Un film “per bambini”, dove il personaggio principale, Riley è una bambina di 11 anni, con un’infanzia felice, che si trova ad affrontare l’ignoto e le sfide del trasferimento in un’altra città.
Ma è anche, e forse sopratutto, un film dove gli adulti vedono rappresentato in cartoon quello che succede nella mente, la complessità dei cambiamenti emotivi che colorano e accompagnano la crescita della piccola protagonista.
Le vere protagoniste del film sono infatti le emozioni di Riley, che la guidano dal quartier generale nella sua mente. Gioia, Tristezza, Rabbia, Paura e Disgusto la orientano nelle decisioni e nelle espeirienze di tutti i giorni e quindi anche nelle relazioni con gli altri.
In particolare Gioia (assoluta protagonista dell’infanzia di Riley) e Tristezza (che vuole ora farsi spazio nella vita emotiva della piccola) ci guidano dentro la spazio della mente, che viene rappresentata in modo semplificato ma fedele a quelle che sono le scoperte degli studi cognitivi sugli elementi base della struttura cerebrale.
Il Quartier Generale che potrebbe essere identificato con la Memoria di Lavoro e la Memoria a Breve Termine; il Treno dei Pensieri, che con tutti i suoi vagoni carichi di contenuti attraversa velocemente e continuamente la mente durante tutto il giorno; Immagilandia: il mondo dove restano le fantasie; il mondo del Pensiero Astratto, dove, più ci si addentra, più tutto può perdere forma e identità; il Subconscio: un luogo buio e isolato dove si trovano le “paure e i piantagrane”; i Sogni, durante il “turno Rem” che scatta allo scivolare del sonno della bambina, che vengono girati come veri e propri film con tanto di copione, dove quello che è stato vissuto durante il giorno viene ripreso e rielaborato; la Memoria a Lungo Termine, uno scaffale pieno di ricordi, dove alcuni resitono e altri svaniscono risucchiati da un’aspirapolvere che seleziona quello che ancora serve e deve rimanere e quello che invece deve fare spazio al nuovo.
La mente viene rappresentata come una fabbrica, dove dal quartier generale viene deciso come guidare la protagonista proprio attraverso le emozioni.
Le esperienze passano e vengono immagazzinate come sfere nei vari stadi della memoria con i colori delle emozioni che le caratterizzano. Alcune, preziose, diventano i “Ricordi Base”, quelle esperienze primarie che vanno a costruire e nutrire le “Isole”, che rappresentano gli affetti più importanti per la protagonista e i suoi tratti di personalità.
Potrebbero essere quelli che nella Schema Therapy vengono difiniti come Schemi: nuclei interni fatti di ricordi, verbali e sensoriali, emozioni, pensieri, nati dall’interazione con il mondo e le persone importanti, che vanno poi ad organizzare e definire la nostra personalità e quello che pensiamo e ci aspettiamo dal mondo e dagli altri, e quindi il nostro modo di interagire con ciò che ci circonda.
Ricordi base che potrebbero essere anche ricordi “traumatici”, come quelli che l’approccio EMDR cerca di rintracciare nella memoria per poi rielaborarli, proprio attraverso quei movimenti oculari che caratterizzano anche la fase Rem del sonno.
Quando la Tristezza tocca le esperienze di Riley, e i ricordi si tingono di blu, qualcosa cambia. Gioia cerca di proteggere l’imperturbabile serenità dell’infanzia della bambina, ma la vita non può essere più così semplice. Mentre Gioia e Tristezza si perdono nei meandri della mente, Riley, che ne rimane sprovvista, perde la sua personalità e la sua capacità di esprimersi. Tutto diventa grigio e non più comprensibile; in questo tentativo di difesa non riesce più a provare nulla e tutto diventa incontrollabile.
Alla fine è proprio il tocco di Tristezza che riaccende l’emotività di Riley, quella tristezza che solo attraverso l’ascolto riesce a far star meglio l’amico immaginario. Attraverso la tristezza la protagonista riesce a sfogarsi e mostrare le sue emozioni e quindi ricevere aiuto.
Inside Out ci ricorda allora che la vita non può essere felicità a tutti i costi, uno dei “miti” del nostro tempo, dove si cerca di evitare la tristezza e le emozioni più difficili, che diventano sempre più intollerabili e fonte di paura e preoccupazione.
Nel messaggio del film le fragilità non sono difetti, le emozioni negative non sono da evitare, e negli attuali orientamenti psicoterapeutici cognitivo comportamentali si cerca di ritrovare proprio un buon rapporto con il proprio mondo emotivo nel suo complesso e nella sua complessità.
Attraverso lo sviluppo della capacità di riflettere sulla propria mente (la metacognizione) nella terza onda della psicologia cognitiva, attraverso l’osservazione e la consapevolezza delle Mindfulness, attraverso l’accettazione e l’impegno dell’Act.
E così il viaggio nella mente (e a volte della psicoterapia) insegna anche a passare nel complesso e nell’ignoto, dando la possibilità di creare sfere di esperienze caratterizzate da colori diversi, e ritrovare equilibrio e felicità.