“Se non sai prenderti cura di te stesso e della violenza che ti porti dentro, non sarai in grado di prenderti cura degli altri. Occorre avere amore e pazienza per poter davvero ascoltare un compagno o un figlio. Se sei irritato non puoi ascoltare. Devi saper respirare con consapevolezza, accogliere la tua irritazione e trasformarla.” Thich Nhat Hanh.
Fare il genitore è l’attività più gratificante e difficile che si possa intraprendere.
Una genitorialità efficace richiede di mantenere la calma durante le esplosioni emotive di un figlio, cercare di capirle e riconoscerle all’interno del suo contesto di vita e delle sue esperienze. Richiede anche di implementare strategie che consentano di ridurre comportamenti disfunzionali e il verificarsi di dinamiche relazionali difficili e stressanti per tutti.
Una genitorialità riflessiva permette di riconoscere i diversi stati della mente, in cui a volte possono dominare le emozioni e altre volte il pensiero razionale e aiuta a rispondere in modo più equilibrato e funzionale.
La genitorialità efficace si muove intorno alla possibilità di bilanciare l’esperienza emotiva e il pensiero logico, ed è attraverso questa sintesi che si concretizza così la possibilità di prendere decisioni più sagge (Linehan, 1993).
Quando le persone si prendono cura le une delle altre e trascorrono molto tempo insieme i conflitti sono inevitabili. Creare un legame emotivo e riparare le rotture del legame nel momento in cui avvengono, aiuta sia i figli che i genitori, a maturare come persone e a rendere ancora più solida e profonda la relazione.
Una discussione può sembrare una rottura del rapporto, ma ogni discussione è un’occasione per avvicinarsi all’altro e aiutare la relazione a crescere.
Le ricerche scientifiche
Le ricerche sull’attaccamento si sono sempre concentrate sulla sensibilità delle madri e sulla loro capacità di sintonizzarsi alle richieste e ai bisogni dei loro figli.
In una interessante ricerca, Z. Biringen e colleghi, hanno analizzato un numero sostanzioso di filmati di interazioni tra madri e figli. Hanno scoperto che le madri riuscivano a mantenersi in completa sintonia con i figli per circa un terzo del tempo passato nello scambio relazionale. Per un altro terzo le madri riuscivano a riparare la mancata sintonizzazione grazie alle sollecitazioni e alle proteste esplicite dei figli. Infine, per un terzo non riuscivano a sintonizzarsi.
Il team di ricercatori, concluse che a rendere maggiormente solido il legame tra madri e figli dipendesse in larga misura dalla capacità della madre di orientare il suo comportamento grazie alle reazioni del figlio.
La riparazione relazionale, aumenterebbe così, la fiducia del figlio nella propria madre e in se stesso, sentendosi agente attivo nella relazione e potendosi anche sperimentare nelle competenze di autoconsolazione quando non sono disponibili risorse relazionali.
Rotture e riparazioni nella relazione genitori-figli
Le rotture e le riparazioni non sono importanti solo nei primi anni di vita, ma lo sono anche dopo. Proprio in adolescenza, infatti, è cruciale una relazione genitori-figli contraddistinta da un attaccamento sicuro e da una buona capacità di riparare le rotture del legame. Di comunicare in modo aperto, non giudicante e non ostile ed essere capaci di sostenere la naturale spinta all’autonomia e all’individuazione.
Anche in questa fase di vita, è di fondamentale importanza la creazione di un rapporto positivo, basato sull’ascolto reciproco, sulla capacità di empatia di accettazione e di validazione emotiva.
“La centrifuga emotiva nella quale spesso un genitore può trovarsi può indurre a chiedere a un figlio: Cosa vuoi da me? I figli non arrivano con un manuale di istruzioni e questo è ciò che in parte rende difficile fare i genitori. Verissimo, ma c’è un altro modo di vedere la situazione. I nostri figli sono essi stessi il manuale di istruzioni nel senso che fin da quando nascono fanno di tutto per dirci quello di cui hanno bisogno.” (Circle of Security, Cooper, Hoffman e Powell- 2009).
Cogliere i bisogni dei figli
Il compito di un genitore è imparare a chiedersi quale bisogno sta esprimendo un figlio con quel determinato comportamento e sintonizzarsi su questo.
E’ importante ‘essere insieme’ a un bambino che sta provando delle emozioni e aiutarlo ad organizzarle.
A seconda del modo in cui un genitore reagisce all’emotività di un figlio, quest’ultimo imparerà il suo modo per gestire le emozioni: se comunicarle o nasconderle, se affrontarle o evitarle.
I bambini imparano ad affrontare, accettare, comunicare le emozioni in base alla possibilità di un genitore di essere insieme a loro di fronte a tutte i diversi vissuti emotivi che possono sperimentare.
Una solida relazione genitore-figlio è un compromesso tra differenti tipi di qualità: essere flessibili ma fermi, essere rassicuranti senza essere iperprotettivi, essere restrittivi ma anche in grado di lasciare liberi.
Gli interventi di sostegno alla genitorialità
Esistono diversi tipi di interventi rivolti ai genitori per sostenerli e accompagnarli nel loro difficile compito e per aiutarli a gestire autonomamente situazioni educative specifiche o problematiche.
Il Parent Training è nato più di quaranta anni fa come modello di intervento nei casi di disturbi del comportamento infantile (Gordon, 1970), con lo scopo di fornire ai genitori informazioni a proposito dell’educazione e di trasmettere le abilità necessarie per gestire adeguatamente specifiche situazioni educative, migliorare le interazioni con i figli per favorire comportamenti positivi.
L’intervento classico di Parent Training è basato sull’utilizzo di situazioni di vita comune, sull’osservazione del bambino nel suo ambiente naturale. Con lo scopo di aiutare i genitori a riconoscere i reciproci rapporti tra i comportamenti dei bambini, soprattutto quelli più disfunzionali e le circostanze che li influenzano, compresi i comportamenti degli adulti.
I genitori imparano ad essere consapevoli del proprio stile educativo, del proprio vissuto emotivo e di tutto quello che li guida nel comportamento con i figli.
Da una prospettiva volta a fornire perlopiù consigli educativi si è progressivamente passati a Parenting di tipo più Cognitivo-Comportamentale con una prospettiva volta a favorire una migliore assimilazione delle modalità educative, una maggiore comprensione degli stili di relazione appresi e a indurre un vero e proprio cambiamento nelle interazioni e quindi nella relazione genitori-figli.
La struttura del parent training
Gli interventi di parenting possono adeguarsi a molteplici esigenze.
- Fornire degli interventi di prevenzione;
- Costituirsi come degli interventi preparatori a una psicoterapia;
Possono essere strutturati dei piccoli gruppi di lavoro omogenei per fascia di età dei figli o omogenei per le difficoltà del figlio (bambini con autismo, adhd, disturbo oppositivo provocatorio, disturbi alimentari, disturbi d’ansia). Hanno una durata predefinita, in genere, non superano gli 8-10 incontro e hanno una frequenza settimanale.
In sintesi, di seguito, i principali obiettivi nel lavoro di Parent Training:
- Fornire delle informazioni dettagliate che riguardano lo sviluppo socio-affettivo e psicologico del figlio;
- Incrementare il livello di consapevolezza circa i propri metodi educativi e le proprie modalità relazionali apprese;
- Potenziare la capacità di comunicazione e risoluzione dei conflitti;
- Potenziare la capacità di regolazione emotiva e di co-regolazione;
- Trasmettere metodi educativi che facilitino lo svolgimento del compito educativo.
Consigli pratici
“Siate sempre più grandi, più forti, più saggi, più affettuosi”.
“Quando possibile assecondate il bisogno del bambino”.
“Quando necessario, imponetevi”.
Il lavoro sulla genitorialità persegue in parallelo su due livelli di consapevolezza:
- su un piano comportamentale vengono messe a fuoco le disfunzionalità interattive e gli errori comunicativi, incentivando una disciplina sensibile e attenta;
- sul piano delle rappresentazioni, l’obiettivo è quello di accrescere la consapevolezza sui modelli mentali genitoriali, costituiti da credenze, emozioni e sensazioni connesse alla propria storia di attaccamento e di accudimento ricevuto, che in un modo implicito regolavano il comportamento nell’assolvere la funzione genitoriale.
Raggiungere un livello di consapevolezza permette di passare da una comunicazione reattiva ad una comunicazione basata sulla comprensione reciproca e su un senso di connessione.
Bibliografia
- Cinotti (2020). Mindful parenting. Per costruire una relazione consapevole con i nostri figli.
- Cooper, Hoffman, Powell (2009). Circle of security parenting.
- Lebowitz, Omer (2020). Parent training per I disturbi d’ansia di bambini e adolescenti.
- Menghini (2019). Il Parent training oltre la diagnosi.
- Puliatti (2021). Parent training.
- T.Naht Hahn (2013). L’unica nostra arma è la pace. Il coraggio di costruire un mondo.