Negli ultimi anni, anche nell’ambito della psicoterapia, sta sempre più prendendo piede l’uso della tecnologia e di internet come strumento di trattamento per diversi disturbi. In particolare la realtà virtuale e la cosiddetta Internet Delivered Cognitive Therapy sembrano essere interessanti strumenti che stanno dimostrando la loro efficacia.
La realtà virtuale, ad esempio, nata come tecnologia diverse decadi fa, ha recentemente avuto, grazie allo sviluppo informatico, una notevole crescita in diversi campi, come ad esempio quello dei videogiochi e dell’entertainment, ma anche della clinica e della psicoterapia.
Da qualche anno, sono diversi i lavori scientifici che hanno testato l’efficacia di strumenti tecnologici nella pratica clinica. In particolare la realtà virtuale è stata implementata nell’ambito del trattamento delle fobie, dando luogo ad un particolare protocollo di trattamento basato sull’esposizione in realtà virtuale. Infatti ora è di pratica comune evidenziare tra diversi protocolli di esposizione: in vivo, in immaginazione ed in virtuo.
In una interessante articolo (http://dx.doi.org/10.1016/j.janxdis.2016.06.007) Kampmann, Emmelkamp e Molina (2016) hanno proposto una review sugli studi di efficacia di questi strumenti.
Gli autori hanno condotto una meta analisi sull’efficacia di alcuni strumenti tecnologici nel trattamento dell’ansia sociale. Lo studio, che inizialmente ha analizzato 206 studi, ne ha selezionati 37 per un totale di 2991 partecipanti; in particolare, in accordo ai criteri dell’articolo, sono stati inclusi studi che avessero utilizzato la Internet Delivered Cognitive Therapy (21 studi), l’esposizione con realtà virtuale (3 studi) e la Cognitive Bias Modification (13 studi).
La meta analisi ha evidenziato che i pazienti che aveva ricevuto la Internet Delivered Cognitive Therapy e la realtà virtuale mostravano una riduzione dei sintomi rispetto ai controlli.
Confrontando le diverse tipologie di intervento, la Internet Delivered Cognitive Therapy ha dimostrato un leggero vantaggio, anche se la realtà virtuale ha dato risultati similari, mentre la sola Cognitive Bias Modification non sembra essere particolarmente efficace, a meno che non venga somministrata in laboratorio.
In conclusione lo studio, come altri, evidenzia come le nuove tecnologie siano strumenti efficaci per il trattamento del disturbo dell’ansia sociale e forse apre la strada ad un possibile rivoluzione della pratica clinica.