Vi era un tempo in cui Hypnos e Thanatos, il Sonno e la Morte, erano considerati fratelli; due elementi di una relazione complementare. Il mitologema li considerava stati speculari che trapassano l’uno nell’altro. Il Sonno entrava ed usciva dai corpi, senza fare alcuna violenza, e aveva tra i suoi figli i Sogni.
Il fascino di ogni mito è che racchiude una saggezza molto meno ingenua di quanto potrebbe apparire a prima vista. Viceversa l’attualità, nella sua evoluzione, può contenere elementi ingenui e a volte pericolosi.
Un esempio è l’associazione sonno-morte: a dormire si toglie qualcosa alla vita. Al “sonno del giusto” si preferisce considerare che è cosa non giusta dormire il tempo adeguato. Una vita è degna d’esser vissuta se la si riempie di attività e, se la giornata ha solo 24 ore, possiamo tranquillamente decurtare il tempo da dedicare al sonno.
La realtà è che a dormire poco si toglie la vita: in chi soffre d’insonnia, ad esempio, il rischio di infarto aumenta di circa 4 volte.
L’utilità e l’importanza del sonno
Pertanto può essere questa una buona occasione per ribadire l’importanza del sonno durante il quale accadono cose molto interessanti. Il cervello che dorme ci consente un isolamento parziale dagli stimoli esterni mediante il controllo del Talamo, una struttura del Diencefalo.
Alcuni richiami, come il suono del nostro nome o il pianto del neonato, attraversano facilmente questo filtro consentendoci un rapido contatto cosciente con l’ambiente circostante.
Dormire in un ambiente sconosciuto è un’altra situazione in cui la selettività talamica si modifica al fine di controllare meglio la situazione. Non sono ancora noti in dettaglio i meccanismi tramite i quali questo “cancello” blocchi alcuni stimoli e ne lasci passare altri.
Vantaggi del buon sonno
Un buon sonno, per qualità e durata, è vita in quanto consente operazioni rigenerative. Durante il sonno, il corpo rimuove meglio i prodotti di scarto metabolico che si accumulano durante le attività. L’effetto detossificante del sonno è facilitato dal ridotto metabolismo corporeo che permette ai processi rigenerativi di prevalere.
In questo processo anche la pelle si rinnova, producendo nuove cellule che vanno a reintegrare le perdite causate dalla formazione di radicali liberi. Nel sonno il corpo attiva processi di crescita e riparazione. Molti ormoni anabolici, che promuovono la crescita, sono prodotti prevalentemente durante il sonno.
Gli sportivi che vogliono aumentare la massa muscolare considerano il buon sonno importante come la dieta e l’allenamento. L’influenza positiva del sonno sui sistemi ormonali è responsabile del mantenimento di un peso corporeo ottimale e del potenziamento dei sistemi immunitari.
Dormire per il tempo sufficiente aumenta le capacità di apprendimento e di conseguenza il rendimento intellettuale, sia esso scolastico o lavorativo.
In alcuni studi è emerso che dormire meno di 6 ore per notte porta a prendere decisioni sbagliate con maggior frequenza. E’ stato dimostrato che un sonno di qualità è essenziale per acquisire e consolidare nuovi ricordi.
L’importanza e la funzione del sogno
Sognare ci aiuta a risolvere i problemi. Lo ha dimostrato uno studio dell’università della California, a San Diego. E’ stato impiegato un test per valutare la creatività chimato Remote Associates Test. Venivano presentate tre parole (ad esempio: Eden, Apple e Guglielmo Tell) e bisognava trovarne una quarta da abbinare a tutte e tre (ad esempio Mela).
Il test è stato somministrato allo stesso gruppo di persone per due volte nell’arco di una giornata, ma, tra una prova e l’altra, alcuni soggetti dovevano rimanere sempre svegli mentre ad altri veniva chiesto di fare un sonnellino.
E’ stato osservato che dopo aver dormito la performance migliorava del 40% nei casi in cui veniva raggiunta la fase del sonno REM, quella in cui si sogna. E’ propio il processo del sognare che consentirebbe la creazione di nuove connessioni cerebrali utili a rielaborare le informazioni, consentendo la formazione di nuove idee e nuove soluzioni.
Nel sonno riusciamo anche ad elaborare momenti difficili. Uno studio dell’università di Berkeley (California) ha valutato, tramite la risonanza magnetica funzionale, le reazioni di alcune aree cerebrali nel momento in cui si rivedevano immagini con intensa carica emotiva.
Un dato interessante emerso riguardava il funzionamento dell’amigdala, un nucleo cerebrale coinvolto nella regolazione delle emozioni. Dopo aver sognato, l’amigdala è meno reattiva; in altri termini i sogni attenuano l’intensità emotiva degli eventi consentendo ai ricordi di emergere con una carica più neutra in modo da consentire l’elaborazione e il superamento di esperienze negative.
Durante la fase REM la produzione di noradrenalina, sostanza associata allo stress, si riduce nei soggetti normali ma non in chi soffre ad esempio di Disturbo da Stress Post Traumatico spiegando come mai in queste pazienti il sonno fa emergere incubi ricorrenti.
Qualche curiosità sui sogni
Circa un terzo della nostra vita la trascorriamo dormendo e sogniamo per circa sei anni di essa. Di norma non ricordiamo il 90% di ciò che abbiamo sognato già nei 10 minuti dopo il risveglio.
Uno studio della Monash University di Melbourne ne spiega il motivo: a fine sonno crollano i livelli di acetilcolina e noradrenalina, due neurotrasmettitori importanti per fissare i ricordi.
Diversi studi, tra cui uno recente recente dell’Università di Montreal, hanno rilevato che circa il 70% delle donne e il 65% degli uomini sperimentano sogni con contenuti ricorrenti. I temi più comuni riguardano il dover sostenere un esame, la caduta o un volo, la perdita dei denti, l’essere inseguiti o essere in ritardo .
Uno studio pubblicato sul Journal of Personality and Social Psychology, che ha impiegato 6 diversi esperimenti, ha messo in risalto come la maggior parte delle persone sia convinta che i sogni forniscano indicazioni importanti e significative. C’è chi ancora oggi gioca numeri oppure prende decisioni proprio in relazione al contenuto dei sogni interpretato come premonitore.
La componente visiva e il contenuto spesso illogico dei sogni consentono la formazione di un pensiero innovativo e utile a costruire nuove soluzioni. La psicologa Deirdre Barrett, ha assegnato ai suoi studenti una serie di rompicapi su cui concentrarsi prima di dormire: molte soluzioni sono avvenute subito dopo il risveglio.
Cosa influenza la qualità dei sogni
Uno studio della Grant MacEwan University di Edmonton, in Canada ha osservato che i soggetti che utilizzano spesso i videogames riescono a controllare e indirizzare meglio il contenuto dei propri sogni.
Sembra che giocare prima di dormire porterebbe a migliorare la consapevolezza dei propri sogni consentendo ad esempio una migliore gestione del senso di minaccia che si verifica durante un incubo. La maggior parte degli studi comunque sconsiglia l’uso di videogames prima di addormentarsi in quanto alterano la struttura del sonno e ostacolano l’addormentamento.
Secondo una ricerca britannica presentata dall’Apss (Associated Professional Sleep Societies) i contenuti prevalenti dei sogni differiscono tra uomini e donne: i primi sono propensi a fare con maggiore frequenza sogni con contenuti più vividi e aggressivi, mentre le seconde hanno più incubi, a contenuto vario, sognando al contempo anche situazioni romantiche o familiari.
Nel 1982 un noto studio pubblicato sul Journal of Nervous and Mental Disease ha indagato l’attività onirica dei non vedenti, sia ciechi dalla nascita che chi ha perso la vista negli anni. Nei non vedenti dalla nascita i sogni hanno contenuti che coinvolgono gli altri sensi tramite suoni, odori e sensazioni tattili.
Riuscire a scrivere al risveglio i propri sogni aiuterebbe a migliorare la memoria. In uno studio dell’Università della California-Santa Cruz, confrontando due gruppi, si è notato che coloro i quali avevano un diario con i contenuti dei propri sogni notturni erano ottenevano nei test mnemonici risultati migliori.
Allora dormire tanto fa bene?
Un importante studio ha valutato in 21 Paesi un campione di circa 116 mila persone, tra i 35 e 70 anni. Le aree geografiche riguardavano il Nord e Sud America, Sud e Sud-Est asiatico, Cina, africa e Medio Oriente.
In otto anni di osservazione è stata notata una correlazione tra le ore di sonno e il rischio di sviluppare una patologia cardiovascolare. Il rischio di malattia aumentava del 17% tra i soggetti che dormivano 9-10 ore al giorno e del 41% se si superavano le 10 ore. Dormire tanto non fa bene così come dormire meno di 6 ore è dannoso per la salute.
Ovviamente quanto riportato fin qui ha un valore molto approssimativo e considera i dati sui grandi numeri. C’è sempre poi la peculiarità di ciascun individuo: si narra che il politico Giulio Andreotti avesse bisogno di dormire solo 3 ore per notte e che Mark Zuckerberg dorma più di 8 ore.
Alla fine, come in tutte le cose, il segreto sta nel capire ciò che ci chiede il nostro organismo per poter funzionare meglio.