idea di reciprocità, perché è riconosciuto anche agli altri il medesimo diritto di comunicare convinzioni, sentimenti e di perseguire obiettivi.
Infatti, il concetto di assertività è strettamente connesso a quello di libertà, sia dai condizionamenti ambientali, sia di esprimersi in forme più evolute e tecnicamente più efficaci.
La prima forma di libertà riguarda il soggetto e consiste nell’esser se stessi; la seconda è la libertà degli altri, nel senso che viene loro riconosciuta proprio per lo stesso scopo.
Assertività: cosa è la comunicazione assertiva
La comunicazione assertiva è rivolta al miglioramento delle relazioni interpersonali che avvengono con frequenza quotidiana. Nei confronti della famiglia, degli amici, dei conoscenti, dei colleghi del proprio posto di lavoro o di qualsiasi persona con la quale si scambia un eventuale tipo di conversazione.
Nello specifico, l’assertività è la competenza particolare che prevede di riuscire ad esprimere il proprio mondo interiore, composto da idee e stati emotivi. Ciò evitando però di creare danno alle altre persone recando offese o non rispettando i pareri degli altri.
Gli individui assertivi, quindi, sono in grado non solo di aumentare in maniera considerevole la qualità del rapporto che si instaura con l’altra persona, ma anche quella del proprio modo di vivere.
Così facendo, secondo vari psicologi studiosi dell’argomento, con assertività si difendono i propri pareri, senza accusare picchi di ansia. Bensì avendo la possibilità di esprimere agli altri quelli che sono i sentimenti provati, senza ledere i loro diritti.
Inoltre, nella comunicazione assertiva, vi è un ottimo equilibrio tra due tipologie di comportamento possedute da ogni individuo: stiamo parlando di quello passivo e di quello aggressivo; ciò significa vivere anche i rapporti con gli altri in modo equilibrato, cioè senza subire e senza aggredire.
L’assertività è un equilibrio tra comportamento passivo e aggressivo
Alcuni modelli prospettano una teoria bidimensionale. Il comportamento sociale avviene cioè lungo una specie di continuum comportamentale.
Si va da un polo di “inattività o passività” a un polo opposto di “iperattività o aggressività”, considerati entrambi negativi e disfunzionali. A metà strada si situerebbe il comportamento socialmente abile e funzionale, cioè l’assertività.
Vediamo, adesso, in modo più preciso le caratteristiche dei vari comportamenti citati e le differenze tra loro.
Comportamento passivo
Avere questa modalità significa rinunciare alla espressione di pensieri ed emozioni, sottomettendosi al volere degli altri.
L’essere passivo e rinunciare all’assertività permette di evitare i conflitti nel breve periodo, ma a lungo andare porta ad una graduale perdita della stima di sé, perché si vorrebbe esprimere il proprio punto di vista ma non si è in grado di farlo.
Colui che intende comunicare è bloccato, o titubante, a causa del timore legato all’eventuale giudizio del suo interlocutore, prediligendo quindi il silenzio ed un “innocuo” decorso delle situazioni. Si antepongono i bisogni altrui ai propri.
Concretamente, siamo passivi se tendiamo a subire gli altri, pensiamo che siano migliori di noi, siamo dipendenti dal loro giudizio, abbiamo bisogno della loro approvazione. Se abbiamo sempre paura di sbagliare, non riusciamo a rifiutare le richieste e non riusciamo a fare o accettare complimenti. Ma anche se abbiamo difficoltà a comunicare i nostri sentimenti, ci sentiamo a disagio con persone che non conosciamo, facciamo fatica a prendere delle decisioni.
Queste sono solamente alcune delle difficoltà che un soggetto può avere nel rapportarsi con gli altri. Infatti, per essere passivi non è necessario possedere sempre, con tutti ed in tutte le situazioni, tutte queste caratteristiche.
Può accadere che la persona passiva, dopo aver accumulato un’eccessiva frustrazione, “scoppi” con comportamenti aggressivi. Di conseguenza questi innescano sensi di colpa che la fanno ritornare al suo abituale atteggiamento. Questa modalità è chiamata passivo-aggressiva.
L’incapacità a prendere da soli le proprie decisioni e la dipendenza dal giudizio altrui fanno sì che tendano ad “appoggiarsi” su persone aggressive e/o manipolatorie.
Comportamento aggressivo
Al contrario, mettere in atto questa modalità (comunque non assertiva) significa esprimere i propri pensieri ed emozioni tenendo in considerazione solo il proprio punto di vista.
Ciò permette nel breve periodo di ottenere ciò che si vuole e di sentirsi forti ed apprezzati, ma a lungo andare produce sensi di colpa ed inimicizie.
La persona aggressiva manca comunque di assertività ed esprime degli atteggiamenti egocentrici ed arroganti, tali da permettergli di sovrastare l’altro; si antepongono i propri bisogni a quelli degli altri.
Concretamente, siamo aggressivi se ci sentiamo migliori delle altre persone, tendiamo giudicare e/o criticare gli altri, li facciamo sentire in colpa oppure inferiori. Se non sappiamo chiedere “scusa” quando sbagliamo, desideriamo che gli altri si comportino come vogliamo noi, prendiamo decisioni per gli altri senza ascoltare il loro parere. Ma anche se non riusciamo a modificare le nostre opinioni su qualcuno/qualcosa, non accettiamo l’idea che possiamo commettere degli errori, non ascoltiamo le altre persone quando parlano e/o le interrompiamo spesso.
Anche in questo caso, non è necessario possedere tutte queste caratteristiche per potersi definire aggressivi. Sostanzialmente, un soggetto di questo tipo, incapace di assertività, tenderà a circondarsi di persone passive, che gli confermano la sua “superiorità”.
Attenzione: essere aggressivi non vuol dire esclusivamente esercitare violenza fisica sugli altri. Sono aggressivi tutti gli atteggiamenti e i comportamenti caratterizzati dalla violazione dei diritti dell’altro e la noncuranza per i sentimenti e le emozioni altrui.
La persona aggressiva, spesso, riesce a ottenere ciò che vuole e quindi, per quanto la riguarda, non percepisce un disagio a livello relazionale. In realtà, a lungo termine il suo comportamento potrebbe portarla ad essere emarginata dagli altri che non tollereranno più il suo comportamento.
Come si fa ad essere assertivi?
Rispetto a questi due estremi, il comportamento assertivo si situa nel mezzo. C’è equilibrio tra l’espressione dei propri bisogni e lo spazio per quelli altrui. Non si giudicano gli altri, si accetta il loro punto di vista, si cerca la loro collaborazione. Si è pronti a cambiare la propria opinione, non si pretende che gli altri si comportino come fa piacere a noi ma si ascoltano, pur prendendo le nostre decisioni in modo autonomo. Non si permette che gli altri ci manipolino o che siano aggressivi con noi, non si fanno sentire inferiori o in colpa, si è in grado di comunicare le nostre emozioni o stati d’animo.
E’ sempre importante il fatto di riconoscere ed accettare i propri diritti personali (diritto di dire di no, di dire non so, di cambiare opinione, di dire non mi riguarda, di fare sbagli, ecc.). Occorre capire che dissentire talvolta dalle opinioni delle persone care non comporta la compromissione o la perdita del rapporto.
Non è egoismo, ma affermazione delle proprie necessità, infatti non bisogna confondere la “non assertività” con l’essere d’aiuto agli altri (si può essere d’aiuto quando ciò non comporta sacrificare i nostri bisogni).
Sviluppare tali abilità, in pratica, vuol dire essere in grado di:
- stare in contatto con le proprie emozioni e i propri obiettivi comunicativi,
- saper comunicare efficacemente con ogni tipo di interlocutore (esempio, iniziare una conversazione con un estraneo)
- esprimere esigenze, bisogni, desideri e preferenze personali
- dire di no
- fare/ricevere complimenti e/o critiche senza sentirsi a disagio.
Conseguenze della mancanza di assertività
Quando, invece, non riusciamo a mettere in atto uno o più dei comportamenti sopra descritti, è un problema! Accumuliamo stress, frustrazioni, disagio, ci sentiamo inadeguati, e questo incide sulla nostra autostima e sul nostro umore.
Si capisce bene, dunque, il motivo per cui è necessario essere assertivi. Innanzitutto, perché l’essere umano è costantemente inserito in una rete di relazioni in cui è fondamentale mediare con assertività fra le nostre e le altrui esigenze. Inoltre, per un effetto importantissimo sulla nostra autostima. Non riuscire a farsi rispettare (o non riuscire a rispettare l’altro), ad esempio all’interno del rapporto di coppia, o nei rapporti lavorativi, può generare mancanza di autostima, frustrazione, ansia e rabbia.
Numerose ricerche hanno dimostrano come migliorare l’autostima, attraverso l’acquisizione della competenza assertiva, possa essere un efficace strumento terapeutico di conoscenza, di cambiamento e di prevenzione del disagio psichico.
La mancanza di tale competenza può essere, in alcuni pazienti, uno dei fattori di mantenimento del disagio psicologico.
Perché è utile essere assertivo
Certamente, essere assertivi è una scelta che si manifesta in un miglioramento della qualità delle relazioni interpersonali, in una maggiore autostima ed autoefficacia. Permette infatti di riconoscere e catalizzare le emozioni, invece che reprimerle (passività) o scagliarle addosso all’altro (aggressività).
L’assertività è una modalità che permette di comunicare da adulto ad adulto, evitando di agire in automatico spinti da emotività momentanee e spesso distruttive, e di raggiungere i propri obiettivi.
E’ un’abilità indispensabile nelle interazioni sociali quotidiane, in ambito familiare, professionale e in tutti i contesti di relazione. E’ riconosciuta come fondamentale anche dagli studi scientifici dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Questi attribuiscono sempre maggiore importanza all’acquisizione e al potenziamento delle “life skills“ ( cioè “competenze per la vita”), che comprendono:
- autocoscienza
- gestione delle emozioni
- gestione dello stress
- senso critico
- capacità di prendere decisioni (decision making)
- capacità di risolvere i problemi (problem solving)
- creatività
- comunicazione efficace
- empatia
- abilità riguardo alle relazioni interpersonali