In letteratura è molto dibattuto il rapporto tra il disturbo dell’ansia sociale (SAD) e il disturbo evitante di personalità (DEP).
Secondo diversi autori i due disturbi sarebbero simili e differenziabili unicamente in base al livello sintomatologico, mentre per altri i due quadri psicopatologici farebbero riferimento a costrutti diversi (aspetti di personalità versus reattività ansiosa), pur presentando delle sovrapposizioni sintomatologiche.
Quando vennero inclusi entrambi nel DSM III, il principio per differenziarli fu basato su un singolo studio empirico nel quale si riconosceva al DAS soltanto il timore per la performance, mentre nel DEP il disagio per l’interazione sociale sembrava essere prevalente; nel corso degli aggiornamenti del DSM questa differenza è venuta meno contribuendo a confondere le sindromi.
In un recente articolo, Kieran e coll. (2016, DOI 10.1002/pmh.1349) hanno indagato nuovamente questa due patologie cercando di dare un contributo al dibattito. Lo scopo dello studio è determinare se il DEP e il SAD possono essere differenziati in base ai tratti di personalità oppure per la gravità della sintomatologia.
Nel presente studio sono stati arruolati due campioni, che alla fine sono risultati di 131 soggetti (campione universitario) e di 271 soggetti (campione tratto dalla popolazione generale).
I test somministrati sono stati: Infrequency Scale, SCID-II, Personality Diagnostic Questionnaire – 4, WHO Disability Assessment Schedule 2.0, WHO Quality of life- BF, Measuring Disordered Personality Functioning, Social Functioning Questionnaire, Social Phobia Inventory, Personality Inventory DSM 5, Multidimensional Personality Questionnaire BF.
I risultati hanno evidenziato, innanzitutto, che non sembra esserci una differenza in base ai tratti di personalità. Lo studio, infatti, riconosce come il DEP non sia più disturbo di personalità di quanto non lo sia il SAD ed evidenzia come sia più appropriato ragionare in termini di tratti di personalità che non di sintomi d’ansia per entrambi i disturbi.
Inoltre, anche da un punto di vista sintomatologico non sembra esserci una differenza tra il DEP e il SAD, osservando come per entrambe le sindromi l’impairment sia particolarmente marcato.
Infine, come di prassi, gli autori passano in rassegna le possibili limitazioni dello studio, in particolare dovute al reclutamento online del campione tratto dalla popolazione generale e al fatto che il campione non fosse clinico.
In ogni caso lo studio rappresenta un utile contributo al dibattito sui disturbi dell’ansia sociale e, pur non fornendo risposte definitive, offre uno spunto per comprendere forse meglio come il DAS sia un disturbo ancora sottovalutato e poco considerato per gli aspetti di personalità che forse rappresentano l’elemento centrale del disturbo stesso.