L’adolescenza è una fase evolutiva di transizione dall’età infantile a quella adulta, fondamentale per lo sviluppo dell’identità.
Caratterizzata da rilevanti cambiamenti fisici, emotivi e psicologici, accoglie movimenti di scoperta di sé ed esplorazione del mondo che sono tipicamente associati a vissuti di incertezza e instabilità.
L’attuale emergenza sanitaria implica un contesto fisico, sociale e culturale che rende ancor più complesso fronteggiare questo delicato momento evolutivo. Tale maggiore complessità riguarda sia il vissuto degli adolescenti, sia il vissuto di coloro che degli adolescenti devono prendersi cura.
Le conseguenze della pandemia
Lo stravolgimento delle abitudini di vita, il distanziamento sociale, il senso di incertezza e precarietà, l’iper-responsabilità individuale o, al contrario, vissuti di de-responsabilizzazione sono alcuni degli elementi che possono ostacolare la possibilità (e necessità!) di sperimentare ed esplorare tipica di questa fase evolutiva.
La didattica a distanza può ostacolare la possibilità di ricevere limiti e guida adeguati a causa dell’assenza “fisica” dell’insegnante, ovvero dell’adulto autorevole di riferimento che ha il compito di monitorare, regolare e orientare “in presenza”.
Inoltre, la didattica a distanza può essere associata a vissuti di solitudine e inadeguatezza relativi allo studio, con preoccupazioni relative al non riuscire a stare “al passo” dei compagni come prima, al non essere abbastanza preparati, alla sensazione di non riuscire a adattarsi bene come gli altri fanno (o appaiono fare).
Certe sensazioni possono condurre a sperimentare difficoltà di attenzione e concentrazione, desiderio di abbandono, calo dell’impegno e del rendimento scolastico. Oppure, al contrario, ad attuare comportamenti di iper-controllo come “l’iper-studio”, soltanto apparentemente meno dannosi.
Inoltre, fuori da scuola, le limitazioni nella possibilità di svolgere attività sportive o di incontrare gli amici limitano i processi di socializzazione e privano di stimoli preziosi il cervello dell’adolescente che, tipicamente, tende ad annoiarsi più facilmente rispetto a quanto accada in altre fasi evolutive. Oltre a implicare che i ragazzi sperimentino meno stanchezza, con possibili ripercussioni, ad esempio, sul ritmo sonno-veglia.
Questi elementi sono fonte di difficoltà per la maggior parte degli adolescenti. Tuttavia, per alcuni, in particolare se vulnerabili o già fragili, possono dar luogo a conseguenze estremamente problematiche e perduranti nel tempo.
Essere genitore di un adolescente di questi tempi
Analogamente, se essere genitore di un adolescente tipicamente non è un ruolo semplice da assolvere, in questa fase probabilmente è ancor più complesso.
Sono molti i genitori che si interrogano su quali siano le migliori modalità da utilizzare e su come potersi muovere per rispondere, nella maniera più funzionale possibile, ai bisogni emergenti nelle relazioni coi propri figli.
Per quanto non sia possibile stilare un elenco omnicomprensivo di queste modalità, e soprattutto che sia adeguato per tutti, proviamo di seguito a descrivere alcuni elementi salienti.
Sostenere e proteggere i figli
Sicuramente, di primaria importanza è il fatto di poter comprendere e sostenere emotivamente i propri figli e proteggerli.
In tal senso diventa prezioso accogliere le loro paure e i loro timori. Anche se, talvolta, questi possono apparire eccessivi o ridondanti. È cruciale normalizzare le emozioni che provano e spiegare loro che possono provare emozioni anche molto diverse e contrastanti e che questo è del tutto naturale.
Può essere utile spiegare che è normale provare ansia e paura in tante situazioni, che sperimentarle non è pericoloso e che non significa essere malati, o avere un disturbo.
Anzi. Fa parte della nostra normale esperienza di esseri umani e che è anche utile e importante in quanto, ad esempio, può indurci a adottare comportamenti protettivi per la nostra salute come indossare la mascherina o mantenere la distanza fisica dagli altri.
Può essere prezioso anche spiegare loro che la nostra percezione della realtà può cambiare molto quando sperimentiamo emozioni intense. Intensi livelli di ansia, ad esempio, incrementano la nostra percezione del rischio.
Il messaggio sottostante è che, per quanto sgradevoli, certe esperienze emotive siano del tutto normali e non pericolose. E che, normalmente, passeranno.
Potrebbe essere utile aiutare il proprio figlio ad identificare cosa prova (ad esempio, mi sento impaurito), dare un senso a quello che prova e normalizzare questa esperienza (ad esempio, è normale tu sia impaurito se a scuola ci sono due classi in quarantena) e incoraggiarlo a provare a lasciare andare e “fare scorrere” certe esperienze emotive, nella consapevolezza che non è necessario eliminarle o fare necessariamente qualcosa per scacciarle.
Talvolta, magari a partire dalla propria esperienza, può essere utile proporre delle modalità di gestione delle emozioni adeguate, che il figlio stesso può sperimentare.
O, ancora, proporre o esplorare insieme attività finalizzate alla distrazione o al rilassamento, nella consapevolezza che ogni persona può trovare le sue personali modalità.
Può essere prezioso anche suggerire ai ragazzi di parlare e condividere le proprie paure e preoccupazioni con noi, con un amico o con altri adulti di riferimento.
Non essere invasivi e mantenere la giusta distanza
Presenza, sostegno e protezione, ma alla giusta distanza: sicuramente il genitore ha il compito di proteggere il figlio, monitorarlo, rassicurarlo, sostenerlo.
Tuttavia, questi compiti non possono espletarsi con le stesse modalità e con la stessa vicinanza e presenza fisica che venivano agite quando erano più piccoli.
Per i genitori, diventa così importante imparare a tollerare dei confini e una distanza sufficiente che possa permettere al figlio di sentirsi sufficientemente libero.
Dover trascorrere più tempo a casa limita necessariamente certi movimenti di esplorazione e autonomia, che tipicamente in questa fase evolutiva vengono agiti fuori dalle mura domestiche.
Per quanto possibile, diventa quindi importante poter garantire ai propri figli degli spazi privati di esplorazione, rispettandone i confini sia in termini di tempo che di spazio fisico.
Così, prezioso diventa il limite di una porta chiusa che, per essere aperta, richieda l’autorizzazione del ragazzo stesso. Per quanto complesso, idealmente il messaggio da trasmettere è quello di esserci, mantenendo e rispettando però i loro confini.
Allenare il loro senso di responsabilità
Per quanto risultino importanti lo spazio per la comprensione, il sostegno e il rispetto della distanza, è necessario al contempo una corretta sollecitazione del senso di responsabilità dell’adolescente.
Questo può tradursi nel porre richieste pertinenti, come un compito di cui occuparsi in casa.
È importante sollecitare il senso di responsabilità dei ragazzi anche in riferimento al comportamento da tenere fuori da casa, al fine di promuovere l’adozione di comportamenti “salutari”.
In relazione a questo può essere utile tenere a mente che l’esposizione eccessiva ad informazioni allarmanti spesso conduce a distorsioni che includono la sovrastima dei pericoli e la sottostima della nostra possibilità di fronteggiarli.
Così, diventa importante incrementare il senso di autoefficacia personale dei propri figli, ad esempio discutendo insieme di ciò che concretamente è possibile (e in suo potere) fare al fine di ridurre il rischio.
Porre dei limiti
E’ importante che il genitore rimanga una figura autorevole in grado di imporre regole e limiti anche non concordi al desiderio dei figli, seppur agite al fine ultimo del loro benessere.
L’ideale è che tali regole, limiti e confini siano chiaramente spiegati. Sia in riferimento al senso della loro esistenza (ad esempio, a questa ora spegni la luce perché è importante che tu possa riposare adeguatamente per la tua crescita), sia in relazione alle conseguenze che ci saranno qualora tali limiti non vengano rispettati (ad esempio, se questo non accadrà domani non giocherai alla playstation).
Il cambiamento delle abitudini di vita rende importante riuscire a mantenere una certa routine e, nel caso degli adolescenti, questo implica necessariamente l’impegno del genitore nel farla rispettare.
Le regole potranno essere rinegoziate e può essere utile sperimentare insieme la contrattazione di qualcuna di queste, magari assumendosi compiti reciproci precisi, come in una sorta di contratto.
Infine, per promuovere l’adesione alle regole è utile tenere a mente l’importanza del rinforzo positivo, riconoscendo l’impegno del figlio e premiandolo quando agisce comportamenti rispettosi delle medesime.
Organizzare giochi e attività condivise in famiglia
Anche in famiglia diventa importante coltivare spazi in cui dedicarsi ad attività che consentano di creare uno spazio per stare insieme, condividere, giocare ed esplorare, al di là del coronavirus.
Guardare insieme una serie tv, oltre al momento di condivisione della visione in sé, può offrire anche stimoli di discussione comune in altri momenti della giornata. Dedicarsi alla preparazione di una cena con più portate, a partire dalla discussione e contrattazione per la scelta di un menù che sia negoziato e approvato da tutti i componenti della famiglia.
Le attività sono potenzialmente infinite e possono dipendere dagli interessi dei componenti della famiglia, ma anche dal desiderio di scoprire insieme e sperimentarsi in nuove attività cui nessuno si era dedicato prima.
Essere un modello funzionale
Un elemento importante da tenere a mente è che l’osservazione del comportamento dei genitori è una fonte di apprendimento cruciale per i ragazzi.
Generalmente tale canale è più potente rispetto alle informazioni che vengono trasmesse loro verbalmente.
Così, ad esempio, se è importante spiegare ai figli che è normale sperimentare emozioni come l’ansia, e che non c’è niente di strano o pericoloso in questa esperienza, sarà ancor più importante, che gli atteggiamenti e i comportamenti che i genitori agiscono in relazione allo sperimentare e maneggiare ansia e preoccupazioni siano coerenti con quanto espresso verbalmente, non mostrandosene sopraffatti, parlandone, condividendo il motivo per cui si potrebbe provare e come la si sta gestendo.
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