Con il termine “alessitimia” si fa riferimento a un costrutto caratterizzato da:
- marcata difficoltà di identificare e descrivere le proprie emozioni;
- incapacità a differenziare tra emozioni e le sensazioni corporee a esse associate;
- uno stile cognitivo caratterizzato da concretezza, con riduzione della sfera immaginativa.
Essere alessitimico non comporta quindi la completa assenza di emozioni o l’incapacità di descrivere i propri stati emotivi, quanto piuttosto una carenza nella componente interpretativa e valutativa degli affetti.
Cos’è la alessitimia
Gli individui con alessitimia mostrano un’attivazione normale in presenza di emozioni, ma non riescono a organizzare gli elementi che caratterizzano le proprie esperienze corporee in una rappresentazione mentale organica.
I soggetti alessitimici hanno grandi difficoltà a individuare quali siano i motivi che li spingono a provare o esprimere le proprie emozioni. Al contempo non sono in grado d’interpretare le emozioni altrui.
Le capacità immaginative e oniriche sono ridotte, talvolta inesistenti. Mancano di capacità d’introspezione e tendono ad assumere comportamenti conformanti alla media e a stabilire relazioni di forte dipendenza.
Essere alessitimici: caratteristiche e manifestazioni
La persona alessitimica si presenta con una postura rigida, tende ad avere esplosioni di rabbia o di pianto e, se interrogata sui motivi di tali manifestazioni, è incapace di rispondere.
Generalmente tende ad assumere comportamenti conformanti alla media e a stabilire relazioni di forte dipendenza o viceversa privilegia l’isolamento.
Conseguenze dell’alessitimia
Una conseguenza della limitata capacità di esprimere le proprie emozioni tipica dell’alessitimia è la tendenza a soffermarsi sui correlati somatici legati all’attivazione emotiva. Questi vengono amplificati e interpretati erroneamente come sintomi di una malattia fisica, attivando preoccupazioni ipocondriache.
Inoltre, come conseguenza di una scarsa regolazione emotiva, i soggetti alessitimici mostrano un’accentuata reattività del sistema nervoso autonomo, favorendo lo sviluppo di sintomi fisici di somatizzazione.
Come identificare le caratteristiche alessitimiche
Il test attualmente più diffuso e affidabile per l’identificazione dell’alessitimia è la TAS-20 (Toronto Alexithymia Scale). Una scala di autovalutazione a 20 domande, creata nel 1985 (TAS-26) e rivista nel 1992 (con riduzione a 20 item), per identificare la presenza delle tre caratteristiche ritenute alla base del disturbo:
- difficoltà a identificare i sentimenti;
- difficoltà a descrivere i sentimenti altrui;
- pensiero orientato quasi esclusivamente all’esterno, e raramente verso i propri stessi processi interiori.
L’alessitimia non è codificata dagli attuali sistemi diagnostici internazionali come un disturbo a sé stante, pertanto rappresenta un deficit della funzione riflessiva del sé, che può essere presente in numerosi disturbi, sia fisici sia psichici.
Disturbi fisici e psicologici connessi all’alessitimia
Tratti alessitimici sono stati riportati in numerose condizioni patologiche, tra cui l’ipertensione, la dispepsia, la disfunzione erettile e l’abuso di sostanze.
Tra le patologie psichiatriche i disturbi maggiormente correlati alla presenza di alessitimia sono quelli dello spettro ansioso, la depressione maggiore e i disturbi alimentari (anoressia nervosa e bulimia nervosa).
Disturbi di personalità
In generale l’alessitimia fa parte delle difficoltà nelle cosiddette funzioni metacognitive che caratterizzano buona parte dei disturbi di personalità. In particolar modo la personalità evitante, la personalità dipendente, la personalità ossessivo-compulsiva e la personalità narcisistica.
Cura della alessitimia
Tuttora non esistono dati certi sulla possibilità di trattamento dei pazienti alessitimici.
Le esperienze cliniche finora raccolte sottolineano che, indipendentemente dal tipo di sintomatologia presentata, la maggiore difficoltà di intervento dipende dalla scarsa capacità di elaborazione cognitiva e di mentalizzazione.
Ciò rende il sistema cognitivo di tali pazienti difficilmente permeabile al cambiamento.
La psicoterapia a orientamento cognitivo-comportamentale al momento sembra essere il trattamento maggiormente efficace.
Il compito del terapeuta è quello di aiutare i pazienti alessitimici a esprimere, riconoscere e gestire le proprie emozioni tenendo conto delle carenze del soggetto alessitimico, soprattutto nelle dimensioni cognitiva e interpersonale.