Il Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC) è una condizione psichiatrica caratterizzata da pensieri ossessivi e comportamenti compulsivi che causano significativo disagio e interferiscono con la vita quotidiana.
Negli ultimi anni le neuroscienze hanno fornito preziose informazioni sui correlati neurali del DOC, contribuendo alla comprensione di questa complessa patologia.
Più recentemente sono stati condotti studi anche sulle modificazioni neurali dei pazienti ossessivi in conseguenza all’intervento cognitivo comportamentale considerato, da un punto di vista psicoterapeutico, il trattamento d’elezione per questa patologia.
I correlati neurali del Disturbo ossessivo-compulsivo
Tra i principali correlati neurali del disturbo ossessivo compulsivo sono stati identificati: il circuito cortico-striato-talamico-corticale, la corteccia cingolata anteriore, il giro dorsolaterale prefrontale e la substantia nigra.
- Circuito Cortico-Striato-Talamico-Corticale (CSTC): Il CSTC sembra essere uno dei principali circuiti cerebrali implicati nel DOC. Questo circuito è coinvolto nel controllo dell’attenzione, della pianificazione e del movimento. La sua disfunzione, ed in particolar modo una iperattività del circuito, è stata associata alla manifestazione dei sintomi ossessivo-compulsivi.
- Corteccia Cingolata Anteriore (CCA): la Corteccia Cingolata Anteriore potrebbe svolgere un ruolo chiave nella comparsa e nel mantenimento dei sintomi ossessivi. La CCA è coinvolta nella valutazione dell’importanza emotiva degli stimoli e nella regolazione delle risposte emotive. Alcuni studi hanno evidenziato come anche questa regione tenda ad iperattivarsi nelle persone che soffrono di DOC, in particolar modo durante la presentazione di stimoli correlati alle loro ossessioni. Tale dato conferma, a livello neurale, una difficoltà da parte delle persone che soffrono di DOC a valutare in modo oggettivo gli stimoli che attivano le ossessioni e, di conseguenza, a produrre risposte emotive coerenti.
- Giro Dorsolaterale Prefrontale: Alcuni studi hanno evidenziato anche una ipoattività del Giro Dorsolaterale Prefrontale negli individui affetti da Disturbo ossessivo-compulsivo. Tale area è coinvolta nella pianificazione, nell’organizzazione e nel controllo delle risposte comportamentali. L’ipoattivazione individuata in questa area suggerisce la presenza di un deficit nella capacità di inibire le risposte compulsive e di modificare i pattern di pensiero ossessivo nei pazienti con DOC.
- Substantia Nigra (SN): La SN è coinvolta nella produzione di dopamina, un neurotrasmettitore associato alla motivazione, alla ricompensa e al controllo dei movimenti. Alcuni studi hanno evidenziato un’alterazione nella Substantia Nigra nei pazienti con disturbo ossessivo compulsivo, suggerendo che la dopamina abbia un ruolo nella patofisiologia del DOC.
La terapia cognitivo comportamentale per il DOC
La Terapia Cognitivo-Comportamentale (CBT) è uno degli approcci terapeutici più efficaci per il trattamento del DOC.
Essa si basa su due principali tipologie di intervento, l’esposizione con prevenzione della risposta e la ristrutturazione cognitiva.
L’Esposizione con Prevenzione della Risposta (ERP) prevede l’esposizione graduale del paziente ai suoi pensieri ossessivi e la conseguente prevenzione della risposta compulsiva. L’obiettivo è quello di aiutare il paziente a imparare a tollerare l’ansia associata ai pensieri ossessivi senza ricorrere ai comportamenti compulsivi.
La Ristrutturazione Cognitiva mira a identificare e modificare i pensieri distorti o disfunzionali associati al DOC. Il paziente impara così a riconoscere emettere in discussione le credenze irrazionali che alimentano i sintomi ossessivi.
Risvolti neurali della terapia cognitivo comportamentale per il DOC
Parallelamente al tentativo di comprensione die correlati neurali del DOC, negli ultimi anni diversi studi hanno esaminato i cambiamenti neurali associati alla CBT. Hanno offerto preziose informazioni sulle basi neurali del miglioramento sintomatologico nei pazienti ossessivo-compulsivi trattati con un approccio cognitivo-comportamentale.
A seguito di interventi cognitivo-comportamentali mirati al trattamento della sintomatologia ossessiva sono state individuate delle modificazioni in alcune delle aree cerebrali coinvolte nella manifestazione del DOC.
Attraverso tecniche di neuroimaging funzionale, ad esempio, sono stati evidenziati cambiamenti nell’attivazione cerebrale dei pazienti ossessivi sottoposti a trattamento cognitivo comportamentale. In particolare, si è osservata una diminuzione dell’attività in alcune regioni cerebrali coinvolte nella elaborazione degli stimoli ossessivi, come la Corteccia Cingolata Anteriore ed il Giro Frontale Inferiore.
Alcuni studi hanno inoltre evidenziato una riduzione dell’iperattività in alcune delle aree del Circuito Cortico-Striato-Talamico-Corticale (CSTC) nei pazienti che avevano risposto positivamente all’intervento cognitivo comportamentale.
In fine, sono stati evidenziati anche dei cambiamenti nella connettività neurale tra le regioni cerebrali coinvolte nel DOC. In particolare, alcune differenze sono state individuate nella connettività funzionale tra la Corteccia Prefrontale Dorsolaterale, la Corteccia Cingolata Anteriore e il Corpo Striato a seguito del trattamento cognitivo comportamentale.
Implicazioni cliniche
La ricerca sui correlati neurali del DOC ha contribuito significativamente alla comprensione della patofisiologia di questo disturbo ed al miglioramento delle relative opzioni di trattamento.
A tal proposito, le ricerche sui risvolti neurali derivati dal trattamento cognitivo-comportamentale per il DOC forniscono una evidente conferma dell’efficacia terapeutica della CBT, validando tale intervento come approccio terapeutico di prima scelta nel trattamento del disturbo ossessivo compulsivo.
In futuro, inoltre, l’individuazione dei correlati neurali coinvolti nella genesi e nel mantenimento del DOC, unita allo studio approfondito dei relativi cambiamenti associati all’intervento psicoterapeutico potrà fornire informazioni dettagliate sui meccanismi responsabili del miglioramento sintomatologico, aprendo così la strada alla possibilità di formulare approcci terapeutici specifici, in linea con le peculiari esigenze di ciascun paziente.
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