Il costrutto di Dipendenza affettiva (d’ora in poi “DA”) in letteratura non è stato definito univocamente e vi è una scarsità di studi a livello specialistico e scientifico che la riguardino.
Essa non è neppure stata classificata nei vari sistemi nosografici dei disturbi mentali quali il Manuale Diagnostico e Statistico dell’Associazione Psichiatrica Americana (APA, DSM-5, 2013). Tuttavia, poiché l’amore passionale è associato a un insieme di tratti legati a tutte le dipendenze, diversi psicologi hanno proposto che esso possa potenzialmente divenire una dipendenza (Peele, 1975; Tennov, 1979; Hunter, Nitschke, & Ho-gan, 1981; Halpern, 1982; Schaef, 1989; Griffin-Shelley, 1991; Mellody, Miller & Miller, 1992; Reynaud et al., 2010; Sussman, 2010; Fisher, Xu, Aron, & Brown, 2016).
Similitudini tra dipendenza affettiva e altre forme di dipendenza patologica
Analizzando la letteratura scientifica, è possibile rintracciare i contributi di diversi studiosi che hanno messo in evidenza le notevoli similitudini tra la DA e la Dipendenza da sostanze (Reynaud et al., 2010; Sussman, 2010; Burkett & Young, 2012; Fisher et al., 2016).
Sophia e colleghi (2009), in base al confronto tra i criteri diagnostici per la dipendenza da sostanze stabiliti dall’American Psychiatric Association nel DSM-IV (APA, 1994) e le caratteristiche degli individui con amore patologico, hanno proposto i sei criteri seguenti per identificare la dipendenza affettiva:
- Segni e sintomi di astinenza (quali insonnia, tachicardia, tensione muscolare, ecc.) che si possono manifestare quando il partner non è disponibile (fisicamente o emotivamente) o quando c’è una minaccia di abbandono;
- Un comportamento di cura del partner eccessivamente intenso;
- Perdita di controllo sul comportamento;
- Notevole quantitativo di tempo speso nel controllo delle attività̀ del partner;
- Priorità̀ ai bisogni e agli interessi del partner accantonando tutte le attività̀ che forniscono realizzazione personale e professionale;
- Mantenimento del legame patologico nonostante il danno personale, familiare e professionale.
Allo stesso modo, Reynaud e colleghi (2010) hanno proposto dei criteri identificativi della DA utilizzando come fonte il DSM-IV (APA, 1994) e in particolare i criteri diagnostici proposti per la dipendenza da sostanze.
Secondo loro la DA è definibile come un modello disadattivo o problematico della relazione d’amore che porta a deterioramento o angoscia clinicamente significativa. La dipendenza affettiva deve manifestarsi con tre (o più) dei seguenti criteri (che si verificano in ogni momento, in un periodo di 12 mesi, per i primi cinque criteri):
- Esistenza di una sindrome da astinenza per l’assenza dell’amato, caratterizzata da significativa sofferenza e un bisogno compulsivo dell’altro;
- Considerevole quantità̀ di tempo speso per questa relazione (in realtà̀ o nel pensiero, con rimuginio e ruminazione);
- Riduzione di importanti attività̀ sociali, professionali o di svago;
- Persistente desiderio o sforzi infruttuosi di ridurre o controllare la propria relazione;
- Ricerca della relazione, nonostante l’esistenza di problemi creati dalla stessa;
- Esistenza di difficoltà di attaccamento, come manifestato da uno dei seguenti punti: (a) ripetute relazioni amorose esaltanti, senza alcun periodo di attaccamento durevole; (b) ripetute relazioni amorose dolorose, caratterizzate da attaccamento insicuro.
Altri studi sui criteri diagnostici
Altri ricercatori hanno fatto confronti fra i processi di attaccamento tra partner e la dipendenza da sostanze. Burkett e Young (2012), ad esempio, hanno messo in evidenza come vi sia una somiglianza psicologica tra l’amore romantico e la dipendenza da droghe.
Gli autori mettono in evidenza le seguenti analogie:
- somiglianza nel processo di innamoramento e in quello che porta al divenire dipendenti da sostanze poiché entrambi iniziano con una grande euforia e intensi sentimenti di piacere
- gli altri interessi mano a mano vengono messi in secondo piano e perdono di importanza
- gradualmente l’euforia degli incontri con il partner o con la sostanza diminuisce
- sopraggiungono sentimenti di non appagamento e infelicità che portano il soggetto a ricercare una quantità crescente di tempo da spendere con il partner o di sostanza
- quando tutto ciò arriva ad una brusca fine il soggetto prova dolore e disperazione che lo portano progressivamente alla depressione.
Fisher, Xu, Aron e Brown (2016), allo stesso modo, hanno messo in evidenza i tratti comuni tra amore e dipendenza: uomini e donne innamorati, come in tutte le dipendenze:
- focalizzano la loro attenzione sul loro amato (salienza)
- lo desiderano fortemente (craving)
- sentono una grande euforia quando lo vedono o lo pensano (euforia)
- cercano di interagire con lui sempre più frequentemente (tolleranza)
- pensano a lui in maniera ossessiva (pensieri intrusivi)
- sperimentano i comuni segnali di astinenza (quali proteste, pianti, letargia, ansia, insonnia o ipersonnia, perdita di appetito o comportamenti di abbuffata, irritabilità e solitudine cronica)
Se questi rompe la relazione con loro (o se si presume/si immagina che possano farlo), hanno ricadute quando la relazione finisce per cui degli stimoli esterni possono far riemergere in loro il desiderio nei confronti dell’amato e spingerli a provare a riconquistare l’amore perduto nonostante le eventuali conseguenze avverse.
Griffiths (1996) ha messo in evidenza che tutte le addiction sono caratterizzate da un numero di componenti comuni e specifiche che sono la salienza, la modificazione dell’umore, la tolleranza, l’astinenza, il conflitto e la ricaduta. Alla luce di ciò, l’autore ha sostenuto che per definire un comportamento che non coinvolge l’ingestione di droga come additivo bisogna che esso condivida i criteri clinici stabiliti per la dipendenza da sostanze quali salienza, modificazione dell’umore, tolleranza, sintomi di astinenza, conflitto e ricaduta: tutti questi elementi si possono riscontrare nelle manifestazioni cliniche tipiche della DA.
Dall’analisi di queste proposte si possono rilevare importanti similitudini (se non vere e proprie sovrapposizioni) cognitive e comportamentali con i criteri identificativi del Disturbo da uso di Sostanze (DUS) ma anche con il Disturbo da gioco d’azzardo (codificato nel DSM-5).
Neurobiologia della dipendenza affettiva
I parallelismi psicologici tra la DA e le altre più note forme di dipendenza vanno ben oltre la dimensione psicologica, sintomatologica e comportamentale, in quanto i sentimenti di intenso amore romantico coinvolgono regioni cerebrali che si attivano anche nella dipendenza da droga.
Studi di neuroimaging che hanno esaminato l’attività cerebrale attraverso l’utilizzo della risonanza magnetica funzionale (fMRI) hanno messo in evidenza che i sentimenti di intenso amore romantico coinvolgono regioni del «sistema di ricompensa» cerebrale. Nello specifico i percorsi dopaminergici associati a energia, attenzione, apprendimento, motivazione a ottenere ricompense, estasi e craving. Includendo regioni primarie associate anche alla dipendenza da sostanze quali l’area tegmentale ventrale (VTA), il nucleo caudato e l’accumbens (Breiter et al., 1997; Bartels & Zeki, 2000; Fisher et al., 2003; Fisher, Aron, & Brown, 2005; Fisher, 2006; Fisher, Brown, Aron, Strong, & Mashek, 2010; Aron et al., 2005; Ortigue, Bianchi-Demicheli, Hamilton, & Grafton, 2007; Acevedo, Aron, Fisher, & Brown, 2011; Xu et al., 2011).
Due studi sul tema
Interessanti in tale ambito sono due esperimenti di Fisher e collaboratori.
Il primo, del 2003, era volto a indagare i sistemi cerebrali associati all’amore e per fare ciò i ricercatori hanno usato la risonanza magnetica funzionale per studiare i 17 partecipanti allo studio (10 donne e 7 uomini) che si erano di recente innamorati felicemente.
I risultati mostrarono come l’attivazione cerebrale dei partecipanti, quando veniva mostrata loro la foto dell’amato, avvenisse in diverse regioni del sistema di ricompensa cerebrale includendo VTA e nucleo caudato (Fisher et al., 2003; Aron et al., 2005). Queste regioni neurali, mediate principalmente dall’attività del sistema dopaminergico (Delgado, Nystrom, Fissell, Noll, & Fiez, 2000; Schultz, Tremblay, & Hollerman, 2000; Elliott, Newman, Longe, & Deakin, 2003), sono quelle associate anche alla droga e ad altre dipendenze comportamentali.
Il secondo esperimento (Fisher et al., 2010) si è occupato del rifiuto romantico e in particolare delle regioni cerebrali da esso attivate. Il paradigma sperimentale era simile a quello utilizzato in precedenza. La visione del partner rifiutante attivava diverse regioni del sistema di ricompensa cerebrale: nello specifico, l’area tegmentale ventrale era associata a sentimenti di intenso amore; il pallidum ventrale associato a sentimenti di attaccamento; la corteccia insulare e quella cingolata anteriore associate a dolore fisico e distress dovuto al dolore fisico; il nucleo accumbens e la corteccia orbito frontale/prefrontale associati a valutazioni di perdite e guadagni così come a craving e dipendenza (Fisher et al., 2010).
Diversi autori (Melis, Spiga & Diana, 2005; Frascella et al., 2010; Koob & Volkow, 2010; Diana, 2013) hanno dimostrato come l’attività in queste regioni cerebrali sia correlata a craving per cocaina e altre sostanze stupefacenti. Questo esperimento ha messo in evidenza come il rifiuto da parte di un partner romantico vada ad attivare anche le regioni cerebrali associate al craving andando a sottolineare nuovamente una sovrapposizione tra le regioni neurali sottostanti all’amore e quelle legate al processo di dipendenza.
Dipendenza affettiva come dipendenza patologica
Dall’analisi fin qui effettuata appare evidente che in letteratura molti autori ritengono che la DA sia comparabile a una dipendenza, sia nelle sue manifestazioni cliniche che in termini di attivazione di aree cerebrali. Alla luce dell’analisi della letteratura scientifica sul costrutto preso in esame, possiamo andare a riassumere sinteticamente le caratteristiche principali della DA che, ove presenti, la definiscono differenziandola dall’amore romantico sano e la connotano come dipendenza comportamentale:
- Centralità e pervasività della persona amata che diventa il centro della vita del soggetto e che riempie la sua vita quotidiana.
- Modificazione dell’umore in funzione della disponibilità dell’oggetto d’amore e dell’andamento della relazione sentimentale.
- Bisogno di sempre maggior tempo da spendere con il partner (tolleranza).
- Pensieri e immagini persistenti in memoria circa il partner.
- Ansia e irritabilità quando l’oggetto d’amore non è disponibile.
- Sintomi di astinenza: l’assenza della persona amata ha manifestazioni neuropsicologiche simili ai sintomi dell’astinenza, includendo umore negativo, irritabilità, ansia, depressione, sofferenza, sensazioni di vuoto, disturbi del sonno (Reynaud et al., 2010).
- Fantasie e pensieri ossessivi sul partner e distorsioni cognitive quali la credenza che le relazioni sentimentali siano magicamente potenti (Sussman, 2010) e possano risolvere tutti i problemi della propria vita rendendola più̀ tollerabile.
- Stato di craving.
- Persistente e ripetitivo perseguimento del comportamento amoroso malgrado le sue conseguenze negative.
- Ricorrente fallimento nel resistere e nel cercare di controllare il comportamento amoroso (perdita di controllo).
- Conseguenze avverse dovute al comportamento amoroso e incapacità di riconoscere tali conseguenze negative, in quanto possono agire meccanismi di negazione delle conseguenze.
- Compromissione della vita lavorativa, sociale e ricreativa a causa delle relazioni sentimentali.
- Difficoltà nella storia di attaccamento che portano il soggetto a vivere la relazione sentimentale come un riempimento dei propri vuoti affettivi sperimentati durante l’infanzia.
Per ulteriori approfondimenti si rimanda al volume “Dipendenza affettiva. Diagnosi, assessment e trattamento cognitivo- comportamentale” (Lebruto, Calamai, Caccico, Ciorciari, 2022) edito da Erickson.
Bibliografia essenziale
- APA (2013). DSM-5 Diagnostic and statistical manual of mental disorders, Fifth Edition. Washington, DC: American Psychiatric Publishing. Trad. it., DSM-5: Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali. Milano: Raffaello Cortina Editore. Traduzione italiana della Quinta edizione di Francesco Saverio Bersani, Ester di Giacomo, Chiarina Maria Inganni, Nidia Morra, Massimo Simone, Martina Valentini.
- Burkett, J. P., & Young, L. J. (2012). The behavioral, anatomical and pharmacological parallels between social attachment, love and addiction. Psychopharmacology, 224(1), 1-26.
- Fisher, H., Aron, A., Mashek, D., Strong, G., Li, H., & Brown, L. L. (2003, November). Early stage intense romantic love activates cortical-basal-ganglia reward/motivation, emotion and attention systems: an fMRI study of a dynamic network that varies with relationship length, passion intensity and gender. Poster presented at the Annual Meeting of the Society for Neuroscience, New Orleans.
- Fisher, H. E., Brown, L. L., Aron, A., Strong, G., & Mashek, D. (2010). Reward, addiction, and emotion regulation systems associated with rejection in love. Journal of Neurophysiology, 104(1), 51-60.
- Griffiths, M. (2005). A «components» model of addiction within a biopsychosocial framework. Journal of Substance Use, 10(4), 191-197.
- Peele, S. (1975). Love and addiction. New York: Taplinger.
- Peele, S., Brodsky, A., & Arnold, M. (1992). Truth about addiction and recovery. New York: Simon and Schuster.
- Reynaud, M., Karila, L., Blecha, L., & Benyamina, A. (2010). Is love passion an addictive disorder? The American Journal of Drug and Alcohol Abuse, 36(5), 261-267.
- Sophia, E. C., Tavares, H., Berti, M. P., Pereira, A. P., Lorena, A., Mello, C., Gorenstein, C., & Zilberman, M. L. (2009). Pathological love: Impulsivity, personality, and romantic relationship. CNS Spectrums, 14(5), 268-274.
- Sussman, S. (2010). Love addiction: Definition, etiology, treatment. Sexual Addiction & Compulsivity, 17(1), 31-45.
- Xu, X., Aron, A., Brown, L., Cao, G., Feng, T., & Weng, X. (2011). Reward and motivation systems: A brain mapping study of early‐stage intense romantic love in Chinese participants. Human Brain Mapping, 32(2), 249-257.