Conseguenze dell’uso di marijuana
L’abuso di sostanze tra i giovani rimane una fonte di marcata preoccupazione per i genitori ed è al centro di continue ricerche. Ci sono studi volti ad acquisire dati epidemiologici sulla diffusione di queste sostanze. Altri ad accertarne l’impatto sul processo di sviluppo del cervello, che è ancora in corso almeno fino all’età di vent’anni. Il risultato inequivocabile è che l’assunzione di droghe può influenzare la salute e il benessere degli adolescenti in un momento critico della loro vita, interferendo sui processi di maturazione cerebrale.
Un recente sondaggio è stato effettuato dal National Institute on Drug Abuse (NIDA), riguardante la diffusione delle sostanze d’abuso tra i giovani. Questo ha evidenziato che, mentre i tassi di consumo delle sigarette di tabacco tendono a calare, la stessa cosa non si verifica per la marijuana. Il suo uso tra gli adolescenti è attualmente più diffuso del fumo di sigaretta e circa il 45% degli studenti delle scuole secondarie ha provato la marijuana almeno una volta nella vita.
Idee distorte sull’uso di marijuana
Un altro dato allarmante è costituito dalla diminuzione del numero di adolescenti che ritengono che la marijuana sia dannosa. Questo nonostante che esista una crescente evidenza scientifica sul fatto che un uso prolungato di tale sostanza possa interferire con il normale funzionamento di molte attività mentali.
Lo stesso Istituto, poi, sottolinea quanto i genitori giochino un ruolo importante circa la possibilità di influenzare le attitudini e i comportamenti dei loro figli. E’ altrettanto evidente che il tema dei danni connessi all’uso della marijuana è difficile da affrontare nell’ambito familiare.
Questo poiché nel contesto sociale della vita quotidiana vengono veicolati messaggi fuorvianti che tendono a minimizzare gli effetti dannosi di questa sostanza. Tra gli altri, l’approvazione delle leggi sull’uso medico della marijuana e il dibattito circa la sua legalizzazione. Senza contare il fatto che molti genitori potrebbero aver usato marijuana quando erano più giovani. Ciò rende più difficile affrontare questo argomento con i figli e stabilire regole e principi.
Proprio per facilitare questo tipo di comunicazione il NIDA ha messo a punto e diffuso una breve guida. E’ in forma di domande e risposte e può fornire un aiuto e uno spunto per iniziare ad affrontate questo tema così delicato e controverso.
Perché i giovani usano la marijuana?
I giovani iniziano a usare la marijuana per molte ragioni, tra le quali, principalmente, la curiosità, la pressione da parte degli amici e il desiderio di adeguarsi a certi standard sociali. In particolare, sono ad aumentato rischio di uso di marijuana, coloro che hanno:
- già iniziato a fumare sigarette o usare alcolici;
- disturbi mentali non trattati;
- subito traumi psicologici.
Per alcuni, l’uso di droghe inizia come mezzo per far fronte a sensazioni di ansia, rabbia, depressione o noia. I genitori, i nonni e fratelli maggiori sono modelli che i giovani seguono. La ricerca suggerisce che l’uso di alcol e droghe da parte dei familiari gioca un ruolo importante nel fatto che un giovane le usi a sua volta. In realtà, tutti gli aspetti dell’ambiente di vita di un adolescente – casa, scuola e comunità – possono costituire un elemento facilitante in questo senso.
Numerose ricerche indicano che l’uso di marijuana e altre droghe di solito raggiunge i picchi maggiori nella tarda adolescenza e intorno ai venti/trenta anni d’età, per poi diminuire negli anni successivi.
La marijuana può creare dipendenza?
L’uso ripetuto può portare alla dipendenza da marijuana, il che significa che chi ne fa uso può avere difficoltà a cessarne l’assunzione, anche se questa sostanza determina un impatto negativo sulle sua vita. La ricerca suggerisce che circa il 30% delle persone che usano marijuana hanno un cosi detto “disturbo da uso di marijuana”, anche se non hanno ancora sviluppato una condizione di dipendenza vera e propria.
La marijuana ha effetti negativi sull’attenzione, la motivazione, la memoria e l’apprendimento. Tali effetti possono persistere anche a distanza di tempo dall’interruzione della sua assunzione. In particolare, le persone che iniziano ad usare marijuana prima dei 18 anni sono maggiormente a rischio di sviluppare questa sintomatologia.
Gli effetti della marijuana variano in funzione di diversi fattori, tra cui precedenti esperienze con altre droghe, una predisposizione biologica, le modalità di assunzione della sostanza, la sua potenza. I sintomi d’astinenza, che durano circa due settimane, possono manifestarsi con irritabilità, disturbi del sonno, ansia, riduzione dell’appetito e disagio fisico.
L’uso di marijuana porta ad un altro uso di droghe?
La maggior parte delle persone che usano la marijuana non usa altre sostanze “più pesanti”, come la cocaina o l’eroina.
Tuttavia, alcune ricerche mostrano che le persone spesso provano la marijuana prima di provare altre sostanze. I ricercatori stanno ora valutando la possibilità che l’esposizione alla marijuana in un adolescente possa causare cambiamenti nel cervello tali da rendere più alto il rischio di diventare successivamente dipendente da altre sostanze come alcol, oppioidi, cocaina o farmaci.
La marijuana è pericolosa per chi è al volante?
La marijuana altera il giudizio e molte altre abilità necessarie per una guida sicura: prontezza, concentrazione, coordinazione e tempo di reazione. L’uso di marijuana rende difficile giudicare le distanze e reagire a segnali e suoni sulla strada. La marijuana è la droga illegale più comunemente riscontrata in incidenti mortali, a volte in combinazione con alcol o altre droghe.
Quale tipo di ricadute sociali determina l’uso di marijuana?
La marijuana determina una bassa performance cognitiva, con la conseguenza di causare:
- insuccessi scolastici;
- problemi di salute mentale e fisica;
- disagio nelle capacità relazionali;
- minori successi di carriera;
- peggiore qualità di vita.
L’uso di marijuana è legato ad alcune malattie mentali?
Anche se gli scienziati non hanno ancora compreso appieno come l’uso della marijuana possa avere un impatto sullo sviluppo della malattia mentale, alte dosi possono provocare un attacco di panico o persino una psicosi acuta, caratterizzata da pensieri distaccati dalla realtà o allucinazioni.
Ci sono trattamenti per persone dedite alla marijuana?
Sono disponibili e indicate le terapie cognitivo-comportamentali, utilizzate anche per il trattamento della dipendenza da alcol. Queste includono terapie di rinforzo motivazionale al trattamento e strategie per imparare a gestire le emozioni evitando che comportino il ricorso automatico alle sostanze d’abuso.
Al momento non ci sono farmaci approvati negli Stati Uniti per il trattamento della dipendenza da marijuana, anche se è in corso una promettente ricerca di farmaci per trattare i sintomi dell’astinenza e di ridurre l’appetizione della marijuana.
La marijuana è una medicina?
La ricerca mostra che alcune sostanze chimiche presenti nella marijuana, potrebbero avere usi medici. Negli USA sono stati messi in commercio alcuni farmaci contenenti tali sostanze, che sono state riconosciute come efficaci presidi terapeutici in determinate situazione cliniche. Ad esempio nel trattamento della nausea nei pazienti sottoposti a chemioterapia, per la cura di forme rare e gravi di epilessia e di dolore cronico.
Come posso sapere se mio figlio ha usato marijuana?
I genitori dovrebbero abituarsi a rilevare cambiamenti nel comportamento dei loro figli, tra cui, per esempio:
- non lavarsi adeguatamente i capelli o i denti;
- saltare docce;
- presentare cambiamenti di umore o manifestare atteggiamenti di insofferenza e litigiosità verso gli altri membri della famiglia o nei confronti degli amici.
Altri segnali che possono far insospettire sono rappresentati da:
- peggioramento nel rendimento scolastico;
- irregolarità nella frequenza alle lezioni;
- perdita di interesse nello sport o altre attività preferite;
- cambiamenti nelle abitudini alimentari o nel sonno;
- problemi con le forze dell’ordine.
Consigli per i genitori
- Sii un buon ascoltatore.
- Aiuta tuo figlio ad affrontare la pressione dei coetanei per usare droghe.
- Conosci gli amici di tuo figlio e i loro genitori.
- Supervisiona le attività di tuo figlio.
- Parla spesso con tuo figlio.