Il bruxismo è un disturbo dell’attività dei muscoli mascellari. E’ caratterizzato da un serraggio ripetitivo o da digrignamento dei denti che provoca disagio/dolore muscolare e danni alla dentatura.
Oltre alle problematiche legate alla dentatura sono diversi i disturbi fisici associati al bruxismo. In particolare il disturbo dell’articolazione temporo-mandibolare (TMD), il dolore orofacciale, il mal di testa, gli acufeni, i disturbi posturali e la respirazione disturbata nel sonno.
Vi sono forme del disturbo primarie e secondarie.
Il bruxismo primario è diviso in due tipi ritenuti clinicamente non correlati: bruxismo durante il sonno e bruxismo durante la veglia.
Il bruxismo notturno (Sleep Bruxism – SB) è involontario ed è classificato come un disturbo del movimento correlato al sonno. Quello diurno (Awake Bruxism – AB), al contrario, è definito come la consapevolezza del serraggio della mascella e sembra essere semi-volontario.
Negli adulti di età inferiore ai 65 anni, la prevalenza di bruxismo notturno varia tra il 9,3% e il 15,9% e diminuisce gradualmente con l’età. La prevalenza di bruxismo diurno è invece più alta e varia tra il 10% e il 31% nella popolazione generale ed è più frequente nelle donne.
Il bruxismo secondario è stato osservato come effetto collaterale dell’uso di farmaci e in alcuni disturbi neurologici e dello sviluppo. In futuro, potrebbe essere possibile differenziare ulteriormente le forme di bruxismo in base alla causa sottostante e alle manifestazioni cliniche.
Cause del bruxismo
Ad oggi si ritiene che il bruxismo abbia un’eziologia multifattoriale che comprende aspetti della funzione del sistema nervoso centrale (scarsamente definiti), fattori genetici e comportamentali.
Il bruxismo notturno può essere una variante patologica della normale attività fisiologica di varie funzioni associate al sonno. Il bruxismo diurno è invece considerato una reazione parafunzionale allo stress mentale o fisico.
I pazienti con bruxismo notturno, infatti, presentano modelli di eccitazione del sonno non osservati nei normali controlli o nei pazienti con bruxismo diurno. Tuttavia, anche nel bruxismo notturno i fattori di stress e umore sembrano svolgere un ruolo. Entrambe le condizioni mostrano schemi di attivazione simpatica autonoma e neurochimica alterate.
Aspetti psicosociali del bruxismo
Numerosi studi hanno si sono interessati alla relazione tra bruxismo, fattori psicosociali, alcuni tratti della personalità e stress psicologico. Questi dati evidenziano associazioni stabili tra bruxismo e stili di vita stressanti, tra bruxismo notturno e sensibilità allo stress psicologico, tra stress sperimentato e serraggio dei denti durante il giorno.
Inoltre alcuni studi associano tratti di ansia e nevroticismo, oltre che sintomi depressivi ai soggetti che soffrono di bruxismo.
Cura del bruxismo
Considerando queste brevi premesse sembra intuitivo un approccio multidisciplinare per il trattamento di questa condizione. La ricerca clinica, tuttavia, non ha risposte univoche al riguardo.
Sono molte le modalità di trattamento ad oggi adottate, in prima battuta i dispositivi intraorali (come i bites). A seguire gli psicofarmaci, la fisioterapia, il biofeedback e la psicoterapia cognitivo-comportamentale.
In un recente studio è stato testato un protocollo cognitivo comportamentale di gruppo per il bruxismo notturno. Nel protocollo erano previsti incontri di apprendimento di capacità di problem-solving, di rilassamento muscolare progressivo e un training di attività piacevoli. I risultati sono incoraggianti soprattutto riguardo alla percezione di dolore e alla funzionalità occlusiva.
Altri studi introducono tecniche di respirazione diaframmatica e immaginazione guidata per regolare i sintomi di attivazione ansiosa e facilitare il rilassamento.
La terapia cognitivo-comportamentale, oltre a fornire questi strumenti può aiutare a gestire le condizioni accessorie. Ad esempio i problemi del sonno e le abitudini quotidiane che possono contribuire all’aumento dello stress percepito.
Inoltre, alcuni studi mettono in relazione lo stress percepito, il bruxismo e le strategie di coping. Le strategie di coping maladattive, come la distrazione, l’autocriticismo, l’uso di sostanze, l’evitamento emotivo sono correlate positivamente con una tendenza al bruxismo notturno. Aumentano inoltre l’attivazione del muscolo massetere durante il giorno.
L’apprendimento e il consolidamento di strategie di coping più funzionali, come l’accettazione, la ricerca di supporto emotivo, l’umorismo e la pianificazione possono aiutare a sentirsi più resilienti di fronte a situazioni o ambienti stressanti e facilitare una risposta meno tensiva anche al livello somatico.
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