In molte culture, tra cui quella occidentale, la nascita di un bambino viene sempre accolta e considerata come un evento felice, un’occasione di festa.
Questa immagine idealizzata della maternità è però, talvolta, in forte contrasto con il vissuto intimo della madre stessa, che può facilmente andare incontro ai sintomi della depressione post partum.
Baby blues e depressione post parto
Il baby blues
Diventare madre comporta molti cambiamenti nella vita della donna (le continue richieste di accudimento del neonato, una nuova organizzazione del proprio tempo e delle proprie abitudini, difficoltà nell’ambito lavorativo, ecc.) e della coppia (percezione di uno scarso sostegno da parte dei compagni, difficoltà nel vivere la sessualità, cambiamento nei ruoli, ecc.).
Nei giorni immediatamente successivi al parto, è perciò considerato assolutamente “fisiologico” un periodo caratterizzato da calo dell’umore, instabilità emotiva, crisi di pianto, ansia e difficoltà a dormire. E’ il cosiddetto baby blues, con riferimento allo stato di malinconia che caratterizza il fenomeno).
Oltre il 70% delle donne sperimenta e manifesta sintomi associabili a una leggera depressione post partum, ma caratterizzati da transitorietà. Generalmente iniziato 2-3 giorni dopo il parto e tendono a scomparire entro pochi giorni. Questi non necessariamente si trasformano in un vero e proprio disturbo.
La depressione post-partum
La vera e propria depressione post-partum o depressione post-natale (DPN), che invece sembra colpire circa il 10-20% delle donne nel periodo immediatamente successivo al parto, è solitamente caratterizzata da una serie di sintomi.
Sintomi della depressione post-natale
- sentimenti di tristezza
- senso di colpa
- ansia
- senso di inutilità
- difficoltà a concentrarsi e a prendere decisioni anche banali
- disturbi del sonno e dell’appetito
- pensieri suicidari o di morte
- perdita di interessi e mancanza di energie
I sintomi della depressione post partum non sono transitori e possono persistere (variando d’intensità) anche per molti anni. Possono quindi avere conseguenze più o meno dirette non solo sulla madre, ma anche sul figlio e sull’intero nucleo familiare.
Fattori di rischio per la depressione post-parto
Biologici
- privazione del sonno
- esaurimento fisico ed emotivo
- cambiamenti ormonali
Psicologici
- storia personale di ansia e/o depressione
- aver sofferto di baby blues
- bassa autostima
- auto-svalutazione, inadeguatezza, insoddisfazione
Psicosociali
- giovane età
basso status socioeconomico
eventi di vita stressanti
scarso supporto psicologico da parte del partner o problemi di coppia
sostegno familiare/sociale inadeguato
Depressione post partum cura
I farmaci
Nei casi in cui sia stata diagnosticata una depressione post partum la tendenza è quella di affidarsi alla somministrazione di farmaci antidepressivi.
E’ importante però tenere conto dei possibili e talvolta importanti effetti collaterali sia sulla madre che sul neonato, soprattutto in caso di allattamento al seno. La maggior parte dei farmaci è infatti controindicata per l’allattamento e, in ogni caso, tutte le molecole assunte dalla madre passano almeno in parte, attraverso il sangue, nel latte.
Interrompere l’allattamento per poter assumere gli psicofarmaci può avere un effetto ancor più depressogeno, minando il senso di valore personale della neo-madre.
La psicoterapia
E’ quindi molto più indicato farsi aiutare da un bravo psicoterapeuta, di orientamento cognitivo comportamentale, che possa aiutare la donna a superare i sintomi della depressione post-partum. Questi può riportarla nella condizione di potersi godere la nuova condizione di vita, pur con tutti i suoi limiti e cambiamenti.
Molto si sta facendo a livello generale per individuare e supportare i cosiddetti “soggetti a rischio” di depressione post partum (incontri psicoeducativi precedenti al parto, screening di routine nelle settimane immediatamente successive al parto, affiancamento e supporto nelle cure al neonato alle donne che ne facciano richiesta dopo il parto, da parte del Servizio Sanitario Nazionale, ecc.).
Il ruolo dei sanitari (ginecologi, ostetriche, ecc.)
Resta tuttavia il fatto che spesso la depressione post natale non viene riconosciuta in tempo. Questo in parte per la sua insorgenza insidiosa e in parte perché la maggior parte delle neo-mamme tende a nascondere i propri sintomi di depressione post partum. Sono pochissime quelle che ricercano spontaneamente l’aiuto di uno specialista, così da ridurre la propria sofferenza e limitare quelle che, inevitabilmente, possono diventare le conseguenze che questo disturbo potrebbe avere su madri e figli.
E’ dunque fondamentale la tempestività, avere la possibilità di parlarne con professionisti del settore (ginecologi, ostetriche, infermieri, medici di base, ecc.). Questi potranno indirizzare le donne interessate a psicoterapeuti specializzati nella cura della depressione post partum.