La cleptomania è inserita nel Manuale dei Disturbi Mentali (DSM-IV TR) tra i Disturbi del Controllo degli Impulsi ed è caratterizzata “dalla ricorrente incapacità di resistere all’impulso di rubare oggetti che non hanno utilità personale o valore commerciale”.
In effetti il furto non è compiuto né per vendetta, né per rabbia, né dietro ad un delirio o ad un’allucinazione ma dall’incapacità a resistere ad un desiderio impellente.
In genere gli oggetti rubati da chi soffre di cleptomania sono di scarso valore per il soggetto che spesso li cede o li butta via. Più raramente può anche conservali e restituirli di nascosto. Spesso comunque, come accade negli altri disturbi simili, il gesto discontrollato è seguito da profondi sensi di colpa e da auto-disapprovazione. Ciononostante, e pur con tutti i buoni propositi di non ripeterlo, solitamente il ciclo si ripete all’infinito senza che la persona cleptomane possa interromperlo, se non astenendosi da frequentare tutti i luoghi ove possa essere indotto in tentazione (es. negozi, supermercati, ecc.).
Il paziente affetto da cleptomania di solito non programma il furto, lo mette in atto da solo senza la complicità o l’assistenza di nessuno prestando attenzione a non essere arrestato.
L’atto di rubare è preceduto da una sensazione di crescente tensione accompagnata da piacere, gratificazione e sollievo in seguito al furto. Il soggetto si rende conto dell’insensatezza dell’atto ed in seguito a ciò può esperire uno stato di depressione e un forte senso di colpa.
Come è naturale che sia, la cleptomania può causare difficoltà legali, familiari, di carriera e personali. Può aver inizio a qualsiasi età; può iniziare nella fanciullezza, nella adolescenza o nell’età adulta e in casi rari nella tarda età adulta; la patologia sembra essere più frequente tra le donne rispetto agli uomini, così come accade per lo shopping compulsivo (con cui ha molte affinità).
La cleptomania può subire delle evoluzioni e dei cambiamenti, per esempio i soggetti possono rubare sporadicamente alternando lunghi periodi di remissione; episodi di furto possono alternarsi a periodi di remissione oppure la patologia può essere cronica. Il Disturbo può comunque continuare per anni nonostante le multiple condanne per furto, se non adeguatamente trattato.
La cura della cleptomania è possibile, purché il soggetto sia veramente motivato a farsi aiutare, e richiede necessariamente un intervento psicoterapeutico di tipo cognitivo comportamentale. In alcuni casi può aiutare anche una terapia farmacologica di sostegno, per un certo periodo, sopratutto qualora il disturbo si associ a sintomi depressivi.
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