La Schema Therapy è un approccio terapeutico integrato, cui sono formati ormai molti terapeuti cognitivo comportamentali, formulato da Jeffrey Young. Include contributi derivanti da diversi modelli teorici fra cui il modello cognitivo, il comportamentismo, la teoria dell’attaccamento, la gestalt e la psicodinamica. Nata per rispondere alle esigenze dei pazienti con problematiche che non traevano sufficienti benefici dal trattamento cognitivo-comportamentale standard, nel corso del tempo si è rivelata una terapia efficace sia per pazienti con difficoltà complesse che non. La Schema Therapy si configura come un approccio terapeutico essenziale, che ha elementi centrali chiari e definiti che consentono di lavorare in maniera al tempo stesso precisa, flessibile e agile. E questo è possibile grazie all’identificazione di un baricentro chiaro: nucleo attorno al quale si mantiene l’equilibrio per arrivare all’obiettivo lungo tutto il percorso terapeutico. Tale baricentro è il bisogno emotivo del paziente.
Nella Schema Therapy, sul piano teorico si assume che tutti noi, come esseri umani, abbiamo fin dalla nascita cinque bisogni fondamentali: attaccamento sicuro (sicurezza, stabilità, cura, empatia, condivisione, accettazione e rispetto); autonomia, senso di competenza e identità; limiti realistici e autocontrollo (contenimento); libertà di esprimere emozioni e bisogni fondamentali; spontaneità e gioco. Per il nostro benessere è centrale che tali bisogni trovino spazio per essere soddisfatti nelle nostre relazioni primarie: quindi nelle relazioni con le persone che si prendono cura di noi nel corso del nostro sviluppo. Tuttavia, accade spesso che tali bisogni non siano adeguatamente soddisfatti. E questo, sempre secondo il modello della Schema Therapy, genera la formazione degli Schemi Maladattivi Precoci (SMP). Col concetto di Schema Maladattivo Precoce si fa riferimento ad un tema che include ricordi, emozioni e sensazioni, che si sviluppa nell’infanzia e che si riattiva in maniera automatica anche in età adulta, influenzando il nostro comportamento. Per quanto uno Schema possa essere disfunzionale, le persone tendono a riattuarlo in quanto noto, conosciuto. Questo meccanismo priva dunque della possibilità di sperimentare esperienze alternative che potrebbero modificare gli elementi disfunzionali che un certo Schema porta con sé. E questo ha ripercussioni sui nostri livelli di benessere e soddisfazione personale: può generare sofferenza soggettiva, sintomi clinicamente significativi, compromissione del nostro funzionamento emotivo, psicologico e relazionale e restringere il nostro repertorio comportamentale, le nostre possibilità esplorative. Così, ad esempio, secondo l’approccio Schema Therapy una persona che non avrà trovato soddisfazione al bisogno di attaccamento sicuro durante l’infanzia, potrebbe sviluppare uno schema di deprivazione emotiva. Questo schema continuerà a farle percepire, anche in età adulta, che i suoi bisogni emotivi non potranno mai essere adeguatamente soddisfatti nelle relazioni con gli altri. Che gli altri non potranno mai fornirle sufficienti cure, comprensione e protezione. Con vissuti di incomprensione e di non poter contare davvero su nessun altro che possa esprimerle abbastanza affetto, calore o attenzioni. Così la persona, aspettandosi di non poter ottenere ciò di cui ha bisogno, potrebbe adottare comportamenti deputati al non esprimere agli altri i propri bisogni emotivi. O potrebbe ingaggiarsi in relazioni con partner emotivamente non disponibili e centrati su se stessi. Non esprimere i propri bisogni, non chiedere agli altri sostegno e ingaggiarsi in relazioni con partner distaccati continuerà quindi ad esporre costantemente la persona a sperimentare il rifiuto, il non interesse e la non disponibilità degli altri. Confermando lo Schema appreso preocemente: ovvero che gli altri non potranno mai davvero aiutarla e sostenerla. In un circolo vizioso che si manterrà e autoperpetuerà nel tempo.
Accanto al concetto di Schema la Schema Therapy ha anche introdotto il concetto di Mode. Questo si riferisce all’insieme degli Schemi e delle relative operazioni attivi in un individuo in un determinato momento. Includendo quindi aspetti che possono essere emotivi ma anche cognitivi e comportamentali. Un Mode si configura come stato momentaneo, percepibile e osservabile che è reazione abituale ad un determinato stimolo. I Mode possono essere funzionali o disfunzionali. Quando è disfunzionale un Mode può includere intense emozioni spiacevoli, risposte di evitamento o comportamenti autodistruttivi. Inizialmente il concetto di Mode era considerato centrale nel lavoro con pazienti che presentavano problematiche complesse: in particolare con Disturbi di Personalità. Nell’evoluzione della Schema Therapy, invece, tale concetto è diventato il focus su cui vengono basati tutti gli interventi terapeutici. Lavorare sui Mode osservabili implica comunque anche modificare gli Schemi Maladattivi Precoci, che non risultano osservabili in quanto si riferiscono ad un’impronta nel nostro Sistema Nervoso. È possibile identificare quattro diverse tipologie di Mode. I Mode Bambino, i Mode Genitore, i Mode di Coping, il Mode Adulto sano/funzionale. L’Adulto sano/funzionale è quello che si occupa di contattare i nostri bisogni autentici e soddisfarli in maniera adattiva. Le prime tre categorie comprendono invece diversi tipi di Mode specifici. Il Mode Bambino include tutte le nostre emozioni e i bisogni e può connotarsi come vulnerabile, arrabbiato, impulsivo/indisciplinato o felice. I Mode genitoriali includono solitamente una parte ingiuntrice/esigente e una parte critica/punitiva e rappresentano le nostre parti cognitive disfunzionali: le regole, le doverizzazioni, le pretese eccessive che abbiamo nei confronti di noi stessi e l’autocritica. I Mode di Coping disfunzionali includono la sottomissione, il protettore distaccato, l’autotranquillizzatore distaccato e l’ipercompensatore. Sono utilizzati, ad esempio, per non stare in contatto con gli stati emotivi spiacevoli generati dall’attivazione del Mode Bambino vulnerabile o della tensione esistente normalmente tra i Mode Bambino e i Mode genitoriali. Così, ad esempio, secondo il modello della Schema Therapy, una persona potrebbe avere un Mode genitoriale che impone di dover ottenere sempre alti risultati sul lavoro (Mode Genitore esigente). E che se questi non vengono ottenuti significa che non si vale nulla come persona (Mode Genitore critico). Così, quando la persona non riesce ad aderire a certi standard di prestazione, potrebbe sperimentare vissuti relativi all’essere sbagliata, tristezza intensa, dolore (Mode Bambino vulnerabile). La persona potrebbe così ingaggiarsi, per la maggior parte del tempo, in attività deputate al sentirsi sempre più competente, sempre più brava sul lavoro ed efficiente, trascurando altri ambiti importanti della propria esistenza e i propri bisogni fondamentali (Mode di Coping disfunzionale). E questo implicherà ripercussioni negative significative sulla propria qualità di vita e sui livelli di benessere e soddisfazione personale percepiti.
L’obiettivo e l’asse portante di tutto il lavoro in Schema Therapy è sempre quello di rafforzare il Mode Adulto sano/funzionale per connettersi al proprio nucleo e ai bisogni autentici e rispondervi in maniera funzionale. Così, durante il percorso terapeutico, l’Adulto Sano del paziente diventa sempre più forte e in grado di dare spazio al Mode del Bambino felice, di prendersi cura del Bambino vulnerabile, di allentare o smantellare i Mode Genitore critico e ingiuntore, di scegliere strategie comportamentali funzionali che sostituiscano quelle dei Mode di Coping disfunzionali. La modalità con cui questo obiettivo è perseguito varia da situazione a situazione, sulla base del funzionamento specifico del paziente, attraverso l’utilizzo di strategie che derivano da diversi contesti teorici. Così, le tecniche immaginative e di attivazione emotiva consentono di riconoscere, proteggere, validare, confortare e accudire il proprio Bambino vulnerabile. Connettono così il paziente ai propri bisogni più autentici e incrementano la consapevolezza della loro importanza. Tali tecniche proprie della Schema Therapy sono preziose per modificare gli Schemi Maladattivi e quindi per lavorare sulla parte invisibile della predisposizione neuronale. Aiutano il paziente a riconoscere, validare ed esprimere in maniera funzionale le proprie emozioni. E anche a rielaborare le situazioni infantili problematiche, offrendo esperienze emozionali correttive che modificano Schemi e Mode. Le tecniche cognitive della Schema Therapy sono, invece, centrali per identificare e ammorbidire le doverizzazioni, le regole e le pretese eccessive imposte dal Mode Genitore esigente, rendendolo quindi più flessibile e funzionale. E anche per combattere e smantellare le critiche e le invalidazioni prodotte dal Mode Genitore critico. Le tecniche comportamentali della Schema Therapy sono fondamentali al fine di sperimentare comportamenti più funzionali per perseguire i propri obiettivi. Così, dopo aver riconosciuto ed esplorato le funzioni e le origini dei Mode di Coping disfunzionali questi saranno interrotti, allentati o messi da parte. Le tecniche gestaltiche della Schema Therapy sono, poi, importanti per il lavoro coi Mode, per far dialogare tra loro le diverse parti e promuoverne l’integrazione. La relazione terapeutica, infine, è uno strumento centrale che consente di lavorare su dimensioni sia esplicite che implicite. È strutturata appositamente per soddisfare i bisogni frustrati nell’infanzia. A livello esplicito consente al paziente di comprendere cosa succede coi Mode, i bisogni attivi momento per momento, l’effetto delle sue modalità relazionali sugli altri. Il paziente acquisisce così consapevolezza delle proprie modalità e ne sperimenta di nuove più vantaggiose. La relazione col terapeuta consente anche il dialogo fra le varie parti promuovendo i processi integrativi. E, a livello implicito, offre poi quell’esperienza emozionale correttiva utile a promuovere la capacità di cogliere, sentire e connettersi. E quindi di modificare quello che avviene sotto la pelle, il proprio vissuto e gli Schemi.
Tante tecniche diverse con un solo scopo: aiutare il paziente a sentire, cogliere e comprendere il ruolo centrale del suo bisogno e prendersene la responsabilità in quanto Adulto sano.